Gianmario Governato
Top Founder Senior
Una riflessione sulla cistite, un disturbo piuttosto frequente e fastidioso. Come sempre, i disagi, fisici o psichici, rappresentano le voci, le grida e i desideri inascoltati della nostra anima. Siamo nel mondo delle acque, dove si gioca il conflitto tra l'idea di controllo (maschile) e la cedevolezza (femminile), quel mondo dove gli eventi della vita dovrebbero scorrere in modo fluido. Gli stessi sintomi raccontano di questa lotta : il continuo stimolo ad urinare sta a significare il bisogno di cedere, di lasciar fluire e contemporaneamente la difficoltà a metterlo in atto, mentre il bruciore ben dimostra lo scontro tra "acqua e fuoco", tra "femminile e maschile". Nella sua forma emorragica poi, l'urina diventa rossa di sangue, di rabbia, di lacrime e di aggressività trattenuta. Insomma colui ( o più spesso colei ) che soffre di cistite è una persona che fatica a "lasciar andare" le cose in modo naturale. Ma quali sono le cose che si fatica a far fluire ? Simbolicamente tutto ciò che ha a che fare con l'acqua e i suoi significati : innanzitutto il "femminile", ( acqua-donna-madre), ma anche la sessualità (lo scorrere delle energie libidiche), così come la capacità di adattarsi e di trasformarsi. La cistite è un vero "bruciare" del femminile, laddove spesso la perdita della persona amata viene vissuta come un doloroso pianto di "lacrime di sangue"... La difficoltà del soggetto è dunque nel modificare i propri atteggiamenti mentali nei confronti di un vissuto sessuale troppo rigido e moralistico, e...nel lasciare che le cose cambino. Cosa ci serve allora ? Imparare a diventare più cedevoli e a non opporre troppa resistenza agli eventi della vita sarà dunque l'atteggiamento mentale più corretto, un pò come capita quando ci immergiamo nell'acqua e ci lasciamo trasportare dalle onde... Per saperne di più e per affrontare questo disturbo con rimedi naturali, visitate il sito www.sentiilbenessere.it
Gianmario Governato
Top Founder Senior
E' davvero interessante, quando citi la famigerata parola "omeopatia" , vedere immediatamente quanto accanimento emerga dagli antri più bui dell'ignoranza umana (dal latino Ignoro = non conosco)... E subito la parola va alla "dimostrazione scientifica", alla "sperimentazione", al rendere "obietttivabile" a tutti i costi ciò che si osserva, alla dichiarazione di "acqua fresca", alle argomentazioni di Piero Angela (con tutto il rispetto per la sua grande conoscenza scientifica e culturale), senza però mai pensare che il mistero della vita e della salute non è spiegabile soltanto attraverso il canale di una certa scienza che fa della logica e della ragione il suo Dio assoluto. E se fosse necessario un altro "sguardo", e se l'omeopatia non fosse dimostrabile con le modalità scientifiche che tutti conosciamo ? Allo sguardo di "superficie" della ragione non è concesso indagare sulla nostra interiorità, su quell'essenza che siamo, su quell'energia a cui solo una visione "quantistica" può avere accesso... Forse solo una "resa" consapevole di fronte all'impossibilità di una spiegazione scientifica, aprirebbe le porte a mondi sconosciuti che ci abitano. Cito C.G. Jung, "L’uomo deve sentire che vive in un mondo che, per certi aspetti, è misterioso; che in esso avvengono e si sperimentano cose che restano inesplicabili, e non solo quelle che accadono nell’ambito di ciò che ci si attende. L’inatteso e l’inaudito appartengono a questo mondo"... Continua Jung "Noi non sappiamo dove tende la vita, La vita mi ha sempre fatto pensare a una pianta che vive del suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma. Quello che noi vediamo è il fiore, che passa: ma il rizoma perdura." (da suo libro "Ricordi, sogni, riflessioni") Allora la ricerca di una "salute autentica" sta davvero tra le pieghe della "ricerca scientifica", delle "misurazioni", dei "test", delle "sperimentazioni" o forse sta nel mondo del "sottile" e dell' "invisibile" che ci appartiene e ci guida ?
Gianmario Governato
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