Stefano Rossi

Top Founder President

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MUSICA NOVITÀ SUL WEB - Qello, il sito (e app) che raccoglie i grandi show in streaming dagli anni Cinquanta a oggi.

2018-08-16 09:51:15

Il nome esteso è Stingray Qello, fa parte della Qello Holdings, società di streaming digitale nata nel 2010 a New York. Che ora mette a disposizione il più imponente database di concerti, doc e serie tv musicali e promette una rivoluzione: basta abbonarsi (ma ci si può accontentare dei contenuti gratuiti). Ci sono Amazon Video e Netflix dove poter vedere i racconti delle vite dei più grandi artisti della musica, quei documentari di cui sempre più registi sembrano subire il fascino e con i quali si misurano, è vero. Ma su Stingray Qello, sito e app, oltre a tutto questo è possibile anche rivedere concerti per intero, non solo i più recenti ma a partire dagli anni Cinquanta fino a oggi. E poi si può scegliere, appunto, tra documentari o serie tv dedicati ai musicisti. C'è ad esempio il live di quasi tre ore di Carlos Santana a Montreux del 2011, il "Farewell Concert" dei Cream del 1968, ci sono Ben Harper e i suoi Relentless7 dal Metro Theatre di Sydney e poi tanti concerti della serie Mtv Unplugged, come quello di Lauryn Hill del 2001. Il servizio funziona su abbonamento, si può scegliere di pagare una quota mensile o annuale ma è possibile vedere e ascoltare qualcosa anche gratis: chi paga può, sostanzialmente, vedere tutto come e quando si vuole, nel senso che può scegliere se guardare il concerto per intero o passare alle singole canzoni oppure può costruire la sua setlist preferita. Gratis invece si può scegliere tra spezzoni di concerti di artisti diversi, messi in successione come in una playlist suddivisa per genere. Ce ne sono trentatré: nella "Hip Hop" ad esempio si susseguono le esibizioni di Snoop Dogg e Tupac, in quella "Alternative" i Muse, i Gorillaz o i Nirvana e sotto il genere "Metal" ci sono parti di concerto di Alice Cooper, Mötley Crüe o Korn. Documentari, concerti e puntate di speciali tv dedicati alla musica dal vivo. I documentari sono davvero tanti, raccontano la vita di grandi artisti o ripercorrono la storia di un genere musicale. Tra le serie tv, invece, su Qello ci sono sia quelle dedicate ai musicisti più diversi, come Eric Clapton, Placebo, Macy Gray e Alanis Morissette, andate in onda su programmi dedicati come Unplugged su Mtv, o Soundstage sulla rete televisiva statunitense PBS, che la serie Classic Albums nella quale artisti come Who, Frank Zappa o Pink Floyd raccontano la genesi di loro album iconici. Comunque, la parte più interessante del sito è sicuramente quella dedicata ai concerti perché ci sono rarità come il set di Tupac alla House of Blues del 1996 o l'esibizione che Joni Mitchell ha fatto nella galleria dove erano esposti i suoi quadri. E poi ci sono anche i grandi classici. Queen: Live at Wembley Stadium. Nirvana: Live At The Paramount L'anno è il 1991, i Nirvana hanno da cinque settimane pubblicato Nevermind, quello che sarebbe diventato l'album di una generazione. La band è impegnata in un tour che la porta in giro per club e piccoli teatri, come il Paramount Theatre di Seattle dove la sera di Halloween, il 31 ottobre, Kurt Cobain mette in scena uno show carichissimo. Diciannove brani concentrati in un'ora e undici minuti di live.

Stefano Rossi

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MUSICA - UN MOMENTO DI RICORDO IN QUESTA TRISTE GIORNATA. W.A. MOZART DAL REQUIEM in re min. K 626, "Lacrimosa". NON DATE LIKE.

2018-08-14 19:54:25

Nel Requiem di Mozart, tra i momenti di maggior ispirazione drammatica, spicca il Lacrimosa. Con l'utilizzo di brevi frasi, di crome ascendenti e discendenti ai violini, e di una scrittura corale di grande respiro, Mozart riesce a ricreare un effetto di pianto, a stento trattenuto, di preghiera umile e devota, con un Amen conclusivo in forte, che esprime tutto il fervore religioso dell'autore. Testo e traduzione: Lacrimosa Lacrimosa dies illa, Qua resurget ex favilla judicando homo reus. Huic ergo parce, Deus. Pie Jesu Domine, dona eis Requiem! Amen! Lacrimosa Giorno di lacrime, quel giorno, quando risorgerà dal fuoco l'uomo reo per essere giudicato. Ma tu risparmiamo, o Dio. Pietoso Signore Gesù, Dona loro riposo! Amen!

