Simone Nania
Founder Executive
Una fioritura di fitoplancton nel Baltico, vicino all'isola di Gotland, ha reso visibili le correnti marine fornendo un'immagine di grande effetto. L'ecologo e futurologo James Lovelock, ideatore dell'ipotesi Gaia, ha recentemente aggiunto una sua proposta alla lista dei rimedi per il riscaldamento globale. L'idea di Lovelock è quella di rimescolare l'acqua degli oceani portando in superficie quelle più fredde e ricche di nutrienti, per favorire la fioritura di fitoplancton. Il fitoplancton vive alla superficie degli oceani e ha molte qualità, come quella di "cibarsi" di CO2 estraendola dall'aria: una dieta molto vantaggiosa anche per noi. Quando muore, poi, affonda portando con sé quanto ha mangiato. Una proposta alternativa a quella di Lovelock (che non si perde in dettagli come l'energia necessaria ai suoi mescolatori) è quella di fertilizzare col ferro la superficie dell'oceano: questo metallo, infatti, stimola lo sviluppo del fitoplancton, e grandi "fioriture" di questi piccolissimi organismi marini aiuterebbero a eliminare un po' del gas eccedente dall'atmosfera. Sarebbe comunque solamente un aiuto temporaneo, ammette lo stesso Lovelock, visto che la temperatura della Terra continuerà a crescere per un certo periodo di tempo anche se riuscissimo ad arrestare oggi stesso tutte le emissioni di gas serra. Altri scienziati prendono le distanze ancora più nettamente: un eccessivo prelievo di CO2 da parte del plancton renderebbe più acide le acque profonde, impoverendole di ossigeno e creando un ambiente difficilmente abitabile per molte specie.
Simone Nania
Founder Executive
Un'eruzione a base di magma e lapilli è uno spettacolo affascinante. Purtroppo, circa la metà dei vulcani in attività ha eruzioni esplosive, con nubi ardenti e colate di fango. Anche l'Italia ha le sue soluzioni per quanto riguarda i rifiuti. Una delle più fantasiose è stata riportata alla ribalta dai recenti problemi campani: sfruttare il magma dei vulcani come enorme inceneritore ecologico. Un'idea che viene spesso riproposta, forse perché sembra molto semplice. Ma non è così. Nella camera magmatica superficiale si trovano rocce fuse, dicchi e filoni magmatici che non lasciano spazio ad altro materiale. Ma, anche se ci fosse il posto, la camera è collegata al cratere da condotti piuttosto stretti e sarebbe impossibile introdurre i rifiuti "contro" la pressione dai gas vulcanici. E se anche fosse tecnicamente possibile, la spazzatura verrebbe in parte vaporizzata, e in parte ci ricadrebbe sulla testa senza neppure regalare lo spettacolo di un'eruzione.
Simone Nania
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