Tauromachia ♉️
tau-ro-ma-chì-a
Combattimento fra tori, o fra tori e uomini
dal greco tauromachìa, composto da tauros toro e màche battaglia.
Nel corso dei millenni, diverse culture mediterranee hanno sviluppato riti o spettacoli che prevedevano il coinvolgimento di tori - e non è difficile immaginare il perché: il toro è l'animale di terra più forte dell'area mediterranea, sfidare lui vuol dire sfidare la potenza della Natura. Fra questi ricordiamo la taurocatapsia, cioè il salto del toro (qualcuno ha in mente quell'affresco a Cnosso...?), durante la quale il sacerdote afferrava le corna del toro che gli correva contro, e si faceva lanciare all'indietro dal movimento massiccio del collo dell'animale che scattava in alto per squarciare; o i placidi e cruenti olocausti, in cui il sacrificio del toro era spesso il più pregevole e apprezzato; o la tauromachia.
La tauromachia era un vero e proprio combattimento; in certi casi si svolgeva fra tori, ma in molti altri - e l'onda lunga giunge fino a noi con le corride - era una lotta fra un toro e una persona. Quando votata al semplice spettacolo, la tauromachia rientra in quelle amenità da arena che col senno di duemila anni fa risultavano tanto divertenti; quando connotata da un significato religioso, rientra in quelle superstizioni che col senno di duemila anni fa risultavano tanto suggestive.
Dove finisce allora cotale millenaria tradizione di lotta fra l'uomo e la bestia? Nell'ironia. Oggi, fuori da discorsi storici e artistici, la tauromachia, prima di essere sciocca e cruenta, è ridicola, grottesca: diventa un paradigma di antichità retriva, e sta meravigliosamente bene in bocca a personaggi comici come Luigio Guastardo della Radica (interpretato da Fabio De Luigi nel programma Mai dire Gol). Siamo seri: lottare contro un toro? Niente di meglio da fare? Niente di meglio con cui sviluppare i temi del coraggio e della morte?
(Fonte unaparolaalgiorno.it)
MOMENTO CURIOSITÀ - ACCADDE OGGI
Che fine hanno fatto i genitori di Qui, Quo, Qua?
Proviamo a risolvere il mistero dell'albero genealogico di Paperopoli: perché le 3 giovani marmotte vivono con lo zio Paperino e non con i genitori?
Qui, Quo, Qua: sono nati nel 1937, 3 anni dopo Paperino.
È una domanda che almeno una volta si sono fatti tutti i lettori di Topolino: che fine hanno fatto i genitori di Qui, Quo, Qua? Nella narrazione disneyana i tre piccoli geni infatti vivono con lo zio Paperino fin dalla loro prima comparsa a fumetti. Ed è l'unica traccia familiare che abbiamo. Ma in realtà la loro storia è più complessa...
Nel 1934 Walt Disney presentò al mondo Paperino, amabile amico di Topolino. Donald Duck, questo il suo nome originale, ebbe un successo immediato, diventando uno dei personaggi dei cartoni animati più popolari di tutti i tempi. Tre anni dopo la sua creazione, per creargli un piccolo mondo intorno, il fumettista Al Taliaferro ebbe l'idea di dargli 3 nipotini: Qui, Quo e Qua (Huey, Dewey, e Louie). Il trio debuttò il 17 ottobre 1937, quando Paperino ricevè una lettera da sua cugina, Della:
"Caro Donald:
Ti sto inviando i tuoi angelici nipoti Louie, Huey e Dewey, per stare con te, mentre il loro padre è in ospedale. Un petardo gigante è esploso sotto la sua sedia. I teneri fanciulli sono molto giocosi. Spero saprai apprezzarli".
ZIO GENEROSO. Paperino accolse i suoi nipoti a braccia aperte, salvo scoprire ben presto che gli angelici Qui, Quo, Qua erano instancabili ribelli. Ma cosa era successo al loro papà? Come raccontava la lettera di Della, questi era finito in ospedale dopo che un fuoco d'artificio gli era esploso sotto la sedia. A mettercelo erano stati… indovinate un po'? Qui, Quo e Qua!
Quella è l'ultima volta che gli appassionati dei fumetti Disney sentiranno parlare del papà dei tre paperotti.
MATER SEMPRE (IN)CERTA EST. Ma è sulla madre che le cose si fanno più complicate: Della Duck, che nella lettera si presenta come cugina di Paperino, in un cartone animato di qualche anno dopo, si firma "sorella", senza però mai precisare che sia lei la madre delle tre pesti (potrebbe essere una zia). E il disegnatore Carl Barks quando nel 1950 creò il primo albero genealogico degli abitanti di Paperopoli attribuì la maternità dei 3 gemelli a tale Thelma. Mistero svelato dunque? No, perché in un altro albero genealogico del 1993 di Don Rosa, la madre di Qui, Quo, Qua è proprio… Della Duck.
Resta allora da chiarire che fine abbiano fatto lei e il consorte. Ma solo Walt Disney potrebbe dirlo. Alcuni esperti di cose disneyane dicono che i due si sono dati alla macchia per non dover riprendere in casa le tre pesti; altri invece sono sicuri che siano morti.
Fatto sta che nel 1942, nel fumetto New Spirit, Paperino adottò ufficialmente i tre, creando una sorta di famiglia di fatto. E ben gliene incolse: col tempo Qui, Quo, Qua si sono trasformati da discoli in assennate giovani marmotte, in grado di cavare d'impaccio lo zio dalle situazioni più complicate. Fino ad assumere tratti personali, riconoscibili dai lettori più attenti: il coraggio (Qui), l'impulsività (Qua) e l'intelligenza (Quo).
(Fonte https://www.focus.it/cultura/arte/che-fine-hanno-fatto-i-genitori-di-qui-quo-qua?fbclid=IwAR03Pyx0XfPNC4DlKvRO7kZStoD1hq5vy_csAoCFshcZ1px23kuhVcYgQY8)