L’avventura automobilistica dell’inglese Gilbern iniziò nel 1959, per volontà di Giles Smith e Bernard Friese, ingegnere tedesco con esperienza nella fibra di vetro.La prima vettura della casa fu la GT, una coupè 2+2 dalla linea elegante e sportiva, che prendeva molti spunti da vetture di altri marchi inglesi dell’epoca, come Aston Martin e MG; la carrozzeria era in vetroresina realizzata in pezzo unico. L’auto fu venduta in kit, come spesso accadeva in quell’epoca, dato il notevole risparmio fiscale che comportava rispetto alle auto vendute assemblate.Il telaio della vettura era in tubi quadrati di acciaio e, le prime vetture adottavano le sospensioni anteriori dell’Austin A35, mentre l’assale posteriore era quello della Morris Minor modificato. Inizialmente le motorizzazioni della vettura erano il noto 948 CC della BMC, che in optional poteva essere dotato di un compressore Shorroks, il Coventry Climax di 1098 CC con albero a camme in testa o, in alternativa, il 1588 CC che equipaggiava la sportiva MG A. Successivamente, venne introdotto il propulsore della MG B di 1800 CC e, l’aumento di cilindrata comportò anche il cambio di nome della vettura, ora identificata come GT1800.La GT uscì di produzione, dopo 280 esemplari, nel 1966, lasciando spazio al modello Genie. La Gilbern proseguì la sua corsa fino al 1973, anno della chiusura, per fallimento.
Salvini alla festa della curva del Milan: “Sono un indagato in mezzo ad indagati”.
2018-12-17 10:18:14
Salvini alla festa della curva del Milan: “Sono un indagato in mezzo ad indagati”Governoan imageSembra davvero difficile eppure il nostro ministro degli Interni trova il tempo per fare di tutto: selfie in spiaggia e a tavola, manovre di bilancio per il Paese, tweet a ripetizioni, ospitate nei salotti televisivi e giri in ruspa. A questo dobbiamo aggiungere anche la sua passione per il Milan: come non ricordare i consigli tecnici all’allenatore Gattuso ma anche le trasferte in Europa per seguire la squadra. Non ha potuto perdersi nemmeno la festa della curva Sud del Milan che domenica ha celebrato i propri cinquanta anni di vita all’Arena Civica. Una visita inaspettata e forse inappropriata. Così come la stretta di mano, immortalata da tutti i fotografi presenti, con il capo del tifo rossonero. Si è notato da subito un certo feeling, forse i due già si conoscevano e la confidenza era tanta. Nulla di strano fra tifosi se non fosse che Luca Lucci, così si chiama il capo ultrà, pochi mesi fa ha patteggiato una pena di un anno e mezzo di carcere per droga. Non proprio un esempio per il ministro dell’Interno della Repubblica italiana. Ma Salvini non si scandalizza e anzi solidarizza (con chi gli fa comodo): “Io stesso sono indagato. Sono un indagato in mezzo ad altri indagati”, ha commentato il leader della Lega. Lui stesso ha poi aggiunto: “Io sono per il tifo corretto, colorato e colorito. Episodi di violenza non mi appartengono e non appartengono a nessuno sportivo. Questi tifosi sono persone perbene, pacifiche, tranquille. Loro portano colore con un coro, un tamburo, una bandiera. La violenza è un’altra cosa”.Quella stretta di mano, però, non è sfuggita e non va sottavalutata. “È gravissimo – le parole di Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del pd – che il ministro dell’Interno sottovaluti in modo così clamoroso le indagini della magistratura su alcuni ultrà del Milan e arrivi a scherzarci sopra. Le indagini riguardano reati gravi e si parla di rapporti con la ‘Ndrangheta. Ciò che Salvini dovrebbe combattere invece di fraternizzare con gli indagati”.