Stefano Rossi

Top Founder President

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MUSICA - 23/9/1930, NASCE RAY CHARLES.

2018-09-23 14:30:51

Lui, Ray Charles, è cieco dall'età di 7 anni (forse per un glaucoma, più probabilmente per un'infezione non curata dovuta all'acqua saponata, come accadde a molti bluesmen dell'epoca) e percorre quella strada in salita che lo porterà a diventare "The Genius", il re del soul ma anche del jazz, e del gospel e del country e del pop. Non vedeva, e quello che aveva visto non gli era affatto piaciuto (la povertà, la segregazione, la morte del fratellino annegato in una tinozza da bucato), però aveva imparato a suonare meravigliosamente il pianoforte, prima quello classico, che abbandonò immediatamente quando alla radio ascoltava il jazz raffinato di Nat King Cole o il colorito blues d'autore di Charles Brown. E poi aveva quella voce scura, roca, furente ed evocativa che giocava con i mille colori del suo animo irrequieto, alternando misticismo arcaico e modernissima sensualità. Nulla poteva fermare il suo slancio interpretativo, né l'handicap né l'eroina che ne minò il fisico e la psiche per oltre vent'anni (celebri e clamorosi i suoi arresti e processi per possesso di sostanze stupefacenti) come accadeva in quel periodo alla maggior parte dei neri del chitlin' circuit, il circuito dei locali di blues e jazz. Nonostante parta svantaggiato, Ray ha una marcia in più... E - a differenza di molti artisti itineranti non vedenti come il reverendo Gary Davis - gira da solo, senza accompagnatore né bastone, scoprendo un modo di vivere tutto suo... "Vede" ascoltando il canto del colibrì in mezzo a mille rumori, conquista le donne più carine tastando loro i polsi, soprattutto riempie il vuoto dei suoi occhi con il calore del gospel, del soul e del blues. In lui si sposano sacro e profano, diavolo e acquasanta, emozione e pop. Non a caso si piazza decimo nella classifica di Rolling Stone dei 100 più grandi artisti di tutti i tempi, anticipato solo da Aretha Franklin e seguito sul podio da Elvis! Ray fu una superstar e al tempo stesso un emarginato (nello splendido film biografico Ray, con Jamie Foxx nel ruolo del protagonista, sono molte le scene in cui i compagni d'avventura gli dicono frasi tipo: "non voglio fare da balia a un cieco tutta la notte") e un combattente contro l'emarginazione. Anche in questo caso pagò dazio. Primo artista a rifiutarsi di suonare solo nei club per neri, nel 1961 è "esiliato a vita" dalla Georgia, e sarà riabilitato solo molti anni dopo. Solo nel 1979 - dopo i conflitti per i diritti civili - Ray Charles interpretò una attanagliante versione di Georgia on My Mind (l'evergreen di Hoagy Carmichael) davanti al "governo" della Georgia, che in quell'occasione adottò il brano come inno ufficiale dello Stato. La carriera di Charles è punteggiata di memorabili successi come What'I'd Say, Leave My Woman Alone, Hit the Road Jack e da tredici Grammy. Per vedere un sunto veramente ben fatto della sua vita andate a ripescare il citato film Ray. Ma è nel 1957, con il contratto con la Atlantic di Ahmet Ertegum, che diventa una stella di prima grandezza in tutto il mondo (nel '90 si classificò al secondo posto a Sanremo in coppia con Toto Cutugno). Del '57 è il primo album qui contenuto, Ray Charles, che porta primi in classifica classici come I've Got a Woman, A Fool For You, Maryann, Drown In My Own Tears, riprese da decine di artisti. Arriva poi The Great Ray Charles, il suo primo album jazz, con The Ray scritta per lui da Quincy Jones. Nel '58 nasce Yes Indeed!, che con le nuove tecnologie a otto piste spazia dal blues al soul al country con classici come Hit The Road Jack e l'incalzante country Leave My Woman ALone, ripresa poi dal vivo da John Fogerty. I capolavori si sprecano nel '59 con What I'd Say (il suo primo disco d'oro) e brani con orchestra come Come Rain Or Come Shine.The Genius After Hours raccoglie brani perlopiù jazz del '56 e The Genius Sings the Blues è una compilation con classici r'n'b come The Night Time Is the Right Time, ripresa poi dai Creedence. (Il Giornale.it)

Stefano Rossi

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SCUOLA - 23/9/1943, RICORDO DI SALVO D’ACQUISTO, IL CARABINIERE CHE SALVO' 22 PERSONE DALLA FURIA NAZISTA.

