Tre vittime in sole 24 ore. Ennesima giornata nera per gli incidenti sul lavoro in Italia. La prima è Donato Marti, operaio di 72 anni originario di Avetrana (Taranto), morto questa mattina a Lecce, dove era impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile in via Parini. Secondo una prima ricostruzione, mentre installava un montacarichi insieme ad altri due operai, l’uomo è caduto da un’impalcatura, a un’altezza di cinque metri. Il 118 lo ha trasportato all’ospedale Vito Fazzi, ma è deceduto poco dopo il suo arrivo per le ferite riportate. Gli agenti delle volanti e gli ispettori del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spesal) sono sul posto per effettuare i rilievi. La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta.
La seconda vittima è un operaio di 52 anni, che ha perso la vita dopo esser stato colpito da una matassa di ferro caduta dall’alto mentre lavorava in un cantiere edile a Legnago, in provincia di Verona. Sul posto è arrivata l’ambulanza medicalizzata, un elicottero e i carabinieri. Per l’uomo, i soccorsi del Servizio di urgenza e di emergenza medica hanno potuto solo contastare il decesso, avvenuto, secondo quanto si apprende, per schiacciamento dovuto al peso dell’oggetto.
L’ultimo incidente mortale sul lavoro è avvenuto in località Ponticelli di Città della Pieve (Perugia). Lungo la linea ferroviaria “lenta”, un operaio 58enne che stava lavorando sulle canaline a lato dei binari – lungo la tratta Roma-Firenze – è stato travolto da un treno in transito ed è così deceduto. Lo si apprende dai vigili del fuoco intervenuti con una squadra da Città della Pieve e un’altra a supporto dalla sede centrale di Perugia.
Su Cloe Bianco indagini e accuse. «Il ministero dell'Istruzione è colpevole in quanto è stato complice di quanto accaduto: ha sospeso Cloe Bianco dall'insegnamento, mettendola a lavorare nelle segreterie, non ritenendola più in grado di insegnare e colpendola come fosse una malata sociale. Ora dovrebbe fare una indagine e capire che gli errori si devono ammettere, anche quelli passati, per evitare che la scuola si faccia condizionare dagli stereotipi e che fatti del genere si ripetano».
A dirlo all'Ansa è Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. «La scuola deve garantire libertà, deve aprire le menti, deve essere immune dai condizionamenti», conclude. E infatti il ministero dell'Istruzione ha avviato un approfondimento sul caso: è quanto ha confermato all'Ansa il ministero. In particolare - è stato spiegato - si stanno ricostruendo tutti i contorni della vicenda.