Su Cloe Bianco indagini e accuse. «Il ministero dell'Istruzione è colpevole in quanto è stato complice di quanto accaduto: ha sospeso Cloe Bianco dall'insegnamento, mettendola a lavorare nelle segreterie, non ritenendola più in grado di insegnare e colpendola come fosse una malata sociale. Ora dovrebbe fare una indagine e capire che gli errori si devono ammettere, anche quelli passati, per evitare che la scuola si faccia condizionare dagli stereotipi e che fatti del genere si ripetano».
A dirlo all'Ansa è Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. «La scuola deve garantire libertà, deve aprire le menti, deve essere immune dai condizionamenti», conclude. E infatti il ministero dell'Istruzione ha avviato un approfondimento sul caso: è quanto ha confermato all'Ansa il ministero. In particolare - è stato spiegato - si stanno ricostruendo tutti i contorni della vicenda.
La bozza di risoluzione sul conflitto in Ucraina e su un nuovo invio di armi circolata ieri, "rappresenta un'iniziativa che hanno preso alcuni senatori tempo fa per alimentare una discussione interna. Quello che c'è scritto nella bozza può anche essere relativo al dibattito che c'è stato sull'invio delle armi ma non è la base della risoluzione di maggioranza sulla quale stiamo discutendo adesso. Prenderla come pretesto per attaccare la propria compagine politica è scorretto". Lo ha detto il viceministro allo Sviluppo economico e vicepresidente del M5s Alessandra Todde a Sky tg24.
HomePoliticaArmi Ucraina, Todde: "Bozza vecchia usata per attaccare M5S"19 giugno 2022 | 11.55LETTURA: 2 minuti
La vicepresidente del M5s definisce "gravissime e pretestuose le frasi Di Maio sulla linea del Movimento"
(Fotogramma)
La bozza di risoluzione sul conflitto in Ucraina e su un nuovo invio di armi circolata ieri, "rappresenta un'iniziativa che hanno preso alcuni senatori tempo fa per alimentare una discussione interna. Quello che c'è scritto nella bozza può anche essere relativo al dibattito che c'è stato sull'invio delle armi ma non è la base della risoluzione di maggioranza sulla quale stiamo discutendo adesso. Prenderla come pretesto per attaccare la propria compagine politica è scorretto". Lo ha detto il viceministro allo Sviluppo economico e vicepresidente del M5s Alessandra Todde a Sky tg24.
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"C'è una risoluzione sulla quale il M5s sta lavorando. Trovo vergognoso che ieri sia stata fatta circolare una bozza vecchia di molto tempo fa che non ha niente a che fare con la bozza sulla quale noi stiamo discutendo", ha sottolineato, ribadendo che "sono state fatte delle discussioni su una bozza vecchia, il M5s sta lavorando su una risoluzione di maggioranza. I temi che noi stiamo portando credo possano essere condivisibili con le altre forze di maggioranza".
Il viceministro ha poi definito "gravissimo che un ministro degli Esteri si esprima in questo modo, a fronte forza politica che ha sempre rivendicato di essere all'interno di una compagine euro atlantica e della Nato e che, peraltro, è rappresentata da un ex presidente del Consiglio. Tutto questo mi sembra pretestuoso e si pone in contrapposizione con la linea che il M5s sta portando avanti".
"Non esiste una posizione di Conte e una posizione Di Maio, esiste una posizione del M5s, che ha eletto il suo presidente con una maggioranza del 94% di preferenze e si è dotato di organi interni di discussione. E' all'interno di questi organi di discussione che il confronto deve essere portata la discussione interna e evitare di andare direttamente sulla stampa. Le regole di democrazia interne vanno rispettate", ha detto.
Ogni mese, in Italia, vengono pubblicati online 5.300 contenuti con insulti omofobi. E durante il mese del Pride, salgono a 6.600 (circa il 25% in più).
Questo è quanto riporta lo studio fatto dall' agenzia Dentsu Italia che ha analizzato lo scenario delle conversazioni digitali in riferimento alle parole d’odio e ai 20 insulti più frequenti riferiti alla community LGBTQ+, per identificare le distorsioni e le polarizzazioni di pensiero degli italiani. Il documento “The dark side of pride” riporta, a titolo esemplificativo, 50 messaggi di odio presi dai principali canali social e selezionati tra gli oltre 280.000 messaggi tracciati nel corso della ricerca. Lo studio, realizzato sulla piattaforma di web monitoring Brandwatch e frutto quindi di una mappatura delle conversazioni online, dice che tra il 01 gennaio 2018 e il 31 maggio 2022 sono stati pubblicati in rete 283.165 contenuti che includono un insulto omofobo, di cui il 63% su Twitter (con una “corrente sommersa” piuttosto compatta che attraversa anche blog, forum, siti di news e Tumblr) e il 10% sui siti di News, prodotti da 75.775 utenti unici complessivi.
Insieme ai numeri dedicati alle dimensioni dell’odio, il documento rivela anche che il 60% degli utenti che promuovono gli hate speech contro persone LGBTQ+ è di genere maschile.
“Abbiamo voluto produrre un paper che permettesse al lettore di immergersi non solo nel malessere di una comunicazione violenta e offensiva, ma anche di riflettere sul peso sbagliato che diamo alle parole, mascherando la fragilità con l’autoironia e confondendo il non rispetto degli altri con ‘il senso dell’umorismo’ - commenta Ilaria Affer, Social Impact Director di Dentsu Italia - Quello che fotografiamo in questo documento non è un fenomeno limitato al mese del Pride: le persone LGBTQ+, ma anche gli etero di riflesso, vivono quotidianamente immersi in questo mondo di insulti gratuiti e di etichette stereotipate. Pensare che si tratti solo di parole è chiudere gli occhi di fronte alla potenza che il linguaggio ha nel suggestionarci e nel definire di rimando che tipo di immagine abbiamo di noi stessi”.