La mia poesia

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ORIGINI Rivedo ancora la strada sterrata che serpeggiava tra campi di grano e il casolare che udì i miei vagiti sotto quel cielo lontano. E poi mio padre, le spalle stanche, curve al sudore della vanga, che dissodava le brune zolle onde raccogliere farina bianca. Mia madre mungeva nel secchio di rame il latte della mucca pezzata che accompagnato a verdure dell'orto era la cena a placare la fame. Cantava l'uovo la gallina e lesta io lo raccoglievo, orgogliosa del piccolo compito li radunavo nel cesto in cucina. Poi anni di scuola alla frazione, bianchi grembiuli col fiocco blu che mamma paziente tergeva a mano in quel mastello col giallo sapone. Nonna cuoceva il pane nel forno, il dolce profumo sentivo lontano mentre tornavo a piedi dal borgo dalla raccolta di frutta ogni giorno. Giovane donna mi prese un treno e mi condusse in un luogo lontano di alti palazzi e gran confusione e tutto sembrava a me molto strano. Mezzo secolo è già passato dal tempo in cui cambio' la mia vita ma l'umiltà delle origini non ho mai dimenticato. Quella vita di sano sudore è stata il seme della mia saggezza... Mi ha insegnato che le piccole cose sono immense per chi guarda con il cuore.. Frassati Emiliana

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SOLITUDINE Avvolta dall'ala oscura di un'improvvisa solitudine, i colori del tuo mondo sfocati in un milione di sfumature di grigio. Cadono i ponti collegati alla tua stessa calda presenza, le tue certezze affogano nel mare tra le bugie e le mezze verità. Cerchi l'eterno usando il tempo, con lo stupore che la ricerca possa non finire mai. Sei come cane ramingo che si aggira nelle vie romite cercando caldo rifugio e la carezza di una mano. Come nebbia che cala al brunir della sera e che cela allo sguardo il chiaror della luna , come unico cuore palpitante nel vento soffri il gelido abbraccio della tua solitudine .. Frassati Emiliana

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RESILIENZA Pellegrina vestita di terra e di pelle, quante volte ho cercato la volta lontana, sospirando e piangendo ai bagliori delle stelle, la ragione di essere polvere umana. Quanti sassi ho inciampato camminando sentieri e viaggiando a piedi nudi deserto e torrente, quante volte ho affondato il mio volto nel fango con la mente pervasa da insani pensieri. Quanti demoni vinti viaggiando il cammino, ricacciati agli inferi da quella luce che si accendeva accettando il destino. Come rondine che a primavera ritorna al suo tetto, sbattendo le ali tornavo a volare con la forza di vita prorompente dal petto , sorridevo asciugando lacrime amare. Come giunco flessuoso che si genuflette alla furia del vento che lo percuote... Come olezzante sandalo che riflette il suo profumo anche all'ascia che lo abbatte... Frassati Emiliana

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