Simone Nania

Founder Executive

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Difficile cogliere (qui c'ha pensato lo scatto prodigioso di una foto ad alta velocità) proprio l'attimo in cui una rana temporaria (Rana temporaria) si tuffa in acqua, l'ambiente che predilige per riprodursi. Questo Anuro, che ama vivere in boschi praterie montane, ma sempre in prossimità di ruscelli, laghi o pozze temporanee che si formano per il disgelo, deposita le sue uova proprio in acqua, in masse rotondeggianti che al loro interno possono contenere fino a 400 uova. Se le condizioni climatiche non sono favorevoli le larve sono capaci di attendere la fine dell'inverno prima di evolversi in rane adulte (cosa che in caso contrario avviene in 2 mesi e mezzo).

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Guardatela bene perché senza l’aiuto di uno zoom fotografico questa ranocchia (Theloderma corticale) è praticamente introvabile. Merito della sua pelle bernoccoluta piena di sporgenze verdi e marroncine che ricorda consistenza e colori del muschio. Il travestimento ideale per camuffarsi perfettamente nelle umide foreste tropicali del Vietnam, dove vive. Vederla da vicino è quindi un evento piuttosto raro, e non solo per le sue abilità mimetiche: la progressiva deforestazione del suo habitat naturale sta mettendo in serio pericolo la sua sopravvivenza, tanto più che questa raganella – che da adulta è lunga circa 7 centimetri – spesso si annida e si riproduce all’interno dei tronchi degli alberi, nelle cavità dove si deposita un po’ d’acqua piovana. Inoltre la particolare struttura della sua pelle la rende spesso oggetto di un commercio illegale che l’allontana forzatamente dal suo ecosistema.

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Questi schermi trasparenti di circa 60 centimetri di diametro sono in grado di sfocare parte della luce solare e perciò di "smorzare" l'irraggiamento quanto basta per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Se noi, durante i giorni di solleone, ci armiamo di occhiali e cappello per impedire al calore di cuocerci occhi e cervello, perché non fare altrettanto con la Terra? È quello che hanno proposto alcuni scienziati come misura contro il surriscaldamento terrestre: mettere in orbita intorno all'equatore un anello di particelle, o di micro-navette spaziali, che disperdano la luce. L'idea è di ridurre la quantità di radiazione solare che arriva fino alla superficie terrestre e controllare così l'aumento della temperatura causato dai gas serra.

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