Roberto De Luca

Founder Junior

Il mio gatto è un invasato 😁

Roberto De Luca

Founder Junior

⁣Si può sniffare la felicità? Sì, la felicità si avverte anche attraverso l’olfatto. Infatti, il sudore contiene sostanze chimiche che variano in base al nostro umore e che vengono percepite da chi ci sta intorno, contagiandolo: chi si sente felice, quindi, trasmette serenità. Lo prova una ricerca dell’Università di Utrecht (Paesi Bassi) in cui si sono prelevati tamponi di sudore ascellare a uomini che stavano guardando dei filmati scelti per provocare emozioni di paura o di felicità. Prima dell’esperimento, è stato chiesto loro di non usare profumi e di non fare nulla che potesse alterare il loro odore naturale (come fumare, bere alcolici, assumere farmaci). Poi, i campioni sono stati annusati da un gruppo di donne: l’“odore della felicità” le faceva sorridere e assumere un’espressione serena, mentre l’“odore della paura” le portava a contrarre il muscolo frontale che fa corrugare le sopracciglia. PROFUMI. Non si è trovata però corrispondenza tra l’espressione del volto e il giudizio che le stesse donne davano sull’odore. Ad esempio, il sudore “felice” poteva risultare meno piacevole di quello “spaventato”. Quindi, la sincronizzazione tra l’umore del mittente e quello del ricevente avviene a livello inconsapevole. Fonte Rivista FocusD&R

Roberto De Luca

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⁣I ricci soffrono il solletico? SI...Il riccio (Erinaceus europaeus), soffre il solletico. Se improvvisamente pungolato sul ventre e sul manto emette, in modo automatico e involontario, gridolini di piacere (in gergo tecnico “chirping”). Per molto tempo si è pensato che la risata fosse un’espressione esclusiva dell’uomo; fu il naturalista Charles Darwin a scoprire nel 1872 che le scimmie sono sensibili al solletico. Studi successivi hanno dimostrato la stessa capacità riflessa in molte specie animali, tra cui pinguini, ornitorinchi, cammelli, koala, rane, cani, gatti, criceti e, appunto, il riccio. A originarne gli squittii, secondo lo psicobiologo Jaak Panksepp della statunitense Bowling Green University (recentemente defunto), che ha coniato il termine di “neuroscienza affettiva” per indicare la ricerca sui meccanismi neuronali che regolano le emozioni animali, sono gli stessi circuiti neurali che si attivano durante la risata umana. Fonte Rivista FocusD&R

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