Simone Nania
Founder Executive
L'unico commento possibile per questa immagine è il racconto crudo del fatto: il ragazzo è uno dei tanti che nuotano nelle acque inquinate del fiume indiano Yamuna per raccogliere le offerte lanciate dai fedeli. C'è però, in questo caso, una "curiosità" da aggiungere: lo scatto è datato 5 giugno (era il 2010), ossia la giornata che buona parte del mondo dedica all'ambiente. L'avvelenamento delle acque è uno problemi più seri che affligge la maggioranza povera della popolazione indiana che, in molti casi, ancora oggi, non ha accesso all'acqua potabile. La mancanza di un sistema fognario in gran parte del Paese e la totale assenza di leggi che proibiscano alle aziende di scaricare i loro rifiuti nel più vicino corso d'acqua fa sì che ogni ruscello, lago o fiume sia una discarica di liquami a cielo aperto. Una delle situazioni più critiche riguarda il Gange, il grande fiume sacro agli induisti: secondo il Ministero indiano per l'ambiente ogni giorno vi finiscono dentro quasi 3 miliardi di litri di acque reflue, di cui poco meno di un terzo trattate dai depuratori. In più, le grandi dighe idroelettriche costruite lungo il suo corso favoriscono la crescita di organismi vegetali (eutrofizzazione) mutando definitivamente l'ecosistema del fiume
Simone Nania
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Fa più male a vedere dove vivono o a vederli sorridere persino dove vivono? Persino in una discarica strapiena di immondizia di ogni tipo, tra odori nauseabondi ed esalazioni tossiche, persino in luoghi come questi ci sono bimbi che ridono e giocano come fossero al parco giochi sotto casa. Come i due piccoli afgani della foto, che giocano con le bottiglie di plastica sopra una pozza di acqua inquinata dal percolato vicino a Kabul, in Afghanistan
Simone Nania
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