Roberto De Luca

Founder Junior

Occhieggiare oc-chieg-già-re (io oc-chiég-gio) SIGNIFICATO Guardare con occhiate insistenti e rapide per desiderio, compiacimento, ammirazione, complicità e simili; mostrarsi fugacemente, a sprazzi ETIMOLOGIA deverbale di occhio (che è dal latino oculus), col suffisso -eggiare. È in queste parole, forse, che l'italiano mostra il suo potere più autentico. Parole che a prima vista paiono le più semplici per significato e formazione, e che invece con un'alta capacità poetica agguantano tratti di realtà sottili che popolano le nostre vite. L'occhieggiare, verbo foggiato con semplicità dal sostantivo occhio nella seconda metà del Cinquecento, non è un'azione singola, né continua: si manifesta con una reiterazione, in un lampeggiare di sguardo — e non vuole tanto descrivere un evento, quanto mostrare un atteggiamento. Siamo davanti a un verbo che è quasi qualificativo (come accade a molti verbi col suffisso iterativo -eggiare). Le occhiate dell'occhieggiare insistono ma sono brevi (niente a che vedere con un fissare), rapide, e hanno un forte connotato psicologico. Infatti un'azione del genere vuole essere discreta e coperta — senza essere esplicita come un ammiccare: contempla o controlla come spiando, cerca una complicità che non vuole rivelarsi. Così l'amico arrivando alla festa occhieggia la bottiglia che vuole aprire, e con nonchalance offre e passa le altre ai convitati; occhieggiamo la celebrità che si è seduta al tavolo accanto al nostro, specie se la stimiamo molto o ne pensiamo il peggio; occhieggio l'amica dell'amica e mi stupisco quando iniziamo ad occhieggiare; e non siamo i soli ad occhieggiare il tipo elegante che si è presentato alla cerimonia a piedi nudi. C'è compiacimento e ammirazione, nell'occhieggiare, curiosità, desiderio, perfino corteggiamento: un'attenzione che non vuole essere patente. Già così è un verbo stupendo, ma c'è di più: prende anche il significato speculare. Oltre a un guardare fugacemente, dall'Ottocento diventa anche un mostrarsi fugacemente, a più riprese, balenando fra velature e interstizi: occhieggiano le stelle fra le nubi rade, il profilo della casa occhieggia fra i tronchi del bosco, e il vestito colorato di chi abbiamo appena salutato continua ad occhieggiare al di là del cancello. (Fonte unaparolaalgiorno.it)

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MOMENTO CURIOSITÀ - ACCADDE OGGI 1810 - Nasce l’Oktoberfest (210 anni fa): Tutto iniziò con un matrimonio: quello tra il principe Ludwig di Baviera e Teresa di Sassonia –Hildburghausen. Per le loro nozze si organizzarono cinque giorni di festeggiamenti a suon di musica, balli, parate militari e soprattutto della buona tavola. Come ultimo atto si tenne una corsa di cavalli sul Theresienwiese (un prato esterno alle mura di Monaco, chiamato così in onore della sposa), che in seguito si decise di ripetere ogni anno in questo periodo di ottobre. Nacque così l’appuntamento annuale che in seguito prenderà il nome di Octoberfest, la più popolare festa al mondo dedicata alla birra. In realtà la birra comparve solo più tardi insieme alle prime giostre, a partire dal 1818 quando assunse le caratteristiche di un festival agricolo con tanto di fiera di cavalli e buoi. Bisogna attendere la fine del XIX secolo per vedere entrare in gioco i birrifici storici di Monaco con i loro stand, dove iniziò a campeggiare il mitico boccale da 1 litro. Dopo la lunga pausa della Seconda guerra mondiale, la tradizione fu ripresa nel 1950 quando l’allora sindaco Thomas Wimmer inaugurò una nuova usanza che sarebbe entrata per sempre nel cerimoniale della festa: al momento di stappare la prima botte di birra gridò «Ozapft is!» (la botte è stata aperta). Oggi l’Octoberfest richiama ogni anno, per le prime tre settimane d’ottobre, migliaia di turisti da tutta Europa (e non solo), che si ritrovano negli oltre 400mila mq del Theresenwiese, dove trovano posto gli stand dei birrifici, il Luna Park e la sfilata dei costumi tradizionali. (Fonte Almanacco)

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La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. Albert Einstein

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