Passione Animali

Da loro possiamo solo imparare

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Le api operaie costituiscono la parte fondamentale dell’alveare e, sebbene l’ape più importante sia quella regina, senza le operaie l’impero non potrebbe andare avanti e si fermerebbe al principio. Necessario precisare che le api operaie, che compongono una categoria, possono far parte di tantissime altre sottocategorie che vengono molto spesso ignorate completamente. L’ape covatrice, appartenente alle api operaie, svolge uno dei lavori più importanti per l’alveare: la cova delle uova, come fa intuire il nome. L’ape europea è diffusa in tutto il mondo, e non ci sono picchi particolari di diffusione. C’è preoccupazione tra gli esperti legata alla sua estinzione, che porterebbe inevitabilmente verso la fine anche l’intero ecosistema. Il nome scientifico è “Apis mellifera“. Quando un’ape operaia infligge il suo pungiglione nel nemico, rilascia sostanze che inducono anche le altre api operaie ad aggredire e a rilasciare i loro veleni, che negli uomini salvo allergie gravi non causano la morte ma solo un gran dolore e fastidio prolungati. Le Api Operaie sono la manovalanza (gratuita) dello sciame. La larva nasce dopo tre giorni da un uovo fecondato, deposto dalla regina in una celletta dell'arnia, è nutrita inizialmente con pappa reale e dopo con polline e miele. Le Api Operaie si trasformano da larva ad insetto dal 12° giorno in poi per poi uscire dalla cella il 21° giorno. Durante la sua breve ma intensa vita svolge innumerevoli mansioni: pulisce l'arnia, si prende cura e nutre le larve in fase di sviluppo, alimenta e protegge la regina, costruisce favi e produce cera, sorveglia l'ingresso dell'arnia, raccoglie propoli, acqua, nettare e polline.

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Il Punteruolo Peruviano, un insetto raro

2020-05-17 05:59:23

La necessità di mimetizzarsi tra i rami ha fatto dell‘insetto stecco un vero e proprio esempio della capacità di una specie di evolversi ed adattarsi all’ambiente. A prima vista sembra un ramoscello, ma, in realtà si tratta di un insetto dal corpo tanto sottile da sembrare un ramoscello.

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Il Formichiere è un mammifero eutero, che letteralmente vuol dire “vera bestia” e rappresenta un’infraclasse dei mammiferi dotati di una placenta maggiormente sviluppata che permettere loro di nutrire il feto durante la gestazione. Generalmente si parla di formichiere gigante proprio per distinguere questa specie dai Tamandua, formichieri anch’essi ma di dimensioni più ridotte. La specie in oggetto raggiunge in lunghezza anche i due metri e trenta, l’altezza al garrese misura circa settanta centimetri ed il peso si aggira attorno ai quaranta chilogrammi. Questo bizzarro animale presenta un’intelligenza piuttosto limitata ma è dotato di un olfatto ed un udito straordinariamente sviluppati. Esso è solito vivere isolato e senza una dimora fissa, infatti erra nella macchia con una tipica andatura lenta ed il muso rivolto sempre verso il basso in modo tale da scovare formiche e termiti di cui cibarsi. Se minacciato il formichiere assume una posizione minacciosa alzandosi sugli arti posteriori e muovendo ripetutamente le mani unghiute. L’aspetto del formichiere è uno dei più buffi del mondo animale: il suo muso è infatti lunghissimo e ricurvo verso il basso, caratteristica che gli permette di “aspirare” agevolmente gli insetti dal terreno; gli arti sono piuttosto brevi ma presentano delle mani con lunghissime unghie molto funzionali. Il rivestimento peloso è molto ruvido e leggermente più lungo sulla linea vertebrale.

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