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SCUOLA ED EUROPA - INTERVENTO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO BRUNO DAGNINI. QUALE IDEA DI EUROPA TRASMETTERE AI NOSTRI ALUNNI?

2018-08-13 12:31:19

Comenius, Erasmus, Leonardo... le parole magiche delle scuole europee. Progetti che hanno diffuso, e propagandato con tecniche pubblicitarie e immagini non molto diverse da quelle impiegate dalle agenzie di viaggi, il senso positivo di un'Europa vista come luogo di pace, di progresso, di benessere e di cooperazione tra i popoli. Si è parlato così di una generazione Erasmus, rappresentata da giovani intraprendenti e solidali, conoscitori delle lingue e proiettati verso un futuro di grandi opportunità e di libertà. Correvano felici verso gli Stati Uniti d'Europa, accompagnati dalla pubblicità e dalle competenze chiave per la cittadinanza europea, talmente fiduciosi (e inconsapevoli) che alla fine sono inciampati. Tutto questo dal 2011 non c'è più, nonostante i molti sforzi compiuti, anche da parte del Miur (e dell'Invalsi), per renderlo ancora credibile. Tutto questo, dopo la crisi dei debiti sovrani e il trattamento barbaro riservato alla Grecia, non incanta più. Infatti è diventato chiaro a molti che cooperazione, solidarietà e integrazione stavano solo nei depliant Erasmus, ma non nelle regole dell'eurozona. L'€uropa, quella col simbolo dell'euro, l'unica che conta, perché e solo il denaro che veramente la determina e la spiega, si basa invece su altri valori: - La competizione, tra lavoratori e tra stati, prima di tutto, e non soltanto in economia ma anche nella scuola (vedi strategia di Lisbona) e nella formazione. - Il divieto di solidarietà dell'Unione verso i paesi in crisi. - Le sanzioni contro gli aiuti, verso gli stati che, disobbedendo al principio cardine della competitività e della concorrenza, eventualmente soccorrano chi si trova in difficoltà (cittadini o imprese). - L'impegno a difendere, prima di ogni altra cosa, il valore della moneta e la stabilità dei prezzi, e dunque prima del lavoro, dei diritti sociali, dell'esigenza costituzionale di non creare disoccupati o sotto-occupati. Questa è la verità di un'Europa che ormai anche a scuola appare senza veli, e senza orpelli Comenius o Erasmus, come scrive Eurino Informino (soggetto collettivo per l'educazione alla cittadinanza italiana) nel primo post del blog. Il professore di Europa: ROMANO PRODI. Finché l'Europa è stata solo quella dei Comenius e degli Erasmus, gli europeisti hanno avuto vita facile. I giornali e i partiti erano pieni di professori di Europa, senza veri avversari. Uno in particolare è stato per noi importantissimo. Quest'uomo, per gli euristi, è ancora un sant'uomo. Competente, prudente, misurato, autorevole, internazionale: un modello che la pedagogia europeista propone ai giovani. Eppure, soprattutto negli ultimi anni di crisi, non appena ne incontra uno non perde occasione per lanciare un messaggio completamente diseducativo. Un messaggio, per essere educativo, non deve partire da informazioni false o incomplete. Non si può infatti educare disinformando. E bisogna ammettere che, da questo punto di vista, Romano Prodi avrebbe tutte le carte in regola per essere un ottimo insegnante. Sa comunicare con chiarezza, dispone di esperienze straordinarie, conosce l'Europa in profondità ed è prodigo di notizie, di aneddoti, di ricordi sempre veri e significativi, che ne fanno un testimone d'eccezione. Perciò, ascoltandolo, è facile entrare nella logica che ha portato alla creazione dell'euro, procurandosi gli strumenti necessari a comprendere come questa temeraria moneta, tossica per l'Italia ma non per la Germania, sia stata per noi una colossale fregatura. Dal punto di vista informativo Prodi è prezioso. I suoi racconti sono sempre interessanti e altamente istruttivi. Ma per educare non basta istruire. Occorre anche orientare, motivare, dare una prospettiva coerente e uno sbocco verso il futuro. E tutto ciò, purtroppo, in lui manca. E manca a lui perché manca all'Europa e all'euro. Prodi è istruttivo, eppure completamente diseducativo.....(continua al link https://eteronomiascolastica.blogspot.com/2018/07/educazione-uropea.html?spref=fb).

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