"Perciò, l’ultima cosa che vorrei dirle, mia cara amica, è che la vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. È nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o, se preferisce, di rispondere, a ogni passo, il nostro cammino. (...)Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo." - Jung
"L'iniziazione non è comunicabile alla stessa maniera di quella di un professore che nell'insegnamento profano comunica ai suoi allievi formule attinte dai libri, formule che essi dovranno soltanto immagazzinare nella loro memoria; si tratta qui di una cosa che, nella sua essenza stessa, è propriamente incomunicabile, poiché sono stati da realizzare interiormente". .'. - Carl Gustav Jung
«Mentre ero lì feci una visita all'eremo di Flueli e alle reliquie del Fratello Klaus, che da poco tempo era stato beatificato: mi chiesi come facessero i cattolici a sapere che era in istato di beatitudine. Forse andava ancora in giro e lo aveva detto alla gente? Ero fortemente colpito dal genius loci, e non solo riuscivo a immaginare la possibilità di una vita così totalmente dedicata a Dio, ma anche a giustificarla. Ma ci riuscivo con un certo intimo tremore, e ponendomi una domanda, alla quale non sapevo dare risposta: come avevano potuto adattarsi la moglie e i figli ad avere un santo rispettivamente come marito e come padre, quando, secondo me, erano proprio i difetti e le colpe di mio padre che ce lo facevano amare? "Sì" pensavo "come si può fare a vivere con un santo?"» - (Ricordi, sogni, riflessioni – Gli anni di scuola
Carl Gustav Jung)