Silvano Di Mattia

Storie di auto vecchie: the extraordinary marina.

17/12/2018, 17:30

Alla fine degli anni sessanta, la British Leyland, decise di differenziare i prodotti offerti dai marchi Austin e Morris che, fino ad allora, costruivano modelli pressoché identici, cambiando solo pochi dettagli. Questa strategia fu considerata autolesionista e controproducente, in quanto produrre modelli identici cambiando solo il marchio, portava i due brand in concorrenza interna.Il modello del nuovo corso Morris, nato dal progetto ADO 28 avviato nel 1968, si chiamava Marina, ed era una semplice e classica berlina a tre volumi, con trazione posteriore e motore anteriore, la quale condivideva i suoi componenti con altri modelli del gruppo, al fine di contenere i costi. Venne presentata nel 1971 e prevedeva due tipi di carrozzeria; una coupé a due porte e una tradizionale berlina a quattro porte a cui, nel 1973, si aggiunse la versione Estate, con carrozzeria Station Wagon. Il principale motivo della nascita di questa berlina era quello di contrastare il crescente successo della Ford Cortina nel territorio Inglese. La Marina era stata concepita prendendo spunto da quest’ultima, ma si basava sulle caratteristiche della versione Cortina MKII, che ormai era giunta a fine corso. Sfortunatamente dopo poco venne lanciata la nuova berlina di casa Ford, la Cortina MKIII, che era un’auto molto diversa dalla sua antenata, più grande e dal design più curato e, fu anche per questo che la Marina non riuscì mai a contrastare del tutto quest’ultima, risultando a livello stilistico e di contenuti un gradino sotto.Nel 1978, arrivò il restyling della vettura, con paraurti nuovi, in plastica e interni ridisegnati. A livello di motori rimase il collaudato motore A-Series 1275 CC a cui si affiancò il motore O-Series derivato dalla Austin Maxi a 1748 CC da 75 e 98 cv. Nonostante la qualità della vettura non fosse eccelsa, e presentasse spesso problemi di affidabilità, riuscì comunque a vendere quasi 1.200.000 esemplari in 9 anni di produzione.La Marina uscì dalle linee di montaggio rimpiazzata dalla Morris Ital, profondo restyling di quest’ultima, il cui design fu curato da Harris Mann, mentre il re-engineering della vettura venne seguito dalla Italdesign Giugiaro (da qui il nome Ital). Restò in produzione fino al 1984, sancendo alla sua uscita dal mercato anche la fine del glorioso marchio Morris, fondato da William Richard Morris nel lontano 1913.

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Silvano Di Mattia

In mezzo a tanti incazzati neri...

17/12/2018, 17:24

...un po di sano umorismo color Gabibbo.

Silvano Di Mattia

Mentre il governo lavora alla manovra, fanno cena con un take away.

17/12/2018, 17:16

Al governo piace il sushi. Almeno secondo quanto racconta, a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Alessio Tesciuba, titolare di Daruma Sushi di piazza del Parlamento, a Roma, dove ieri è stato paparazzato il Ministro dell'Interno Matteo Salvini.«Salvini è un nostro cliente abituale, da noi fa lo spuntino che gli dà la giusta carica prima delle riunioni. Ieri è venuto intorno alle 21, direttamente nel nostro ristorante». Il vicepremier non ordina telefonicamente? «No, preferisce venire di persona, e tra l'altro è sempre molto gentile con tutto il personale: arriva, ordina, e lo porta via. E nel frattempo...fa le sue telefonate». Che tipo di sushi preferisce? «Quello piccante, tipo lo 'spicy tuna', un roll con dentro tonno e salsa piccante». Oltre a questo, ieri cosa ha preso? «Una caterva di edamame (fagioli giapponesi, ndr), tre confezioni per l'esattezza. E poi un po' di wasabi e della soia verde, con meno contenuto di sale».Salvini viene spesso nel vostro ristorante? «Ogni settimana quando viene alla Camera o alla Presidenza del Consiglio. Viene sempre solo ed è un buon conoscitore di sushi, come pure Di Maio». Di Maio? «Sì, è un altro nostro cliente assiduo. Il 'Triumvirato' sta tutto da noi!». Cosa prende Di Maio? «Spazia di più di Salvini, e si ferma a mangiare da noi invece che fare take away». E Conte? «Suo figlio è un grande amante del sushi e il premier, carinamente, lo accompagna a mangiare».

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