Stefano Rossi
Top Founder President
SCUOLA E INFANZIA, MA NON SOLO - IL PEDIATRA? PRESCRIVE GIOCO.
2018-08-30 15:30:46
Vitamina D, tachipirina e due ore di gioco. È la prescrizione (atipica) che L' American Academy of Pediatrics suggerisce ai medici statunitensi per i piccoli in età prescolare. Se vuoi BAMBINI creativi, curiosi e più sani, con le abilità giuste per il ventunesimo secolo, lasciali giocare: è questo il titolo dello studio clinico anticipato online sul sito dell' Aap che dimostra come l'attività ludica sia fondamentale per la costruzione del cervello e rappresenti un importante cuscinetto anti stress. Tanto che Michael Yogman, uno degli autori principali del rapporto, conclude: " Stiamo raccomandando ai pediatri di prescrivere il gioco ". L'allarme è concreto. I piccoli statunitensi passano davanti alla tivù in media quattro ore e mezzo al giorno. Una ricerca su un campione di 8.950 bambini dai tre ai cinque anni dimostra che solo il 51 per cento esce a fare una passeggiata o a giocare nel parco con un genitore. E i vari dispositivi elettronici, che spesso svolgono la funzione di babysitter, risultano in realtà meno efficaci a stimolare la creatività di quanto non siano pastelli, cucchiai di legno, puzzle, palloni e altri banalissimi oggetti alla portata di tutti. Per dire: una banana che diventa una cornetta del telefono nelle mani di un bimbetto è più costruttiva di uno smartphone. Il gioco, insomma, è una cosa seria, anche quando non sembra. Fa parte del nostro patrimonio evolutivo. Giocano gli animali ed, a maggior ragione, gli esseri umani. "Il problema è quando un adulto vuole imporre i suoi parametri ai figli: per esempio di non fare rumore, non sporcare, non mettere in disordine", scherza la psicoterapeuta Stefania Andreoli, presidente dell'associazione Alice Onlus di Milano, che nelle ultime settimane si è dovuta arrendere al gioco "Barbie in piscina" ogni volta che non poteva portare a nuotare le sue due figlie. "Il meccanismo di identificazione passa anche da lì...Ma e' molto importante in quei momenti non guardare i bambini dall'alto in basso,ma capire le loro esigenze, interpretare i loro gesti e accettare un po' di disordine in casa!" Come lei la pensa la psicologa Susanna Mantovani, professoressa emerita della Bicocca di Milano, che aggiunge:"Nel gioco i bambini si danno le regole da soli e imparano a rispettarle, si assegnano i ruoli, sperimentano". Giocando si negozia, si impara a perdere, si immagina, si empatizza. Alla Mantovani, però, ha procurato un lieve sussulto l'idea di una prescrizione medica, alla stregua di un antibiotico in sciroppo. "Suona come un'ossimoro, è paradossale, perché un bambino dovrebbe giocare così come mangia e respira". È vero, però, che la realtà americana è diversa da quella italiana. "La nostra scuola dell'infanzia è ancora un'istituzione dell'eccellenza: lo spazio del gioco è garantito". Mentre negli Stati Uniti i piccoli sono sottoposti ad attività performanti e a programmi che non contemplano l'ozio o tempi morti, nonostante uno degli studi portati a corredo dall'American Academy of Pediatrics dimostri che ai giovanissimi alunni di tre e quattro anni basti giocare con le maestre o con i compagni per almeno un quarto d'ora per ridurre l'ansia. Giocare è una cosa da bambini, ma non solo tra bambini. È importante che i genitori condividano alcuni di questi momenti con i figli. Anche se Susanna Mantovani avverte: " Io sono una nonna bravissima a leggere le storie, ma non sono portata per altre attività. Ognuno deve seguire la propria indole". E se poi la raccomandazione arriva dal pediatra di famiglia, tanto meglio. " Da noi in Italia sono ancora ascoltati. Per fortuna. (fonte Corriere della Sera)
Stefano Rossi
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MUSICA - 29 AGOSTO 1920, NASCE CHARLIE PARKER DETTO "BIRD", FONDATORE DEL BEBOP. "NOW'S THE TIME"
2018-08-29 19:01:29
E' ricordato per essere stato uno dei padri fondatori del movimento musicale chiamato bebop, oltre che per la sua padronanza della tecnica sassofonistica. La fama di Charlie Parker esplode nel 1945. Le incisioni di Billie's Bounce, Ko Ko, Now's the Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione nel mondo musicale afro-americano, segnando per sempre la storia del jazz. In particolare Ko Ko viene generalmente considerata essere la prima registrazione di un brano in stile bebop mai effettuata, oltre che il manifesto musicale del nascente genere. Charlie Parker raccontò di avere accidentalmente "creato" il bebop mentre improvvisava suonando Cherokee, un brano di Ray Noble. Lo suonò così tante volte che alla fine ne aveva la nausea, ma si accorse che impiegando come linea melodica gli intervalli più alti degli accordi e mettendovi sotto armonie nuove, simili, stava suonando qualcosa di "nuovo", una sorta di ritmo musicale insolito che aveva dentro di sé. Reputato uno dei padri fondatori del jazz moderno, Charlie Parker fu uno dei musicisti più innovativi e influenti dell'intera storia del jazz. Dagli anni cinquanta ad oggi, il mondo della musica jazz (e non solo) si è trovato a dover fare i conti con l'influenza dell'opera di Parker. Legioni di sassofonisti imitarono il suo stile e il suo modo di suonare. Come importanza, la figura di Parker è paragonabile forse solo a quelle di Louis Armstrong e Miles Davis: tutti e tre stabilirono quali erano i canoni definitivi dei loro strumenti per decenni interi, fecero compiere veri e propri balzi in avanti nella comprensione, nell'ideazione e nell'esecuzione musicale, e ben pochi non si lasciarono influenzare dai loro stili. In particolare la figura carismatica di Charlie Parker contribuì enormemente alla fortuna del sassofono contralto, spingendo sempre più appassionati verso questo strumento. La musica di Parker, considerata un tempo solo l'espressione artistica di una minoranza rivoluzionaria all'interno della comunità afroamericana, continua a oltre cinquant'anni dalla nascita a essere studiata e ad influenzare la musica americana.
Stefano Rossi
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MUSICA - OGGI MICHAEL JACKSON AVREBBE COMPIUTO 60 ANNI. "SMOOTH CRIMINAL".
2018-08-29 15:25:07