Intervista a Laura Boldrini: “Contro di me atto di intolleranza, colpa delle fake news di Salvini”
2018-12-16 10:24:01
Intervista a Laura Boldrini: “Contro di me atto di intolleranza, colpa delle fake news di Salvini”Laura Boldrini, contattata da Fanpage.it, commenta l'episodio di cui è stata vittima ieri pomeriggio sul volo Roma-Milano: "Dire che io che ho rappresentato lo Stato per cinque anni, ricoprendo la carica di presidente della Camera, non abbia a cuore gli interessi degli italiani, è altamente offensivo nei miei confronti, è frutto di una strategia di mistificazione, messa in atto da persone senza scrupoli".Annalisa Cangemi 16 dicembre 2018, 9:31L'ex presidente della Camera Laura Boldrini è stata vittima ieri di un'aggressione verbale: all'aeroporto di Fiumicino un passeggero di un volo Roma-Milano ha iniziato a insultarla prima durante il check-in, e poi a bordo dell'aereo. L'uomo, sulla sessantina, gridava lo slogan: "Prima gli italiani, prima gli italiani". Boldrini si stava recando a Lodi, per partecipare alla ‘Festa di Natale' organizzata dalle associazioni del circolo Cerri e dal Coordinamento Uguali Doveri, nella scuola in cui i bimbi stranieri sono stati esclusi dalla mensa.Presidente cosa è successo sul volo di ieri pomeriggio?Questo signore era pieno di livore, ho cercato di non rispondergli per non creare ulteriore scompiglio all’interno dell’aereo, però lui continuava ad alzare la voce. Era evidente che volesse solo insultarmi, non cercava un dialogo, perciò ho evitato uno scontro diretto.Ha avuto timore che la situazione potesse degenerare?Per fortuna sono intervenuti tempestivamente il personale di bordo, il mio portavoce Flavio Alivernini, e altri passeggeri seduti vicino a me. Lui non voleva ascoltarmi. Non ho avuto paura, ma trovo sia stata una manifestazione di intolleranza molto grave, dovuta a una narrazione costruita sulle fake news, che hanno costruito su di me. È assurdo pensare che proprio io che ho rappresentato lo Stato per cinque anni, ricoprendo la carica di presidente della Camera, non abbia a cuore gli interessi degli italiani. Questo è altamente offensivo nei miei confronti, è frutto di una strategia di mistificazione, messa in atto da persone senza scrupoli, tra cui l’attuale ministro degli Interni Matteo Salvini.Proprio ieri lei era in viaggio per partecipare alla festa di Natale dei bimbi protagonisti della vicenda della mensa di Lodi.Ci tenevo a essere lì a scuola per portare i miei auguri e per ringraziare il comitato Uguali Doveri che aveva denunciato la discriminazione subita da questi bimbi stranieri e dai loro genitori, che sono migranti regolari che pagano le tasse. Questo comitato è riuscito a sensibilizzare moltissimi cittadini, che hanno sposato la causa e manifestato solidarietà. Sono stati raccolti 168mila euro, per appianare la distanza tra i bimbi italiani e quelli stranieri, esclusi dalla mensa. Presenziare a questo evento è stato un modo per ritrovarci tutti insieme attorno a certi valori, di condivisione e fratellanza. Agli alunni della scuola era stato chiesto di partecipare a un concorso a tema sulla convivenza e l’accoglienza, esprimendosi attraverso i disegni. Le maestre che hanno organizzato questa gara sono state bravissime, un presidio di civiltà. Volevo essere presente alla premiazione soprattutto per ringraziare tutti per il loro impegno.Cosa ci dice la sentenza del tribunale di Milano, che di fatto ha accertato la "condotta discriminatoria" della giunta leghista di Lodi?La sentenza ci dice sostanzialmente che abbiamo una Costituzione, che afferma all’articolo 3 il principio dell’uguaglianza. Ci dice che non si possono fare discriminazioni sulla pelle dei bambini. E il fatto che ci sia stata una mobilitazione spontanea da parte dei lodigiani mi è sembrata una boccata d’ossigeno per il Paese.Si aspettava un messaggio di solidarietà da parte del ministro in questa circostanza?Quello che è accaduto dimostra quale clima ci sia in questo momento. Io vorrei solo che in Italia i diritti di tutti venissero rispettati. Quest’uomo mi ha apostrofato in modo molto aggressivo, prima al check-in, e poi durante il volo.
Storie di auto vecchie: L'auto dei due mondi ( parte2)
2018-12-16 10:16:47
Nel precedente articolo, parlavamo del progetto C2 di Chrysler, e del ruolo fondamentale che rappresentava e, sicuramente possiamo affermare che aveva un compito difficile, poiché doveva essere in grado di attirare clienti completamente opposti in due diversi continenti.La Horizon europea a marchio Chrysler-Simca, ebbe un avvio di vendite positivo, per poi arrestarsi, soprattutto a causa del nuovo marchio Talbot, applicato da PSA dopo l’acquisto della Chrysler Europe. Diverso invece il destino delle cugine Yankee, che ebbero un buon successo di vendite e di fatto contribuirono a salvare il gruppo americano.Nel continente stelle e strisce, la Horizon venne modificata in maniera profonda dagli ingegneri, per renderla più adatta al mercato in cui si doveva imporre e, anche per questo possedeva pochi elementi in comune con il modello europeo. Il ruolo della vettura era fondamentale, dato che doveva risollevare le sorti del gruppo Chrysler, ormai vicino alla bancarotta. La vettura, sviluppata sul nuovo pianale L, faceva parte del primo progetto, riguardante auto compatte, o K-cars, del gruppo, dato che per il mercato interno aveva, fino ad allora, preferito importare, vetture prodotte all’estero da altri brand, piuttosto che progettarne una da zero.Per quanto riguarda le modifiche, andando con ordine, quelle esterne si concentravano soprattutto sul frontale, sia per la versione a marchio Plymouth, che tra l’altro conservava il nome Horizon, che per la versione a marchio Dodge, che invece, si chiamava Omni. Mentre per la meccanica, i motori Simca, vennero sostituiti da un 1700 CC di derivazione Volkswagen rivisto da Chrysler, erogante 75 CV e, sul fronte del confort, si optò per uno schema MacPherson all’anteriore, al posto della barra di torsione. Nel 1981 fu introdotto un nuovo motore Chrysler da 2,2 litri e potenze che nel corso degli anni andarono da 84 CV fino ad arrivare, negli ultimi periodi di produzione, a 96 CV.Nel 1983 la Horizon/Omni ricevette un restyling che porto in listino il motore Simca 1600 CC da 62 CV, disponibile solo con cambio manuale e, che sostituì il propulsore 1700 CC Volkswagen. Ne 1985 la Chrysler, avviò una collaborazione con la America Motors, allora di proprietà Renault, per la produzione nell’impianto di Kenosha, delle Horizon e Omni, in quanto il costo della manodopera era più vantaggioso. Questo accordo, fu la premessa, che porto il gruppo ad acquistare AMC, l’ultimo costruttore indipendente, nel 1987, sancendo tra l’altro la fine di quest’ultimo.Tornato alle protagoniste dell’articolo, sia la Plymouth Horizon che la Dodge Omni, sopravvissero al modello europeo per quattro anni, uscendo definitivamente di produzione nel 1990 e, lasciando spazio alle nuove Dodge Shadow e Plymouth Sundance, che già le avevano affiancate, a partire dal 1987.