L’assonanza ricorda l’antico nome di Brescia, Brixia. Ma non c’entra nulla. Troppo impegnati a seguire le contorsioni sul tetto al prezzo dell’energia di un G7 che è parso nulla più se non il preambolo al vertice Nato aperto oggi a Madrid, i media occidentali si sono scordati di ragguagliare il mondo su un accadimento di poco conto avvenuto al contemporaneo Forum economico dei Brics a Pechino. Argentina e Iran, infatti, hanno presentato formale domanda di adesione al club dei Paesi Brics. Il quale, alla luce dei nuovi ingressi, rappresenterebbe così il 43% della popolazione mondiale e il 25% del Pil. Insomma, una potenza economica che il mondo può permettersi di snobbare unicamente a suo rischio e pericolo. Tanto più che il summit ha riaffermato le linee guida tracciate da Xi Jinping nel suo discorso di inaugurazione e benvenuto: aumento della collaborazione economica e commerciale fra gli Stati membri, preparazione del paniere valutario da contrapporre a dollaro ed euro negli scambi internazionali e, di fatto, conferma del legame privilegiato con la Russia, alla luce di un regime sanzionatorio che minaccia quotidianamente di irrigidirsi ulteriormente.
Insomma, la narrativa in base alla quale Mosca avrebbe isolato se stessa dal mondo con la decisione di attaccare l’Ucraina, di fatto cozza con la realtà. E con le richieste di nuovi ingressi. E non di due due Paesi di poco conto. L’Argentina andrebbe infatti ad affiancarsi al Brasile, creando una sorta di spina dorsale alternativa all’egemonia Usa in America Latina. Mentre l’Iran, al netto delle sanzioni, porterebbe in dote uno status di bene rifugio geopolitico enorme, non fosse altro per la posizione strategica e per il ruolo chiave nei processi energetici e nucleari globali. Insomma, evitare di menzionare l’accaduto, può spiegarsi unicamente con due alternative, Scarso fiuto per le notizie o scelta strategica, quest’ultima al fine di nascondere sotto al tappeto un nuovo ordine di equilibri globali che nasce. E cresce.
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Vi ricordate a Viareggio quando in stazione è esploso un vagone cisterna contenente gpl causando 14 morti e case distrutte? Immaginate che accadesse un incidente di questo tipo davanti alle coste di Piombino con del gas liquido che va gassificato. L’esplosione sarebbe addirittura quanto 30 bombe di Hiroshima secondo alcuni studiosi.
A esprimere dubbi non è solo Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, esponente di Fratelli d’Italia (partito che è all’opposizione sia a Strasburgo sia a Roma), ma anche altri colleghi della zona decretoAiutiil Comune in buona sostanza non l’ha vistotutte le criticità
La rivista svizzera Gesundheits Tipp ha analizzato 12 confezioni di cornflakes di diverse marche molto note e acquistate nei supermercati svizzeri (alcune sono presenti anche in Italia).
Gli esperti hanno testato ogni campione per le seguenti sostanze:
- Acrilammide: che si forma quando i cornflakes vengono tostati. Si tratta di una sostanza pericolosa che si sospetta sia cancerogena e possa danneggiare il materiale genetico.
- Zucchero: il mais contiene naturalmente zucchero, tuttavia alcuni produttori ne aggiungono anche una dose extra ai loro fiocchi di mais. Ma, come è ormai noto, troppo zucchero può portare a obesità e malattie croniche, in particolare il diabete. Anche se con una ciotola di cornflakes si ottiene solo un piccola quantità di zucchero, questa si aggiunge alle altre fonti che consumiamo nel corso della giornata.
- Pesticidi: ogni marca di cornflakes è stata testata per oltre 600 pesticidi. Molte di queste sostanze sono dannose per la salute e l’ambiente.
- Tossine della muffa: il laboratorio ha testato i prodotti per le aflatossine, tossine della muffa che, secondo l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, sono tra le “tossine e sostanze
- cancerogene più potenti presenti in natura“. Inoltre, il laboratorio ha testato i prodotti per il contenuto di ocratossina A. I risultati
Dal test emerge che molti cornflakes contengono acrilammide e non è una novità, già un precedente test del 2021 su questi prodotti era arrivato a conclusioni simili, anche se vi sono differenze relative alle marche prese a campione.
In questo caso 3 prodotti contenevano livelli di acrilammide di oltre 150 microgrammi per chilo e non rispettavano il valore limite della cosiddetta Ordinanza sui contaminanti del governo federale, di conseguenza sono stati giudicati insufficienti. Si trattava dei fiocchi di mais Prix Garantie di Coop (elvetica), di quelli di Denner e Volg, giudicati “insufficienti”.
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