Laura Lupini

In Piemonte, il villaggio dei treni in cui si soggiorna in antiche carrozze Chi ha detto che non si può soggiornare nella carrozza di un treno? Ecco il villaggio dei treni, dove tutto è possibile A 900 metri d’altitudine, situato nella piccola frazione di Osso Croveo, a Baceno (Verbano-Cusio-Ossola), sorge un piccolo villaggio davvero particolare, meta adorata soprattutto dai bambini. È qui, nell’alto Piemonte, che si trova infatti il villaggio dei treni: una vecchia stazione ferroviaria che in realtà non è mai stata in funzione, perché è nata come campo estivo per i più piccoli. Negli anni ’50, uno dei problemi più sentiti della zona consisteva infatti nel trovare un luogo dove lasciare i propri figli in estate, nel periodo di chiusura delle scuole. I transfrontalieri che lavoravano in Svizzera non potevano infatti portare con sé le famiglie e si trovavano in difficoltà. I frati cappuccini si sono impegnati a trovare una soluzione semplice quanto geniale: Padre Michelangelo, durante un incontro con l’allora Ministro dei Trasporti Oscar Luigi Scalfaro, ha avuto l’idea di chiedergli se potesse donare alla sua comunità qualche vecchia carrozza. Nel 1960 è nato così il Villaggio dei Bimbi, grazie a qualche vecchio treno dismesso posizionato in una splendida vallata nel bel mezzo della natura, in Val Formazza. Oggi il luogo è diventato un’attrazione turistica che attira soprattutto gruppi di giovani viaggiatori e famiglie che desiderano un po’ di relax nel verde panorama del Piemonte. Il parco dei treni è attualmente costituito da 28 carrozze, quasi tutte d’epoca, che possono ospitare tantissimi turisti. Al loro interno, alcune sono predisposte per accogliere fino a 10 o 12 persone, in comode camere dotate di ogni servizio essenziale. Altri vagoni sono invece stati allestiti in maniera davvero speciale, per stupire grandi e piccini. C’è il Presepio, una struttura buia addobbata di particolari illuminazioni che creano uno spettacolare gioco di luci su una ricostruzione del paesaggio tipico della zona. E c’è anche il museo, nel Vagone C’era una volta…, al cui interno ci sono pezzi storici inerenti, per la maggior parte, proprio ai treni. Il Vagone dell’Arte, invece, è ricco di opere di vari artisti, per dare spazio anche alla cultura. Infine, il Vagone Paese dei Balocchi permette anche agli adulti di fare un tuffo nel passato, tra giocattoli e peluche. Tutto ciò che si trova in queste carrozze è stato spontaneamente donato da turisti che hanno apprezzato l’originalità di questa iniziativa. Il Villaggio dei Treni offre anche un punto ristoro dove vengono preparati i vari pasti, oppure dei bellissimi tavolini immersi nel verde per consumare il proprio cibo. Inoltre, l’intero parco è circondato da attrezzature per i più piccoli, come scivoli e altalene, campi da calcio e da pallavolo. Infine, c’è una piccola chiesetta all’aperto per concedersi anche un ritrovo spirituale. Se poi, nel corso del vostro soggiorno, volete visitare qualche splendida località della zona, non avete che l’imbarazzo della scelta. A pochi chilometri sorgono gli Orridi di Uriezzo, un complesso di gole tortuose formatesi dall’azione degli impetuosi torrenti che secoli fa scorrevano a valle del Ghiacciaio del Toce. A quota più elevata, ci sono poi le splendide cascate del Toce, le più alte d’Europa. Per chi invece ama il lago, non può mancare un’escursione alle isole Borromee, che sorgono al centro del Lago Maggiore. Un connubio perfetto tra arte e natura, che da anni attira migliaia di turisti.

