Gianmario Governato

Top Founder Senior

Buonasera a tutti, oggi parliamo di IPERTENSIONE , situazione clinica in aumento, sicuramente anche legata allo stile di vita che si conduce. Nella maggioranza dei casi è infatti , per la medicina ufficiale, di origine sconosciuta (ipertensione essenziale ), e in altri pochi casi è la conseguenza di una serie di patologie che ovviamente richiedono una approfondita indagine diagnostica. La parola chiave è " ipercontrollo ", specie sulle proprie emozioni, controllo che origina dai vissuti dell'infanzia, in situazioni familiari precarie, in carenze affettive, in eventi traumatici, che hanno reso il bambino pauroso e quindi sempre in stato di allerta. Se il cervello deve poter controllare di più la realtà, necessita di un maggior apporto di ossigeno che richiede al cuore di pompare sangue con maggior forza...quindi con più "pressione". Il controllo inoltre crea un irrigidimento delle pareti vasali ( in analogia con l'Io ), causando una maggior "resistenza" allo scorrere del sangue ( in analogia con gli istinti, le emozioni : em-atico ed em-ozione non a caso hanno la stessa radice, come se le emozioni circolassero nel sangue), e questa resistenza crea ancora una volta una maggior "pressione". La grande paura dell'iperteso è dunque quella legata al "lasciarsi andare", il lasciar "fluire", la paura di entrare in contatto con la propria interiorità. Persona quindi iperattiva, che vive di più il lato "maschile" dell'esistenza, che tutto controlla, esageratamente concreta e pragmatica, iper-razionale, dove la commozione e l'emotività non hanno spazio. Ecco che allora, sono utili tutte le "vie" che permettono di lasciarsi andare di più ad esprimere i propri sentimenti, a delegare di più agli altri i propri carichi di responsabilità, a permettersi momenti di "passività" e di relax. Questo soggetto, sanguigno e passionale, deve cioè imparare a vivere la parte più cedevole ed elastica dell'esistenza. Nel mondo opposto, quello dell' IPOTENSIONE, invece, prevale il lato "femminile" e passivo della vita. Siamo cioè nella dimensione di passaggio tra lo stato di coscienza e quello di incoscienza ( lipotimia, collasso, perdita di coscienza ). L'atteggiamento mentale dell'ipoteso è identico a quello del suo apparato circolatorio : il cuore spinge con poca forza il sangue al cervello e il soggetto ha poca capacità di incidere sulla realtà: non l'affronta, resiste poco agli eventi della vita, in qualche modo tende a "fuggire"la realtà... svenendo... E' chiaro che l'ipoteso, al contrario dell'iperteso, è molto più vicino alla sua dimensione interiore, e, a differenza dell'anemico ( totale resa energetica ), con cui condivide delle similitudini, vive un disagio più superficiale, legato alla modalità con cui affronta la vita. Per scoprire come affrontare entrambe queste situazioni senza ricorrere subito al farmaco chimico e ritrovare una serie di sostanze naturali che ci possono essere di grande aiuto, vi invito a visitare il sito www.sentiilbenessere.it.

Gianmario Governato

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Eccolo...

Gianmario Governato

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Ho scritto qualche tempo fa questo e-book al quale tengo in modo particolare, perchè rappresenta l'inizio di un percorso "dalla parte del corpo", un modo per dare voce ad ogni organo e ascoltare ciò che vuole comunicarci per aiutarlo a vivere in salute. Il titolo è appunto "Ciao sono il cuore ....e voglio parlarti di me".

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