Silvia Pellas
Founder Junior
La dipendenza affettiva parte due dal mio libro “la dipendenza affettiva “
2018-12-02 23:38:23
In che cosa consiste la dipendenza affettivaLa persona che soffre di dipendenza affettiva è sicuramente una persona estremamente insicura molto probabilmente in seguito a esperienze precoci relazionali non positive di cui ho parlato in precedenza. E’ una persona che tende ad appoggiarsi totalmente alla figura scelta come affettivamente importante e spesso dedica tutte le sue energie e risorse all’altro nel tentativo più o meno inconscio di essere talmente importante e indispensabile da non rischiare di essere lasciata. La persona dipendente affettivamente ha una spaventosa paura di essere abbandonata e per evitare di incorrere in questa sofferenza che apre un vuoto e una angoscia incolmabile è disposta a fare di tutto per evitare questo evento, spesso anche a passare sopra i propri bisogni e i propri desideri pur di accontentare la persona amata. L’individuo sofferente è talmente terrorizzato dall’idea di un possibile abbandono che può diventare totalmente compiacente e disponibile ma spesso cela dietro questa apparente compiacenza una rabbia profonda per i suoi desideri insoddisfatti e un grande senso di solitudine.Ci sono persone che dedicano tutta la vita all’altro rinunciando al loro lavoro, alla loro creatività, magari hanno doti artistiche ma le mettono da parte nel timore del disaccordo del compagno o della compagna e così se non se ne accorgono in tempo perdono una parte importante di sé stesse. Davanti poi ad un effettivo allontanamento della persona amata non sanno più chi sono, questo perché spesso hanno passato la maggior parte del proprio tempo e delle proprie energie ad accontentare e rincorrere i desideri dell’altro, al punto che non sanno più identificare i propri. Una volta sole, si sentono perse, vuote inconsistenti e con un senso di angoscia incolmabile. Questi momenti sono altamente drammatici e spesso non compresi nel loro effettivo valore dalle persone amiche in quanto non possono immaginare quanto quella disperazione sia pervasiva dell’intera persona proprio perché richiama tematiche e problematiche non risolte risalenti all’età infantile. Spesso le persone vicine pensano di essere utili elargendo consigli senza rendersi conto non solo di non essere di nessuno aiuto ma spesso di essere di maggiore danno. Se la persona dopo un po’ di tempo dalla perdita del coniuge o della compagna riesce a ritrovare il proprio equilibrio interiore, purtroppo questo si rivela un effetto solo momentaneo, cioè si instaura una sorta di equilibrio precario che durerà fino a quando la persona non incontrerà il successivo oggetto d’Amore. In questo nuovo rapporto la persona, pur mossa da un grande desiderio di non commettere più gli stessi errori, riproporrà in maniera quasi del tutto inconscia lo stesso modello di comportamento e di attaccamento che aveva portato alla fine il rapporto precedente, creando così una sofferenza senza fine. Tra l’altro la persona che soffre di dipendenza affettiva, quando il rapporto con il partner finisce, ha la tendenza a sostituirlo immediatamente con un’altra figura affettiva per colmare le enormi carenze e il senso di solitudine che prova, ma questa scelta essendo dettata dal bisogno contribuisce a perpetuare il dolore dell’individuo, in quanto il bisogno lo acceca e quindi la scelta della persona si rivela per la maggior parte delle volte inappropriata e superficiale con le conseguenze che possiamo intuire che portano l’individuo a una condizione sempre maggiore di disperazione e solitudine.
Silvia Pellas
Founder Junior
La dipendenza affettiva dal mio libro “La dipendenza affettiva”
2018-12-02 21:45:08
La dipendenza affettiva è una problematica che suscita il mio più vivo interesse in seguito ad esperienze personali di vita vissuta e in seguito alla conoscenza di numerose persone che soffrono molto a causa di questa sorta di “disabilità affettiva” così come io sono consona chiamarla a causa delle disfunzioni che provoca a livello delle relazioni sociali e personali. Rimane però una sorta di “disabilità” fino a che non si decide di affrontarla, magari attraverso l’aiuto di un bravo terapeuta che può essere un Counselor, uno Psicoterapeuta che lavora tramite una psicoterapia dinamica o che utilizza altre modalità di analisi psicologica a seconda di quanto questa problematica incida attivamente sulla nostra vita. Quando è che una persona decide attivamente di farsi aiutare? Forse quando ha sofferto abbastanza ed è arrivato ad un punto per cui deve fare qualcosa per lenire l’angoscia che altrimenti attanaglia la propria vita attirando tragicamente una delusione dopo l’altra, in altri casi i parenti disperati e dispiaciuti dallo stato sofferente del proprio amato cercano di direzionarlo a un bravo professionista che lo sappia aiutare ma in questi casi essendoci una motivazione più labile, il percorso sarà probabilmente più tortuoso. Io penso che la decisione consapevole di prendere in mano le redini della propria vita e affrontare con coraggio tutta questa sofferenza sia un elemento primario e decisivo per avere una possibilità concreta e reale di uscire da questa problematica che ha origini -come vedremo- profonde spesso a causa di un rapporto disfunzionale con i nostri Caregiver primari. Purtroppo esiste una grande quantità di persone che convive per anni con questa sofferenza in completa solitudine o solo sfogandosi con amiche che spesso hanno lo stesso problema o un problema con sfumature simili ma soprattutto che non hanno le risorse e le competenze per essere efficacemente di aiuto alla persona amata. In questo percorso nell’analisi di questa problematica affettiva vorrei partire dalla comprensione della modalità e delle problematiche che si possono presentare nell’età evolutiva e che possono avere un effetto incisivo e concreto sulle nostre vite relazionali future.
Silvia Pellas
Founder Junior
Terapie Egizie Essene
2018-12-02 15:04:55