Roberto Galante

Founder Junior

IL NUOVO PANNELLO SOLARE CHE POTREBBE PRODURRE, OLTRE CHE ENERGIA ELETTRICA, ANCHE ACQUA POTABILE PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO.... Il problema dell’acqua potabile è ben più grande di qualsiasi altro problema esistente in fattore di risorse: c’è chi si lamenta della fine del petrolio, ma con il petrolio non si può bere. Un dispositivo compatto che riutilizzo l' energia termica che altrimenti andrebbe 'sprecata' dai pannelli solari potrebbe aiutare molte persone in paesi poco sviluppati a ottenere acqua purificata e potabile. Sono circa 780 milioni le persone che hanno difficoltà a trovare acqua pulita e elettricità disponibile. Una frazione dell'irradiazione solare che colpisce naturalmente il pannello diventa energia termica e solitamente va dispersa in ambiente. Con uno speciale pannello solare in studio in Arabia Saudita il calore passerebbe attraverso le membrane interne al pannello, permettendo la 'distillazione' gratuita dell'acqua. Un singolo metro quadro di pannelli produrrebbe 1,6 litri di acqua ogni ora, senza compromettere la produzione elettrica del pannello fotovoltaico. L'obiettivo è quello di creare un dispositivo efficiente, in grado di trovare il massimo risultato elettrico e di produzione d'acqua. Elettricità e acqua sono elementi interdipendenti per il futuro dell'umanità. Tutto questo è legato all'acqua del mare, notoriamente non potabile per la sua alta salinità. Con questo sistema intere popolazioni potrebbero dunque bere acqua desalinizzata, praticamente a costo zero. La tecnologia è davvero promettente, con interessi anche da parte della Cina e degli Stati Uniti.

Roberto Galante

Founder Junior

CI VESTIREMO DI PLASTICA: QUANDO LA SPAZZATURA DIVENTA UN MARCHIO.... VERO ESEMPIO DI ECONOMIA CIRCOLARE.. Con una ventina di bottiglie di plastica si può fare un maglione in pile. Da 235 grammi di reti da pesca, che altrimenti finirebbero nell’immondizia del mare, si ricava un metro di tessuto. Da 70 bottiglie di plastica si ottiene un metro di filato riciclato con cui si possono fare giacche, giacconi, calzoni, calzini. La plastica, nella sua seconda vita, s’inventa nuove vite. Così con i copertoni di un’auto o di un camion riciclati si possono fare suole per scarpe. Con i fondi e gli scarti della lavorazione del caffè mischiati a polimeri recuperati si possono fare giacche dagli affascinanti colori sahariani. I tappi delle bottiglie diventano lacci per le giacche a vento o stringhe per calzature sportive. Questa sarà la sfida dei prossimi anni. Una delle sfide per cui i ”rifiuti sono una buona notizia” e si trasformano nel valore aggiunto di prodotti che fanno dell’ecosostenibilità quasi un elemento distintivo e di marketing. Cresce il numero delle aziende che puntano sull’ecosostenibilità che diventa un plus che i consumatori sembrano apprezzare anche se per acquistare si deve spendere qualcosa in più. E proprio dalla moda arriva l’ultima sfida. Sono già molti i progetti che presentano un piano d’azione innovativo per ripulire i mari dai rifiuti di plastica. “Upcycling the oceans” è un’iniziativa dell’azienda d’abbigliamento spagnola Ecoalf che trasforma la plastica recuperata dal mare in abiti, giacche e borse di prima qualità. L’idea nasce dal fondatore e proprietario dell’azienda, Javier Goyeneche, che osservando le grandi quantità di rifiuti che le reti da pesca raccolgono durante le spedizioni al largo, con il suo team di ricercatori si è chiesto se tutta quella spazzatura si potesse riciclare per pulire le acque proprio con l’aiuto dei pescatori. Dopo un periodo intenso di studio e ricerche, oggi Ecoalf collabora con duecento pescherecci in undici porti e raccoglie circa una tonnellata di rifiuti al giorno provenienti dal mar Mediterraneo. Con i rifiuti di plastica recuperati, viene realizzato un eco-filato adatto a confezionare grandi quantità di abiti. Con il progetto “Upcycling the oceans” la moda si rivela un settore estremamente innovativo dal punto di vista della sostenibilità. E, proprio come dimostra il fondatore dell’azienda, è possibile applicare ai materiali riciclati “la stessa qualità, disegno e proprietà tecniche dei migliori articoli non riciclati”.

Roberto Galante

Founder Junior

In Australia stanno lavorando alla prossima generazione di batterie termiche per l’accumulo dell’energia solare. L’obiettivo del team è quello rendere flessibile la produzione dei sistemi solari in maniera che possano offrire una alternativa valida ai combustibili fossili nel settore commerciale e dell’industria pesante a livello globale. Per raggiungere il target prefissato, gli scienziati hanno deciso di unire tecnologie comprovate all’utilizzo di nuovi materiali per progettare una soluzione innovativa, efficiente e flessibile. Nel dettaglio, il progetto prende spunto dal sistema d’accumulo sviluppato per gli impianti solari a concentrazione Dish Stirling, impianti costituiti da un concentratore circolare di forma parabolica e motore stirling posto nel fuoco di fronte allo specchio. Gli scienziati sono riusciti a migliorare design e funzionamento delle batterie termiche. Il nuovo dispositivo utilizza un idruro metallico ad alta temperatura come mezzo di stoccaggio del calore e un serbatoio a gas a bassa temperatura per la conservazione di idrogeno o anidride carbonica. La formazione di un idruro di metallo in determinate condizioni è una reazione reversibile: ciò significa che tramite una fonte di calore può dissociarsi in metallo e idrogeno (immagazzinando l’energia termica sotto forma di energia chimica) e, viceversa, rilasciare calore durante la sua formazione a partire da leghe metalliche e idrogeno. “Di notte o quando il cielo è nuvoloso, l’idrogeno o l’anidride carbonica vengono rilasciate dal serbatoio di stoccaggio del gas e assorbiti dai metalli inorganici del sistema per formare un metallo idruro che produce calore, e quest’ultimo è utilizzato per generare elettricità. L’iniziativa mira a sviluppare un sistema di energia solare che produca elettricità 24 ore al giorno, sette giorni su sette, rendendosi commercialmente redditizio per l’industria. “Come per i sistemi a batteria al litio, l’installazione di un sistema di immagazzinamento dell’energia a basso costo tramite batterie termiche rivoluzionerà il panorama della produzione rinnovabile a livello mondiale consentendo alle energie pulite di competere veramente con i combustibili fossili”. La ricerca continuerà a lavorare sullo sviluppo di nuove tecnologie per integrare lo stoccaggio di energia termochimica attraverso batterie termiche in un sistema Stirling.

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