IL LIBRO ROSSO DI JUNG
Founder President
"Se riusciamo a capire e a sentire che già in questa vita abbiamo un legame con l'infinito i nostri desideri e i nostri atteggiamenti mutano. Quanto più un uomo corre dietro a falsi beni e quanto meno è sensibile a ciò che è essenziale, tanto meno soddisfacente è la sua vita. Si sentirà limitato perchè limitati sono i suoi scopi." (Carl Gustav Jung)
IL LIBRO ROSSO DI JUNG
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"Come è duro il destino! Nell’accostarvi alla vostra anima vi accorgerete, per prima cosa, della mancanza di un senso. Crederete di sprofondare in un mondo insensato, nell’eterno disordine. Avete proprio ragione! Nulla vi potrà salvare dal disordine e dalla mancanza di senso, perché essi costituiscono l’altra metà del mondo. Il vostro Dio è bambino nella misura in cui voi non siete infantili. Il bambino è forse ordine, senso? Oppure disordine, capriccio? Disordine e insensatezza sono le madri di ordine e senso. Ordine e senso sono aspetti di ciò che è già diventato e non di ciò che è in divenire. Aprite la porta dell’anima affinché nel vostro ordine e nel vostro senso possano affluire le oscure correnti del caos. Sposate il caos con ciò che è ordinato e darete vita al bambino divino, al senso superiore che è al di là di senso e controsenso. Avete timore di aprire quella porta? Anch’io avevo paura, giacché avevamo dimenticato che Dio è terribile. Cristo ha insegnato: Dio è amore. Ma dovete sapere che l’amore è anche terribile. (…) Per sei notti tacque poi in me lo spirito del profondo, perché oscillavo tra paura, ostinazione e nausea, ed ero totalmente in preda alla mia passione. Non potevo, né volevo, tendere l’orecchio verso il profondo. Nella settima notte però lo spirito del profondo mi parlò: «Guarda nel profondo di te stesso, prega il tuo profondo, ridesta i morti. Ma io mi sentivo impotente e non sapevo che fare. Guardai dentro di me, e l’unica cosa che trovai fu il ricordo di sogni più antichi, che avevo trascritto, pur non sapendo a cosa ciò potesse servire. Avrei voluto gettar via tutto e tornare alla luce del giorno, ma lo spirito mi trattenne e mi costrinse a rientrare in me stesso". (Libro Rosso, Liber primus, cap.III, Al sevizio dell'anima, pp. 235-236.) L’Io è fragile..oscilla..ma rientra in sè. La tensione è dovuta al fatto che l’Io, è attratto dal profondo, anche se una parte di lui è ancora legata allo spirito di questo tempo... ma vince la tentazione di tornare alle antiche abitudini del sua vita quotidiana e si affida allo spirito del profondo, con le sue ombre e le inquietudini che ne scaturiscono. Iniziale figurata capoverso del II cap. del Liber Primus: Anima e Dio. (Scatto dal mio Libro)
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