Fiore di Loto

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È da tanto che è venuto a mancare mio nonno. Quando accadde ero lontana e non sono riuscita ad andare al suo funerale, anche perché sono stata avvisata tardi. Ci rimasi male anche per questo. Della mia famiglia le uniche persone alle quali tenevo erano mia sorella ed il nonno. A distanza di anni non ho più rivisto il nonno neanche in sogno. Avrei voluto parlargli almeno lì per scusarmi della mia assenza al funerale. Il suo decesso fu rapido. Non ebbe agonia per giorni o mesi in seguito a mali d’altro genere. Ebbe un ictus e morì qualche giorno dopo. Io seppi qualche ora prima del suo funerale che era trapassato. Ieri notte, dopo anni dalla sua dipartita, ho sognato un signore che mi conduceva in un luogo distante. Per condurmici mi fece salire su una scala di legno posata su una parete e si ergeva sino alla cornice di un quadro con vista su un’infinita distesa che proseguiva a perdita d’occhio. Ero circa a metà della salita quando, accorgendomi di uno scricchiolio, abbassai il mio sguardo sulla scala. Mi resi conto solo in quel momento che i pioli erano legati con delle corde. All’istante il mio corpo fu percorso da un brivido freddo che mi congelò rendendomi conto anche dell’altezza dal suolo a cui ero e di quanto ancora dovevo percorrere. Rimasi impietrita per un tempo insondabile a causa dello stato di panico in cui vertevo. Avevo sempre sofferto di vertigini, sin da quando avevo ricordo. La mia mente cercava di uscire da quell’agitazione che mi bloccava. Quando riuscii ad evadere dalla paralisi, tentai di retrocedere, ma una sorta di muro invisibile mi bloccava i passi. Potevo solo avanzare. Con tutte le mie forze imposi al mio corpo di procedere. Le mie dita erano arpionate ai pioli e feci uno sforzo immenso per riuscire a staccarle per salire verso la fine della scala. La medesima cosa avvenne per riuscire a muovere i piedi. Il mio viso era imperlato di sudore freddo. Le mani mi dolevano per la forza con cui si attaccavano ai gradini. I muscoli erano talmente tesi da temere che si spezzassero ad ogni movimento. Dopo un tempo che mi sembrò infinito giunsi alla fine della scalata. Posso una mano sulla cornice e la mano affondò all’interno del quadro. Mi sentii precipitare al suo interno, come se fossi attirata dalla forza di gravità. Quando mi risollevai, in seguito alla caduta, notai una figura dall’aspetto anziano. Mi alzai e vidi la persona voltarsi verso di me. Indossava un impermeabile e teneva in mano un bastone da passeggio. Intravidi un sorriso colorare il suo stanco volto. Ciò nonostante mi dava l’impressione di essere una persona benevola e saggia. Sollevò la mano destro e mi fece segno di avvicinarsi. Andai verso quest’uomo. Non so perché mi ispirasse fiducia. Di solito sono molto diffidente verso chiunque, anche verso coloro che mi fanno buone sensazioni. Ero confusa, ma continuai a camminare finché fui a pochi passi da lui. Mi sorrideva con una sorta di sorriso caldo e accogliente. Il suo viso non lo riconoscevo, ma aveva qualcosa di familiare che non riuscivo a comprendere. Ancora non mi era chiaro il motivo, ma avrei capito la ragione a breve. Ogni cosa...a suo tempo

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Chiudo gli occhi cercando un riparo. Tutto dorme. Nessuno è sveglio. Continuo il mio cammino solitario, ma non c'è la strada di mattoni gialli. Percorro un tunnel sperando di vedere presto la fine. Attendo il bagliore che conduce alla luce...

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