Guardare con gli occhi della coscienza è vedere che tutto quello che hai creduto di essere non è altro che l'ombra di quello che sei. Quando vedi il mondo con gli occhi dell' infinito, sei consapevole di essere quello che sempre sei stato il Creatore di tutto ciò che accade momento per momento...
(Cit. mia) ✍️💚
Quando il corpo è ascoltato, è completamente sentito, perde la sua consistenza e si trova in espansione. È sentito più liquido, più fluido, non ha contorni, non ha centro.
Sentire il corpo è guarire il corpo, perché difesa, reazione, paura, tensione sono delle contrazioni. Quando parliamo della paura o dell’ansia, l’abbiamo già sentita a livello del corpo come una sensazione. Ma la concettualizziamo.
Noi ci allontaniamo dalla paura per andare verso la parola paura. Così, per far fronte alla paura, dobbiamo ritornare alla percezione originale della paura al livello del corpo. Pertanto, sentendo il corpo, non mettiamo l’accento su ciò che sentiamo, la tensione, ma mettiamo l’accento sull’ascolto, la coscienza. [...]
Alla fine c’è una fusione tra l’osservatore e ciò che è osservato e non c’è che presenza... (Jean Klein) ♥️
IDENTITÀ - Il coraggio di essere se stessi
“Rimanere se stessi in un mondo che giorno e notte si adopera per trasformare ciascuno di noi in un essere qualsiasi vuol dire combattere la battaglia più dura della vita.”(R. Battaglia)
Diventare se stessi e rimanere fedeli a se stessi è l’impresa più difficile della vita.
Molti non sanno nemmeno cosa voglia dire essere se stessi, limitandosi ad un’idea di sé molto vaga, che si confonde con quello che gli altri pensano di noi o che vogliono che siamo, oppure con ciò che “pensiamo” di essere, ma che poi di fatto non siamo.
La funzione dell'educazione dovrebbe essere quella di aiutarci fin dall'infanzia a scoprire ciò che siamo nella nostra natura profonda, a non imitare nessuno e a rafforzarci abbastanza per mantenere viva la nostra identità. Ma comprendere ciò che siamo, combattere per affermarlo, costruirci una identità stabile e flessibile insieme, e non sottometterla mai a nessuna costrizione, è cosa difficilissima da fare.
Che siamo brutti o belli, alti o bassi, forti o fragili, leader o gregari, sensibili o spietati, ognuno di noi nasce con un bagaglio ereditario e con un temperamento (che non va confuso con il carattere che è altra cosa e che si costruisce di fatto come la nostra personalità) che demarcano limiti e potenzialità. Ma ognuno di noi ha anche i propri talenti, le proprie attitudini, i “doni” che ha ricevuto e che deve essere in grado di affinare e restituire alla vita.
Viviamo in un mondo che predilige gli Individui (uguali, indifferenziati, dipendenti, passivi) e non le Persone (uniche e irripetibili, responsabili, creative, autonome, attive). L'uomo che non vuole appartenere alla massa, che vuole evolvere da individuo a persona, deve avere carattere e personalità per non essere troppo accomodante verso le richieste del mondo esterno.
Per diventare Persona bisogna "far fuori" (nel senso simbolico di espellere dalla nostra mente, rendersi autonomi) tante figure significative e tante cose che ci impediscono di essere noi stessi.
È relativamente facile vivere adattandosi e assecondando l'opinione comune, mantenendo nel proprio intimo, le proprie idee e aspirazioni. Ma è da grandi uomini rimanere fedeli a se stessi, conservando nella folla la singolarità delle proprie convinzioni.
Dobbiamo dunque saper seguire l’istinto, l’intuito e la ragione, in una sintesi che ci allinei al nostro vero scopo di vita.
Il problema più tragico della vita non è MORIRE (la morte è connaturata alla vita stessa, al fluire costante del divenire), ma VIVERE. Quello che fa della nostra esistenza una vita piena è come spendiamo quel tratto, lungo o breve, che ci è dato nell'intervallo fra la nascita e la morte.
E allora è sicuramente meglio essere folle, ribelle e sognatore, piuttosto che piatto, codardo e rassegnato. Se non vai incontro a ciò che desideri, ti tocca prendere ciò che i bisogni ti costringono a cercare per sopravvivere.
Essere ciò che siamo e diventare ciò che siamo “nati per essere” è il fine ultimo della nostra esistenza terrena.... (Roberto Calia)