Passione Animali

Da loro possiamo solo imparare

Passione Animali

Da loro possiamo solo imparare

La Civetta delle nevi, nome scientifico Bubo scandiacus. Il suo inconfondibile piumaggio bianco aumenta con il passare degli anni. Le femmine sono più scure dei maschi con macchie brune che non diventano mai totalmente bianche. Si cibano di lemming, piccoli roditori e di arvicole. Per cacciare sono capaci di restare immobili durante il volo in un preciso punto battendo le grandi ali. Per lo più diurno, solitario (forma coppie stabili solo durante il periodo riproduttivo), territoriale. Compie spostamenti stagionali irregolari. Le dimensioni dei territori, difesi dai maschi, variano a seconda dell’abbondanza della preda: se scarseggia, le coppie sono ampiamente distanziate, diversamente, in ricchezza di cibo, possono convivere anche cinque coppie in un’area di 250 ettari. Durante l'inverno, le femmine stabiliscono i territori, che difendono fino all’arrivo della primavera, quando volano a nord. Gli spostamenti stagionali sono imprevedibili in quanto legati all’abbondanza di prede e al clima. Vivendo in regioni in cui la luce del dì permane anche per 24h, caccia soprattutto di giorno, contrariamente alla maggior parte degli altri gufi. Le sue prede principali sono uccelli e piccoli mammiferi, soprattutto i lemming, piccoli roditori la cui abbondanza fluttuante da un anno all’altro ne condiziona gli spostamenti e la riproduzione. La civetta delle nevi ha le zampe ricoperte di piume, per proteggerle dal freddo e impedire che congelino a contatto con il terreno ghiacciato. Vive nella fredda tundra artica di Alaska, Canada, Groenlandia, Scandinavia e Russia settentrionale, ma, quando durante il lungo inverno il cibo diventa scarso, si spinge più a sud alla ricerca di nuovi territori di caccia e può arrivare negli Stati Uniti settentrionali, in Islanda, in Gran Bretagna, nella Russia centrale e nella Cina settentrionale. È uno splendido rapace coperto di un morbidissimo piumaggio bianco maculato di nero nelle femmine che riveste anche le zampe; sul volto spiccano i piccoli ma lucenti occhi gialli. Di dimensioni cospicue, raggiunge un’apertura alare di oltre un metro e mezzo. Nelle regioni artiche in cui vive la civetta delle nevi, per 6 mesi all’anno c’è luce ininterrotta, per cui questo rapace “notturno” è attivo anche di giorno e vaga nelle desolate lande senz’alberi con il suo volo lento e maestoso, alla ricerca di prede: piccoli roditori, soprattutto lemming. Trovato un luogo adatto, si apposta su una roccia e attende paziente che la preda esca dalla tana: allora con un breve volo silenzioso si lancia sulla vittima, a cui spezza la spina dorsale con gli artigli. Si riproduce una volta all’anno, sempre che ci sia sufficiente disponibilità di cibo. Secondo alcuni studiosi la civetta delle nevi andrebbe classificata nel genere Bubo, e per questo a volte è indicata come “gufo” delle nevi.

Passione Animali

Da loro possiamo solo imparare

L’insetto foglia è un insetto diventato piuttosto noto proprio per via della somiglianza con la foglia, che lo rende molto facilmente mimetizzabile. L’insetto foglia porta il nome scientifico di Extatosoma tiaratum.’ É poco facile da scovare anche nei suoi ambienti non perché non vada spesso all’aria aperta ma perché solo un occhio esperto riesce a capire quale differenza c’è tra l’insetto e una foglia verde comune, anche a terra. Il dimorfismo sessuale è molto evidente anche per via del fatto che la femmina non ha la possibilità di volare e misura 18 centimetri; il maschio è più piccolo ma presenta due ali posteriori che gli consentono di volare e non soltanto di planare. La sua difesa dai possibili predatori è proprio legata al fatto che ha delle sembianze di foglia, e che molto spesso bascula leggermente a sinistra e a destra imitando i classici movimenti delle foglie al vento, per mimetizzarsi completamente nell’ambiente. Per tale ragione predilige non sostare sugli alberi aghifoglie dove verrebbe facilmente riconosciuto da tutte le potenziali minacce animali. La sua dieta non è particolarmente variegata, ed è principalmente erbivoro: nei suoi ambienti classici predilige nutrirsi con foglie di eucalipto e acacia, anche se talvolta si nutre anche delle foglie di fico.

Passione Animali

Da loro possiamo solo imparare

La Cornacchia grigia, facente parte della famiglia dei Corvidae, è l’altro esemplare maggiormente diffuso in Italia, insieme alla cugina Cornacchia nera, con la quale convive in maniera pacifica. È un esemplare molto diffuso, non solo in Italia, è possibile avvistarlo in tutta Europa, nonché Asia ed Egitto. Distinguibile dai suoi parenti per per le sue dimensioni e per il colore del suo piumaggio; il manto, a differenza della Cornacchia nera, è completamente grigio, con solo alcune zone di colore nero. Presenta una lunghezza di circa 50 cm, un peso di 360 gr. e un’apertura alare di 95 cm circa; gli altri esemplari della sua specie sono leggermente più piccoli. La Cornacchia grigia presenta un richiamo molto forte e roco, intona un suono simile ad un craak craak, il quale utilizza come avvertimento per indicare la dominanza del territorio in cui è presente, scoraggiando eventuali ospiti indesiderati a risiedere in quella zona. La sua alimentazione è molto varia, si ciba principalmente di animali morti, frutta, pulcini e uova di altri nidi; caratteristica comune con i membri del suo genere, i quali restano uno dei motivi principali di estinzione di altre specie di uccelli, in quanto razziando in maniera violenta i vari nidi non ne hanno permesso la riproduzione. Molto odiata dai coltivatori, la cornacchia grigia può distruggere intere distese di campi coltivati, per la sua abitudine alla vicinanza con l’uomo, in maniera del tutto sfacciata, può rubare il cibo dai piatti dei ristoranti lasciati incustoditi sopra i tavoli all’aperto, nonché dalle ciotole degli animali domestici.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48