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"Chi ha sperimentato che, attraverso i simboli, gli opposti si possono "naturalmente" unire in modo da non divergere e non essere più in conflitto tra loro, ma in modo tale che si completino vicendevolmente e diano forma e significato alla vita, non trova più difficile concepire l'ambivalenza dell'immagine di un Dio-natura o di un Dio-creatore.

Al contrario, capirà allora il mito della necessaria incarnazione di Dio - l'essenza del messaggio cristiano - come il proficuo confronto dell'uomo con gli opposti e la loro sintesi nel "Se'", la totalità della sua personalità."

(C.G.JUNG)

Magico Jung! 🙌🙌🙌

La vera unione è in Noi, dobbiamo solo replicare all'estero ciò che è all'interno. Cosa rende tutto ciò cosí difficoltoso? L'affanno dei sensi e della materia. 🌿🌿🌿

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"Tu, uomo, non cercare il femminile nella donna, ma cercalo e riconoscilo in te, poichè tu lo possiedi sin dal principio.....[..]... tu, donna, non cercare il maschile nell'uomo, ma prenditi piuttosto cura del lato maschile presente in te, poichè tu lo possiedi sin dal principio."

[Jung - Liber Novus]

Perché siamo incapaci di accontentarci? Perché non siamo ragionevoli? Perché non si fa esclusivamente il bene, e si è sempre costretti a cedere un angolo anche al male? Perché ora diciamo troppo, ora troppo poco? Perché si compiono sciocchezze che, con un po’ di riflessione si potrebbero evitare facilmente? E anzi, che cos’è che ci attraversa continuamente la strada e paralizza le nostre migliori intenzioni? Perché esistono uomini che non notano tutto questo, o che non sono neppure in grado di ammettere che le cose stanno veramente così? Perché infine questo gregge di uomini, quando sia ammassato insieme, provoca la follia storica di questi ultimi trent’anni? Perché non è già riuscito a un Pitagora, 2400 anni fa di fondare definitivamente il regno della salvezza o al cristianesimo di erigere il regno di Dio in terra?

La vecchia concezione da tempo in disuso dell’uomo come microcosmo, rappresenta in effetti una grande verità psicologica ancora da scoprire. Un tempo questa concezione era proiettata sul corpo, come l’alchimia proiettava la psiche sulla materia chimica.

Le cose stanno invece altrimenti se si intende per microcosmo quel mondo e quella natura interiore che ci si svela esitante nell’inconscio. Questa intuizione trapela anche nelle seguenti parole di Origene: “Renditi conto di essere in piccolo un secondo mondo, e che in te sono il Sole, la Luna e anche le stelle”.

E come il mondo non è un ammasso eterogeneo in disgregazione, ma riposa sull’unità dell’amplesso divino, così anche l’uomo non deve dissolversi nella molteplice contraddittoria eterogeneità delle possibilità e delle tendenze a cui l’inconscio lo spinge bensì trasformarsi in un’unità che le comprende tutte. Dice Origene in termini efficacissimi: Vedi come colui che sembra essere uno non è uno ma in lui appaiono tante (diverse) persone quante sono le sue peculiarità”.

Essere posseduti dall’inconscio significa appunto essere dilacerati in molti e in molte cose, una “disiunctio”. Perciò per Origene il fine del cristiano è divenire un uomo interiormente unitario. L’accentuazione unilaterale della comunità ecclesiastica esteriore non realizza naturalmente questo fine, ma al contrario offre nolens volens alla disgregazione interiore un recipiente esterno, la comunità dell’Ecclesia appunto, senza con ciò trasformare realmente la disiunctio interiore in una coniunctio.🌿🌟

(Carl G.Jung.)

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