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Laura Lupini

Machu Picchu: le nuove regole per chi vuole visitarlo Chi ha in programma un viaggio a Machu Picchu deve sapere che da gennaio 2019 sono cambiate le regole d’ingresso al sito Inca Chi ha in programma un viaggio a Machu Picchu deve sapere che da gennaio 2019 sono cambiate le regole di accesso al sito Inca che sorge sulle Ande peruviane. L’ufficio del Ministero della Cultura di Cusco ha disposto nuove misure per salvaguardare l’attrazione più popolare del Perù e prevenire il degrado ambientale scaturito dal sovraffollamento di turisti: biglietti a tempo e ingressi limitati solo in determinate fasce orarie del giorno. Dopo un periodo di prova che risale alla scorsa primavera, le nuove regole di ingresso a Machu Picchu sono entrate in vigore dal primo gennaio 2019. I turisti che hanno in programma un viaggio nella meravigliosa città perduta degli Inca, devono conoscere le novità adottate al fine di salvaguardare l’ambiente. La prima riguarda i biglietti a tempo che vengono venduti in anticipo: i possessori avranno un’ora per visitare l’antica fortezza Inca, eletta nel 2007 come una delle sette meraviglie del mondo moderno. La costruzione dell’antica città Inca, il cui nome significa “Montagna Vecchia”, risale al XV secolo ma fu scoperta dallo storico americano Hiram Bingham solo nel ‘900. Più di 4 milioni di persone hanno visitato ad oggi le imponenti rovine situate a 400 metri dalla valle dell’Urubamba e a 2.500 metri sul livello del mare. Per raggiungere Machu Picchu ci sono due strade: il treno che parte da Cusco o l’antica Aguas Calientes, per poi prendere il minibus che sale fino alle antiche rovine. La speranza è che le nuove norme introdotte possano contribuire a mantenere sempre più a lungo uno dei luoghi più suggestivi e preziosi del pianeta, così da permettere ad ogni turista di godersi a pieno un’esperienza unica. Chi vuole programmare un viaggio a Machu Picchu, può visitare anche il sito del Ministero della Cultura

Laura Lupini

India – Ecco a voi il palazzo indiano Hawa Mahal L’Hawa Mahal, noto anche come Palazzo dei venti o Palazzo della brezza, è un palazzo di Jaipur in India, così chiamato perché è costituito essenzialmente da un alto muro, realizzato in modo tale che le donne della famiglia reale potessero osservare le feste di strada senza essere a sua volta viste dall’esterno, dal momento che dovevano obbedire al precetto della “purdah”, ovvero alla copertura della fronte. La struttura, alta 15 metri, venne fatta costruire nel 1799 dal Maharaja Sawai Pratap Singh, che la considerava la sua residenza preferita e la sua facciata esterna di cinque piani, in netto contrasto con la semplicità della facciata posteriore, ricorda il favo di un alveare con le sue 953 piccole finestre chiamate Jharokha, decorate con intricati tralicci e finemente intagliate. Inoltre la facciata venne realizzata, in modo tale da permettere anche la circolazione di un flusso di aria fresca in tutto l’edificio, per mitigare le alte temperature estive e dare così origine ad una sorta di aria condizionata naturale, che era supportata tra l’altro dalla presenza di fontane, poste al centro di ciascuna stanza. Nel 2006, venne intrapreso un progetto di restauro del palazzo, con un costo complessivo di 4.568 milioni di rupie, per dare proprio una nuova veste all’edificio, dopo 50 anni di abbandono. Il settore delle imprese ha dato una mano per preservare i monumenti storici di Jaipur e l’Unit Trust of India ha adottato l’Hawa Mahal per la sua ristrutturazione. Lal Chand Ustad, fu il progettista di questa opera unica nel suo genere, costruita con arenaria rossa e rosa, in linea con il decoro degli altri monumenti della città, a cui fu data appunto l’epiteto di “città rosa”. Il patrimonio culturale e architettonico del palazzo, è il riflesso di una fusione di architettura indù Rajput con quella islamica moghul; lo stile Rajput si trova infatti nelle pensiline a cupola, nelle colonne scanalate, nei loti e motivi floreali, mentre quello islamico si evidenzia nella lavorazione della pietra a filigrana e nel lavoro degli archi. L’ingresso all’Hawa Mahal avviene per mezzo di una porta imperiale, che conduce ad un grande cortile, dove si trovano alcuni edifici a due piani e anche un museo archeologico. Un’ edificio dal tipico fascino orientale, che attrae per la sua complessa ed unica struttura architettonica.

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