2018-09-23 10:26:45

Come ogni anno il 23 settembre ci sono le celebrazioni in ricordo di Salvo D’Acquisto, il giovane carabiniere napoletano ucciso vicino Roma dai nazisti. Egli si autoaccusò di una rappresaglia alle porte di Roma per evitare una strage di innocenti da parte dei tedeschi. Il suo gesto salvò 22 vite. Le sue spoglie riposano nella chiesa di Santa Chiara in piazza del Gesù. Salvo D'Acquisto non aveva nemmeno 23 anni quando fu ucciso, il 23 settembre del 1943, dalle SS naziste, le sanguinarie Schutz-staffeln che – in rappresaglia d'una esplosione a Torrimpietra, alle porte di Roma – volevano ammazzare 22 persone innocenti. Il vicebrigadiere napoletano Salvo d'Acquisto, si accusò dell'atto salvando tutti dalla ferocia dei militari tedeschi. Fu per questo trudicato a Torre di Palidoro (Roma) poco distante la stazione nella quale prestava servizio, lungo la via Aurelia, oggi comune di Fiumicino. Oggi, come ogni anno, a Napoli, una serie di cerimonie pubbliche ne rinnovano il ricordo e esaltano le eroiche gesta. Salvo d'Acquisto è sepolto nella basilica di Santa Chiara di Napoli dove ad ogni anniversario, il comandante interregionale dell'Arma depone fiori. Le celebrazioni proseguono poi in quella che un tempo era conosciuta come piazza Carità alla presenza delle autorità civili e militari con la deposizione di una corona di alloro dinanzi il monumento al carabiniere eroe, medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: «Esempio luminoso d'altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme a 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma». A Salvo D'Acquisto fu attribuita la frase: «Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!» che sarebbe stata pronunciata poco prima dell'esecuzione nazista.  La Chiesa Cattolica lo riconosce come "Servo di Dio". Sono decine le caserme e le scuole intitolate al vicebrigadiere partenopeo la cui storia di coraggio nel 1974 ha ispirato un film con Massimo Ranieri nelle vesti del protagonista. Nel 2003 la Rai per rinnovarne il ricordo ha prodotto e mandato in onda in prima serata una fiction ispirata alle sue gesta con Beppe Fiorello.

Stefano Rossi

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MUSICA - 22/9/1869, PRIMA RAPPRESENTAZIONE DE "L' ORO DEL RENO" DI RICHARD WAGNER AL TEATRO NAZIONALE DI MONACO DI BAVIERA.

2018-09-22 13:22:55

L'anima de L'oro del Reno è contenuta nella doppia maledizione di Alberich: la prima, scaturita dall'avidità, contro l'amore, cioè contro la forza vitale di rinnovamento; la seconda contro la stessa avidità e prepotenza degli dei. È nel prologo della tetralogia, quindi, che si determinano le condizioni per la necessaria caduta del mondo degli dei; un mondo fondato sull'avidità. Si noti che la maledizione lanciata da Alberich contro gli dei non proviene da altra fonte che quella stessa avidità: un attacco del denaro a se stesso. Infatti, quando Wagner concepisce l'opera, l'Europa è soggetta a vasti fermenti rivoluzionari: il compositore si attende che il mondo che lo circonda cada. Poco importa che egli concepisca una palingenesi fondata su nuovi valori (Sigfrido) o un tragico declino; per lui un radicale cambiamento è inevitabile. Né questa concezione cambierà sostanzialmente al momento della composizione sei anni dopo.

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