Passione Animali

Da loro possiamo solo imparare

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Il Syncerus caffer detto anche Bufalo nero, Bufalo cafro, Bufalo africano o Bufalo del Capo, fu scoperto, studiato e descritto dal biologo zoologo svedese Anders Sparrman, una delle massime autorità relative alla fauna e flora Sud Africana, durante i suoi ripetuti viaggi in tale regione del continente Africano, che all’epoca, nella seconda metà del XVIII secolo, veniva chiamata Continente Nero. E’ un mammifero quadrupede placentato (eutero), erbivoro (ruminante) di grandi dimensioni, caratterizzato da un manto raso, di colorazione nera, che ha dato origine ad uno dei suoi tanti nomi. I maschi, generalmente più grandi delle femmine, possono raggiungere al garrese i 180 cm di altezza con un peso di 800 kg. Dal punto di vista della fisiologia digestiva, non si discosta dagli altri esemplari della famiglia dei Bovidae, sottordine Ruminantia. Sono, insieme agli ippopotami (Hippopotamus amphibius), tra gli erbivori più aggressivi dell’Africa. Quando l’uomo si avvicina troppo è spesso oggetto di cariche furiose, e un maschio adulto e sano, per difendersi o proteggere la femmina e la prole, può affrontare e mettere in fuga anche un leone. La sua potente arma di difesa sono le corna, le più grandi della famiglia dei Bovidae. Cave e non caduche, a sezione semicircolare, possono raggiungere i 130 cm di lunghezza, e formano, congiungendosi sulla testa, una solida piastra, una sorta di elmetto a protezione della calotta polare cranica. Da qui partono, curvandosi verso il basso, per ritornare verso l’interno nel tratto acropeto ( quello che va dal basso verso l’alto ). Niente da stupirsi quindi che Leoni (Panthera leo), Leopardi (Panthera pardus) e branchi di Iene (diverse specie appartenenti alla famiglia: Hyaenidae, sottofamiglie: Hyaeninae e Protelinae) cerchino d’evitare i giovani dominanti, predando gli esemplari meno reattivi, anziani e malati, o la prole isolata dalle madri. Funzione tipica dei predatori, tutto sommato utile alla specie, perché riduce la pressione alimentare sull’ambiente. Dal canto loro, in presenza di un predatore, anche i bufali s’organizzano, con un preciso e tipico schema di difesa.

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Merlo indiano, nome scientifico: Gracula religiosa. Reso molto popolare dalla sua grande capacità imitativa, il merlo indiano è un animale curioso e socievole. In natura vive all’interno delle foreste soprattutto nelle aree tropicali asiatiche.  Tra le 32 diverse specie se ne riconoscono alcune stanziali e altre migratorie. Queste ultime tendono a spostarsi verso i tropici solo durante i periodi invernali. Prima dell’eventuale adozione di uno di questi esemplari è importante conoscerne pregi e difetti e sincerarsi della capacità di gestione. Foto: Tan TS

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Cardellino, questo piccolo volatile da gabbietta ricopre un ruolo simbolico molto importante nella cultura europea. Secondo la mitologia greca, Atena trasformò una delle Pieridi, Acalante, in un cardellino. Il cardellino è  anche il simbolo dell’anima che vola via con la morte del corpo, un’eredità dell’antica cultura pagana fatta propria dal Cristianesimo. Il cardellino è noto soprattutto per il suo canto. Un trillo che è stato rappresentato molto spesso, sia in arte che letteratura.

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