Silvano Di Mattia
il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori e l'eliminazione dei contratti precari.
2018-12-15 23:03:53
il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori e l'eliminazione dei contratti precari. Dobbiamo andare avanti così perché se aiutiamo chi è in difficoltà riparte l'economia"."La terza regione che prenderà il reddito di cittadinanza, per numeri, sarà la Lombardia: qui c'è questo mito, che nel nord va tutto bene e nel sud va tutto male", sottolinea il vicepremier. "In realtà - prosegue - le sofferenze sono ovunque, a me l'Italia piace tutta, dalla Sicilia alla Val d'Aosta, non c'è un Italia che non mi piace perché è più in difficoltà "."Mi piace il risotto alla milanese e la pizza napoletana. Dire - aggiunge ancora in riferimento alle parole di Giancarlo Giorgetti - che il reddito di cittadinanza piace alle persone che non ci piacciono, vuol dire che non ci piacciono le persone in difficoltà che sono nelle periferie di Milano e Torino, di Pescara e di Palermo. Sono ovunque, e - conclude - siamo stati eletti per aiutare le persone che non stanno bene. La nostra vera sfida è aiutare chi è in difficoltà "."L'anno prossimo riforme costituzionali" - "L'anno prossimo arriverà qualche sorpresa: anche noi faremo le riforme costituzionali. Taglieremmo 345 parlamentari dal plenum Camera e e Senato, poi se vorranno andare al referendum andremo anche al referendum", afferma poi Luigi Di Maio a Lanciano, aggiungendo: "Vediamo quanti voteranno contro il taglio di 345 parlamentari, altro che tutti quei giochi che hanno fatto in questi anni credendo di farci credere di stare riformando la Costituzione".Brunetta a Giorgetti: bene le critiche al reddito di cittadinanza - "Devo ricordare al mio amico Giorgetti che tutta la campagna elettorale del centrodestra è stata fatta contro il reddito di cittadinanza. Quindi, quando Giorgetti esprime i suoi dubbi su tale provvedimento, e fa benissimo ovviamente, dovrebbe anche dire che il reddito di cittadinanza non e' stato votato in maniera maggioritaria, ancorché relativa, dal popolo sovrano, ma e' stato bocciato dagli italiani". Lo ha affermato Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia, in un'intervista a Radio Radicale. "Solo la mostruosità dell'alleanza Lega-M5s - ha aggiunto - lo ha messo all'interno del contratto di Governo".
Silvano Di Mattia
Storie di vecchie auto: Il Range svizzero.
2018-12-15 22:58:35
La storia del marchio Monteverdi è legata all’ingegno e alla passione di Peter Monteverdi (7 Giugno 1934 – 4 Luglio 1998), che fin dall’infanzia visse tra le auto, prima nel garage del padre a Basilea, infine divenendo importatore della Ferrari per la Svizzera. Fu proprio dall’esperienza maturata negli anni, che un allora poco più che trentenne Monteverdi, decise di iniziare la sua avventura come costruttore artigianale di auto.Sostenuto da una clientela fidelizzata, che voleva un’auto in grado di combinare il confort di una Mercedes e le prestazioni di una Ferrari, il giovane imprenditore presentò nel 1967 il primo modello, chiamato High Speed 375 S, con carrozzeria coupé 2 posti disegnata da Pietro Frua. Nel 1969, iniziò la collaborazione con il carrozziere italiano Fissore, al quale venne affidata la produzione delle scocche, che venivano inviate successivamente, a Binningen, vicino Basilea, per il l’assemblaggio finale. Nel corso della sua attività produttiva, la piccola casa svizzera produsse anche un SUV, il Safari.Sviluppato sulla meccanica dell’International Harvester Scout, venne presentato ed entrò in produzione nel 1976. La carrozzeria, disegnata dalla Fissore e sempre prodotta in Italia, aveva un aspetto elegante e squadrato con ampia superficie vetrata, che poco o niente lasciava immaginare la stretta parentela con il fuoristrada Made in USA. Le finiture curate, i materiali pregiati e gli alzacristalli elettrici, facevano il resto, rendendo l’auto ancora più esclusiva. Nel 1978 il Safari, venne affiancato dal modello Sahara, sviluppato sempre sulla piattaforma dello Scout, quest’ultimo però ne manteneva anche la carrozzeria, con poche differenze, venendo di fatto considerato una versione semplificata e dal prezzo più accessibile del Safari, di cui, nel 1979, vide la luce una versione a passo lungo e 5 porte, rimasta però, a livello di prototipo e realizzata in un’unico esemplare, tutt’oggi visibile al museo della casa.Per ciò che concerne, la trazione era sulle ruote posteriori, con le quattro ruote motrici inseribili. Il cambio era un manuale a quattro rapporti o automatico a tre, abbinato ad un motore V8 da 5,7 litri della International Harvester da 156 CV per una velocità massima di 180 km/h per la versione manuale e 170 km/h per l’automatica. Poco dopo venne introdotto anche un motore V8 da 7,2 Litri della Chrysler da 301 CV e 200 Km/h di velocità massima, disponibile con cambio automatico a tre velocità . Mentre il modello Sahara, nei tre anni di produzione (1978 – 1980), montò esclusivamente il 5,7 Litri con cambio manuale e automatico, oltre che, per un solo anno (1979), un propulsore Diesel da 3,3 Litri da 89 CV e 145 Km/h di velocità massima.Sia il Safari che il Sahara uscirono di produzione nel 1980, in concomitanza con il pensionamento dell’International Scout. Per quanto riguarda il marchio Monteverdi, continuò la sua attività fino al 1984. Successivamente il piccolo stabilimento venne convertito in museo, ancor oggi esistente e visitabile, dove sono esposti tutti i modelli prodotti nei quasi venti anni di attività del marchio (Clicca QUI).
Silvano Di Mattia
Carolyn Smith...
2018-12-15 22:25:51