Fiore di Loto

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Passano veloci le ore quando le osservi sullo sfondo della tua vita

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Talvolta nelle parole é scritto il battito. Talvolta esse sono inccomprensibili, quando invece sono così chiare. L'unica incomprensibilità proviene da noi stessi.

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Le risposi che mi dispiaceva che averla vista le avesse procurato tutti questi problemi. Le chiesi se ci fosse la possibilità di aiutarla a recuperare i suoi poteri. Rispose che ritrovare l’oggetto sparito avrebbe, forse, potuto restituirle i poteri, ma senza di essi non sarebbe riuscita ad avvertire la sua presenza e quindi a trovarlo. Le domandai che aspetto avesse questo oggetto, così da poterla aiutare nella ricerca. Si mise a ridere, come per prendermi in giro. Poi disse: “Le creature grandi come te non sono in grado di vederlo! Per questa sera hai già fatto fin troppi danni!”. Quella battuta sarcastica mi innervosì. Io stavo solo cercando di aiutarla e lei mi offendeva prendendosi gioco di me. Le risposi acidamente che doveva fare più attenzione. Lei e la sua gente avevano perduto quell’oggetto così importante ed erano andati a cercarlo al di fuori del loro ambiente. Era loro cura fare attenzione ai pericoli che potevano correre addentrandosi in un mondo differente dal loro. Le dissi ancora che se lei era stata poco accorta nel prendere delle precauzioni per non essere vista la responsabilità era sua, non mia. Proseguii dicendole che mi ero resa disponibile ad aiutarla, oltre al fatto che le avevo prestato soccorso quando stava cadendo, non una ma due volte, e in risposta avevo ricevuto prese in giro. Le rammentai che quella nei guai era lei, non io, e che in questo mondo, a lei sconosciuto, era senza poteri e un aiuto le sarebbe stato utile. La informai inoltre che data la sua maleducazione si intuiva che preferiva restare da sola e così sarebbe stato, visto che era ciò che desiderava. Mi voltai per rimettermi a dormire. Trascorsero alcuni istanti e dalla sua voce uscirono delle scuse mal riuscite. Trattenni una risata, non essendo vista. Tornata seria sollevai una mano come per dire: “Certo, ma non fa nulla, tanto la mia decisione è ormai presa”. Brilli si scusò nuovamente, ma il suo tono era scocciato. Non mi mossi. Rimasi ferma nella mia posizione. Notando la mia determinazione si avvicinò e mi disse, in tono dispiaciuto: “Scusa, hai ragione. Mi sono comportata male. Per favore, aiutami”. Sentii la sua voce singhiozzante. Stava piangendo. Poi udii un suono, come se cadessero dei sassolini. Mi voltai e vidi Brilli con gli occhi imperlati di lacrime, ma ogni goccia si solidificava e cadendo provocava quel suono. Mi commossi e le dissi che l’avrei aiutata. Brilli sollevò la testa. Aprì gli occhi e mi guardò speranzosa. I suoi occhi brillavano di luce e uno strano bagliore l’avvolse per un brevissimo istante. Feci finta di nulla e le offrii da bere versando dell’acqua in un ditale. Mi rispose che loro bevevano solo la rugiada del mattino o la linfa estratta da un albero che cresceva nel loro regno. Rimanemmo sveglie a parlare ancora a lungo, poi ci addormentammo entrambe, esauste dall’insolita serata e dalle sorprese che si erano susseguite. Nessuna di noi però si era accorta che nell’oscurità della notte qualcuno ci aveva osservate e aveva ascoltato i nostri discorsi. Il seguito....prossimamente

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