Mirella Draghici
La sofferenza è radicata nel non voler sentire ciò che sentiamo, nel non voler vivere ciò che stiamo vivendo Adesso.... (Jeff Foster) ♥️
Mirella Draghici
"Più il corpo è vivo, più grande è l'essere" (Alexander Lowen) "I ruoli che assumiamo nella vita si strutturano nei nostri corpi come il nostro modo di essere nel mondo. Ma diventano poi gli unici modi in cui possiamo essere, e in questo modo ci limitiamo gravemente. Questo è un altro modo di affermare che il destino di una persona è determinato dal suo carattere che è strutturato nel corpo da tensioni muscolari croniche. Queste tensioni costituiscono 'modi di tenersi'. Ci sosteniamo, ci conteniamo, ci tratteniamo, ecc. Tenersi è una forma di controllo. Tenendoci, non permettiamo che il flusso dell'eccitazione scorra naturalmente, lo controlliamo. Questo tenersi [...] finisce per diventare inconscio. [...] Sebbene il tenersi sia inconscio, lo stiamo 'facendo'. I muscoli volontari o striati sono sotto il controllo dell'Io. Le tensioni croniche di questi muscoli riflettono un'inibizione del Super Io contro l'espressione di certe sensazioni. All'inizio, le tensioni sono create coscientemente per bloccare l'espressione di un impulso che potrebbe rievocare una risposta ostile da parte dei genitori. Con il tempo, tuttavia, la tensione diventa cronica [...]. Non ci lasciamo essere [...]. Ci tratteniamo contro la rabbia, la tristezza e la paura, conteniamo i pianti e le grida, tratteniamo il nostro amore: facciamo tutto questo perché abbiamo paura di lasciarci andare, paura di essere, paura di vivere. [...] La terapia [...] non è un modo di imparare come essere, ma come non fare. Prendiamo la respirazione come esempio di ciò che voglio dire parlando di lasciarsi andare. Quando ero in terapia con Wilhelm Reich, il processo terapeutico comportava una respirazione profonda. Reich mi chiese di respirare mentre ero disteso sul lettino e, da 'bravo' ragazzo qual ero, cominciai a farlo. Non succedeva niente, perché non mi 'lasciavo andare'. Allora Reich disse: «Non farlo». All'inizio risposi: «Ma mi ha detto di respirare». «Sì», controbatté Reich, «devi lasciar andare il respiro, non farlo». Imparare che la respirazione non era qualcosa da fare mi richiese qualche tempo. Se 'mi lasciavo andare' o non facevo niente, avrei respirato facilmente e profondamente come un bambino o un animale. [...] Trattenere il respiro è un modo efficace per ridurre le sensazioni. Questo è necessario quando le sensazioni sono troppo dolorose o troppo minacciose. Fin quando avrà paura di queste sensazioni, la persona non si lascerà respirare naturalmente. [...] Il 'tenersi', seppur inconscio, è una difesa dell'Io contro le sensazioni che, in passato, sono state percepite come pericolose. Per esempio, una persona potrebbe aver paura della propria tristezza, sentendo che, se si arrendesse a essa, cadrebbe in una disperazioni così profonda a cui non potrebbe sopravvivere. [...] L'individuo nevrotico ha paura delle sensazioni [...]. Per questa ragione si potrebbe considerare la nevrosi una paura di essere o una paura della vita. [...] Essere è lo stato di vita del corpo. Più il corpo è vivo, più grande è l'essere. La potenzialità dell'essere è ridotta da tutte le tensioni croniche che limitano la motilità del corpo. [...] Se abbiamo paura di essere, di vivere, possiamo mascherare questa paura intensificando il nostro fare. Più siamo occupati, meno tempo abbiamo disponibile per sentire, essere e vivere. E possiamo ingannare noi stessi credendo che il fare sia essere e vivere. [...] Il ritmo frenetico e febbrile della vita moderna è una prova evidente della paura che abbiamo dell'essere e della vita. Fin quando questa paura esisterà nell'inconscio di una persona, essa correrà più in fretta e farà di più per non sentire la sua paura"
Mirella Draghici