Ladro di “erre”
C’è chi dà la colpa alle piene di primavera,
chi al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l’avevano fatto
di cemento “amato”.
Invece doveva essere
“armato”, s’intende,
ma la “erre” c’è sempre
qualcuno che se la prende.
Il cemento senza erre
(oppure con la erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l’arcata troppo floscia.
In conclusione, il ponte
è colato a picco
e il ladro di “erre”
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d’estate,
e in tasca gli tintinnano
le “erre” rubate.(Gianni Rodari.1962)