Gesù censurato: sul “caso di Tuscania” intervengono il ministro Matteo Salvini e l’onorevole Giorgia Meloni. Ma prende una posizione netta anche la Curia vescovile, che attraverso le parole del vicario del vescovo Lino Fumagalli, don Luigi Fabbri, dichiara offensiva la scelta dell’insegnante: «E’ una mancanza di rispetto verso la nostra identità».Il leader della Lega sul suo profilo social definisce “follia” l’aver sostituito Bambino Gesù con Bambino laggiù, commentando che «se una maestra ha davvero fatto questo, dovrebbe rammaricarsi della sua idiozia. Come si può anche solo pensare che una canzoncina delle elementari dia fastidio ai bimbi di altre religioni?». A distanza di poche il segretario nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni twitta così: «L’anno scorso una insegnanate sostituì Gesù con Perù, quest’anno un’altra cambia Bambino Gesù con Bambino Laggiù. L’unica cosa da cui andrebbero tutelati i bambini non sono le canzoni natalizie, ma certe maestre schiave del furore ideologico e del politicamente corretto».Nei giorni scorsi una maestra della elementare Ridolfi ha modificato il testo della canzone di Natale, una scelta «per rispettare anche chi non è di fede cristiana e durante l'anno ha scelto di non frequentare l'ora di religione». La decisione ha scatenato un vespaio di polemiche tra genitori, amministratori e gran parte dei tuscanesi: «Le tradizioni non si cambiano».«Come comunità ecclesiale - ha detto don Luigi Fabbri, vicario del vescovo - condividiamo lo stupore e la meraviglia delle famiglie, delle istituzioni civili e di quanti faticano a capire la logica di una scelta didattica che contraddice il ruolo stesso della scuola, che deve offrire un'educazione aperta ed inclusiva e non esclusiva». Con il rimando a ciò che costituisce «la nostra identità e le nostre radici più profonde - ha aggiunto - ricordiamo che l'integrazione è un dovere ma come ha affermato Papa Francesco, nella misura in cui non sia una minaccia contro la propria identità. Scelte di questo genere riteniamo siano offensive proprio di coloro che si vorrebbe rispettare, in quanto considerati incapaci e non all'altezza di discernere e accogliere la ricchezza della nostra storia, cultura e tradizioni».Da parte della Curia ci si chiede poi «se, in base a certi criteri, a scuola si potranno insegnare ancora la Divina Commedia e i Promessi Sposi. Se i testi di storia dell'arte dovranno essere censurati. E se dovrà essere rivisto il calendario, visto che contiamo gli anni dalla nascita di Cristo. Ci auguriamo che il testo venga cantato nella versione originale, senza paure. E un saluto affettuoso ai bambini della scuola di Tuscania, chiedendo loro scusa se noi adulti stiamo rovinando la festa più bella e più attesa».
Nell’Italia del dopoguerra molte realtà industriali cercarono di avventurarsi anche in campi diversi da quelli di loro pertinenza, nel tentativo di rilanciarsi o semplicemente per aumentare le proprie opportunità in un paese che stava risorgendo dalle proprie macerie. L’avventura della BBC partì proprio da questi presupposti, grazie alla volontà di Beretta, famosa per le sue armi, dell’ingegner Giuseppe Benelli titolare assieme ai fratelli dell’omonima casa motociclistica e di Luigi Castelbarco, finanziere con alle spalle una attività sportiva automobilistica. Nel 1947 i tre personaggi si riunirono per discutere la progettazione e la produzione di una vettura in grado di competere con la Fiat Topolino, con quattro comodi posti e un prezzo concorrenziale. I presupposti per una concreta realizzazione sembravano esserci tutti; Beretta esperta in armi poteva vantare una lunga esperienza nel campo della lavorazione dei metalli, Benelli avrebbe fornito il motore di derivazione motociclistica e non di meno importanza Castelbarco avrebbe messo i capitali necessari alla realizzazione.Già nel 1948, la Benelli, completò lo sviluppo del propulsore bicilindrico in alluminio da 500 CC e 21 CV (4,5 CV in più rispetto alla rivale Topolino), che venne collocato anteriormente in blocco con frizione e cambio a 4 marce. Anche la trazione era anteriore. Il telaio a longheroni e traverse scatolate e saldate fu anch’esso opera della casa pesarese. La carrozzeria, ispirata vagamente alle vetture americane, fu disegnata sempre da Benelli, ma realizzata dalla Carrozzeria Rosso di Torino, che allestì il prototipo della vettura, anche in versione cabriolet e furgoncino.Ben presto però, l’entusiasmo per il progetto si affievolì, anche a causa dell’allontanamento di Beretta, forse pressato da Fiat che sicuramente vedeva nella piccola BBC un modello scomodo, o forse semplicemente perché scoraggiato dai costi di produzione che si erano rivelati più alti del previsto. La Benelli rimase l’unica a credere nel progetto, ma purtroppo nel 1948 dovette abbandonarlo lasciando cadere questa opportunità nell’oblio. In tutto come già detto, vennero prodotti tre prototipi della vettura, uno di questi fa ad oggi parte della collezione Beretta. (clicca QUI)