Gianmario Governato

Top Founder Senior

Il disturbo dell' "attenzione"

2018-10-01 13:49:45

E' buona cosa non leggerlo subito in senso negativo, ma vederlo invece come una sorta di ribellione del nostro cervello al quotidiano, sia in famiglia che sul lavoro.

Gianmario Governato

Top Founder Senior

La tecnica dell'auto-osservazione

2018-09-25 11:15:32

Quando compiamo un'azione e ci osserviamo, diventiamo testimoni di noi stessi. E' un'arte antica e, secondo la tradizione orientale, è il presupposto fondamentale della meditazione. Se si diventa testimoni di sè, ci si separa dalle "sirene della mente"... Quando osservi un oggetto, sei colui che guarda e non l'oggetto che guardi, diventi sempre più lo sguardo che osserva, pura osservazione... Con l'allenamento la mente si svuota e l'energia vitale si rigenera, trasformandosi in consapevolezza. Assumono così sempre meno importanza i giudizi, le aspettative, i progetti, ci si allontana dal "tarlo" quotidiano dei pensieri assillanti. Questa consapevolezza, determina cambiamenti importanti nel nostro modo di essere, nel nostro mondo interiore : lo "sguardo rivolto all'interno" riempie il cervello di una nuova energia e, più la tecnica si affina, più ci si accorge che ogni pensiero, ogni emozione, ogni preoccupazione, ogni dolore, sono momentanei, transitori, e che ciò che li rende cronici e duraturi è soltanto la nostra abitudine a combatterli, a respingerli. Allora, "io non sono sempre i miei brutti pensieri", "io non sono soltanto le cose che mi capitano e che mi tormentano", "io non sono le mie ansie, le mie tristezze, le mie paure"...No...io sono quello che osserva, con gli occhi di "adesso", in questo istante, tutto ciò che viene a trovarmi e osservo ogni disagio come se fosse la prima volta. Questo depura il cervello e permette al disagio di allontanarsi spontaneamente. Tutto in noi è in costante trasformazione ed essere se stessi vuol dire percepire che siamo nuovi ad ogni istante... Quindi auto-ossrvarsi non vuol dire auto-analizzarsi, che è invece la premessa per l'infelicità e il malessere. Guardarsi dentro è un pò curarsi...

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Gianmario Governato

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Con le abitudini invecchiamo prima

2018-09-18 08:30:17

Il grande inganno delle abitudini è che riassumono in sè aspetti rassicuranti, offrono certezze e sostegno a cui ancorarsi. Questa situazione di comodo piace al nostro cervello che ne diventa complice, perchè risparmia energia...ma...finisce per sclerotizzarsi: il cervello in realtà, meno viene sfruttato, prima invecchia... Esistono "buone abitudini" che ci aiutano ad essere felici, quando favoriscono l'adattamento, quando riducono i rischi e quando si sintonizzano con i ritmi naturali. Ma se l'abitudine diventa la regola, se prende il sopravvento sulla nostra esistenza, diventa una "cattiva padrona" e ci costringe negli stessi gesti, nelle solite scelte, nei soliti modi di essere e di ragionare, "diventiamo" l'abitudine, perchè ciò che si fissa nella mente, prende forma nel corpo ( il corpo è sempre la facciata esterna di ciò che pensiamo). Allora, un modo di essere abitudinario, spegne la nostra mente e la nostra creatività, poichè la "fissità" dei nostri pensieri ci chiude nei confronti del fluire della vita : solo ciò che ci rinnova ci rende felici. Immaginiamo un prato verde...se lo percorriamo sempre seguendo la stessa linea, presto succederà che l'erba non crescerà più...a dimostrazione del fatto che la ripetitività costante "spegne la vita"

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