Risposta a Giobbe, Jung 1952 Quando ha limite la pazienza di Giobbe? La frustrazione assume caratteri latenti che attingono dall'inconscio collettivo per divenire conscio collettivo. In tale passaggio tutti i caratteri positivi della frustrazione si depauperano della loro carica positiva per divenire, secondo i dettami sociali economici o politici, ciò che è logico, corretto perseguire. Il potente 'messaggio di identificazione con ciò che è divino' si tramuta in ciò che 'è corretto' in un archetipale corrotto. Il percorso viene accorciato e si denatura in un passaggio breve. Nella nostra mentalità socialmente degradata 'si lava' la frustrazione in archetipali comportamenti empatici quali salvare un animaletto o far crescere un albero. Viene meno la funzione identificativa con il divino e con il mito. La frustrazione relegata a un negativo da estirpare come onta. L'essere frustrato si identifica con 'sfigato' e così si rinuncia alla Prova. Si rinuncia alla Tradizione eroica e si afferma solo la latente non idoneità ad essere Eterni in intimità con Dio.