Simone Nania

Founder Executive

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Grazie a Dio è venerdì, sorridete. Sembra questo il messaggio trasmesso dalla buffa faccia di questa libellula (Aeshna cyanea): per scoprire le mille e straordinarie facce degli insetti vi invitiamo a visitare la nuova fotogallery. La famiglia delle Aeshnidae raggruppa le libellule più robuste dell’intero Ordine che vivono in tutto il mondo accanto all’acqua stagnate, in zone paludose, lungo sentieri e siepi ma anche in città. Le femmine depongono le uova in piccoli gruppi, all’interno di tagli praticati nella vegetazione.

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Questa grossa cavalletta, o catidide dalla testa chiodata (Copiphora sp.), è un insetto notturno e tropicale che libera il suo canto proprio al calar della sera. I maschi possiedono speciali organi per la produzione del suono sulle ali anteriori. Le femmine friniscono in risposta al richiamo stridulo dei maschi con una sorta di filastrocca "katy did, katy didn't", da cui deriverebbe il loro nome. Un canto, questo, che fa parte di un rito di corteggiamento che si compie alla fine dell'estate. I catididi nel mondo sono divisi in quasi 4.000 specie, delle quali almeno 2.000 vivono nelle foreste pluviali dell'Amazzonia, nutrendosi di foglie, fiori e frutta e rappresentando una parte importante della dieta di molti animali come scimmie, uccelli e pipistrelli.

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Forse a prima vista non ha l’aria familiare, ma questo bruco in realtà è un Vip sotto mentite spoglie. Una volta completata la sua metamorfosi infatti, si trasformerà in una sfinge testa di morto (Acherontia atropos), la falena famosa per la sua comparsa – da “attrice” non protagonista – nel film Il silenzio degli innocenti. In effetti l'insetto da adulto ha un aspetto un po' più macabro di questo bruco sgargiante. E' di color marrone scuro e soprattutto ha sulla schiena, una macchia chiara che ricorda la forma di un teschio. Per questo curioso dettaglio la poverina è da sempre al centro di superstizioni e leggende funeree. Già a metà dell’Ottocento, molto prima che diventasse una “star” cinematografica, lo scrittore statunitense Edgar Allan Poe ne aveva parlato in uno dei suoi Racconti del Terrore.

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