Stefano Rossi

Top Founder President

Stefano Rossi

Top Founder President

MUSICA DELLA BUONANOTTE - ARISA COMPIE 32 ANNI E DOLCEMENTE CI DEDICA "LA NOTTE".

2018-08-20 20:33:29

Un brano un po' malinconico e ben interpretato da Arisa, voce delicata e ben modulata. Il produttore è Mauro Pagani della PFM. Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare perché mi porto un dolore che sale, che sale Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché. E non arresta la corsa lui non si vuole fermare perché è un dolore che sale, che sale e fa male Ora è allo stomaco fegato vomito fingo ma c'è E quando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché, né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà La vita può allontanarci l'amore continuerà. Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare Ma c'è il dolore che sale che sale e fa male Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me Prosegue nella sua corsa si prende quello che resta ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa Vorrebbe una risposta, ma in fondo risposta non c'è Il sale scende dagli occhi, il sole adesso dov'è Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me. Che le parole nell'aria sono parole a metà Ma queste sono già scritte e il tempo non passerà Ma quando arriva la notte, la notte e resto sola con me La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà La vita può allontanarci l'amore poi continuerà E quando arriva la notte, la notte e resto sola con me La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché Né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà L'amore può allontanarci la vita poi, continuerà continuerà continuerà.

Stefano Rossi

Top Founder President

MUSICA - RICORDATE "MY SHARONA" ? DOUG FIEGER, CANTANTE E CHITARRISTA DEI THE KNACK AVREBBE COMPIUTO 66 ANNI.

2018-08-20 19:03:00

La canzone è del 1979, ma in Italia divenne un vero tormentone nel 2012 perché venne scelta come base per lo spot di una famosa marca di telefonia. Il celebre riff di My Sharona, a tutt'oggi uno dei più celebri e riconoscibili del rock, fu scritto dal chitarrista del gruppo, Berton Averre, molto tempo prima che egli si unisse agli Knack. Secondo quanto dichiarato dal leader del gruppo Doug Fieger, esisteva davvero una ragazza chiamata Sharona di cui era innamorato. Ogni volta che Fieger pensava a Sharona, gli veniva in mente il riff di Averre. I due musicisti lavorarono insieme sulla struttura e sulla melodia del brano, proprio partendo da quell'accostamento di idee. La donna del brano è Sharona Alperin, un'agente immobiliare che viveva a Los Angeles ed è proprio la ragazza che compare in foto sulla copertina originale del 45 giri. Il povero Doug morì prematuramente all'età di 57 anni per un carcinoma allo stomaco.

Stefano Rossi

Top Founder President

MUSICA - E ORA TOCCA ALLE RAPPER. ANCHE IN ITALIA LE MAJOR SI ACCORGONO DELLE VOCI FEMMINILI DELL' HIP HOP.

2018-08-20 13:39:04

Dal Corriere della Sera Il rap in Italia non è mai stato così vitale. Conquista stabilmente le classifiche, batte facilmente anche il pop più blasonato e così le major hanno pensato di mettere sotto contratto tre femcee, le rapper donna insomma. Dopo Baby K, che aveva iniziato nel 2008 con il rap per poi darsi al pop, adesso tocca a Priestess, Leslie e Nibirv portare la parità di genere all’interno di uno stile storicamente maschile e maschilista. Tutte nate intorno agli anni ‘90, hanno energia, voglia di esprimersi, e le loro rime stanno conquistando anche gli uomini. Un’impresa non certo facile. La più ascoltata della tripletta è Priestess. Nata nel 1996, Alessandra Prete (vero nome) ha superato il milione di ascolti su Spotify con Maria Antonietta, un brano che affronta temi tipici del rap, la quotidianità di una ragazza, i suoi svaghi, le sue preoccupazioni come sintetizzato dal verso «camere oscure, sapore di erba, le canne e i caffè, i vicini son fuori di testa, un po’ come me». Nata facendo cover jazz, rock e blues, sfrutta la sua dolcissima voce per tracce a metà strada tra il rap e la trap. Completamente diversa è Lisa Cardoni, in arte Leslie. Pescarese classe 1993, è emersa nel 2017 grazie a Bimbe (Holla), brano a quattro mani interpretato con le colleghe Nibirv, Ivonne e Hindaco. In lei spicca la furia nel rappare. «Nelle mie canzoni mi metto a nudo, parlo di me e di ciò che mi accade. Se un mese non riesco a pagare le bollette racconto della mia insoddisfazione per questa nazione, se però ho fumato parecchio, faccio un pezzo che parla di canne o magari di sesso». Omosessuale dichiarata, rispetto a molte colleghe non ammicca mai e non punta all’estetica. «Con i rapper uomini c’è un rapporto di stima reciproca, di sana competizione», racconta, «Con le donne invece la competizione è fisica, d’immagine, di click». I suoi primi video viaggiano intorno alle 50mila visualizzazioni su Youtube mentre l’ultimo singolo, Oh My Goodness dell’aprile scorso, conta 66mila ascolti su Spotify. Per il futuro ha in serbo un album. «Ho tantissima musica da pubblicare», sottolinea con la gradevole sfrontatezza che riversa nei suoi brani. Chiude la tripletta Nibirv (si legge Nibiru). La sua voce è molto musicale e si concede anche qualche incursione nell’elettronica. Nata a Bologna nel 1989, Sofia Buconi ha esordito anche lei nel 2017 con Bimbe (Holla) e poi, nel 2018, sono arrivati i primi singoli da solista, Come Kurt Cobain (68mila ascolti su Spotify) e Deadlift (11mila). «Deadlift (lo stacco da terra dei pesisti) l’ho scritta mentre lavoravo in palestra e ha una doppia lettura: voglio esprimere il mio amore per l’attività fisica ma anche criticare l’ossessione per il corpo». Per lei la questione di genere nel rap è complessa: «Il mercato discografico è maschilista perché le donne sono ascoltatrici più attente, seguono di più gli artisti e comprano di più», sintetizza. Ma ha un’arma vincente: «Ho trovato un modo nuovo di esprimermi e affrontare tematiche femminili nel linguaggio degli uomini». Questa dell’identità è una delle questioni più spinose del rap femminile. «Le donne devono imparare a scrivere testi, non si può andare avanti con artiste che rappano strofe altrui, magari scritte da uomini», spiega Paola Zukar, la più importante manager del rap in Italia. Energica 49enne, calca la scena underground fin dalla prima ora e tra i suoi artisti figurano nomi di spicco come Fabri Fibra, Marracash, Clementino ma nessuna donna. «Il rap è competitivo, aggressivo, e queste non sono certo le prime due caratteristiche che vengono in mente in una donna», spiega. Ciò vale anche per gli Stati Uniti dove dagli anni ‘90 ci sono femcee di successo come le decane Missy EElliott e Lauryn Hill e le più giovani Nicki Minaj e Cardi B, ma rimangono un’esigua percentuale. «Le ragazze da noi copiano ancora troppo — riprende Zukar —. Pensano ai vestiti firmati, usano le parolacce e l’aggressività degli uomini». La vera rivoluzione, secondo lei, ci sarà quando «le femcee troveranno una loro identità ben definita di donne, di artiste e di italiane».

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111