Roberto De Luca

Founder Junior

⁣Come si fa ad uscire da un labirinto? Basta mettere in pratica un algoritmo matematico semplificato nella cosiddetta “regola della destra” o, in alternativa, nella equivalente “regola della sinistra”. All’ingresso del labirinto occorre quindi appoggiare la mano destra alla parete destra, procedendo senza mai staccarla fino a raggiungere una delle eventuali uscite. Se non funziona, e ci si ritrova al punto di partenza, si prova con la mano sinistra, procedendo sempre verso sinistra. Durante il tragitto si incontreranno inevitabilmente dei vicoli ciechi, dai quali si uscirà continuando a seguire la parete scelta. L’ALGORITMO DI POLLICINO. La regola descritta non è universale e non funziona con alcuni tipi di labirinti definiti “molteplicemente connessi”. In alternativa potete utilizzare l’algoritmo di Tremaux, che consiste nel seguire un percorso a caso marcando la strada percorsa con dei segni (come Pollicino della favola faceva con le briciole). In questo modo basterà scegliere a ogni incrocio una strada non marcata per trovare prima o poi l’uscita. Fonte Rivista FocusD&R

Roberto De Luca

Founder Junior

Buongiorno e buona domenica a tutti i camers.

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Roberto De Luca

Founder Junior

⁣Perché i cavi degli auricolari si annodano? I fili degli auricolari tendono ad arrotolarsi a spirale. Questo fa sì che le estremità di ciascun cavo entrino negli occhielli così formati e creino i fastidiosi nodi. Lo hanno scoperto due fisici dell’Università di San Diego, riponendo i fili in una piccola scatola, che poi hanno agitato e fatto cadere. Una volta aperto il contenitore, hanno fotografato la matassa di spirali e grovigli. Hanno ripetuto l’esperimento per 3.415 volte e a ogni test i fili presentavano almeno 11 nodi. I due scienziati hanno anche osservato che i cavi si possono annodare in 120 modi diversi. Inoltre, più il cavo è lungo, e l’agitazione della custodia è prolungata, più sono le possibilità che i nodi si formino: la lunghezza ottimale per evitare il problema sarebbe 46 centimetri. Lo studio fa parte di un’indagine più ampia sulle leggi fisiche che regolano la formazione casuale di nodi, che può avere applicazioni in studi sul Dna. Fonte Rivista FocusD&R

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