Fiore di Loto

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E’ buio intorno a me Sento solo un rumore che non riconosco La sensazione di freddo mi avvolge Percepisco sulle mie mani qualcosa di granuloso Passo le dita sulle altre e sento la sensazione di sporco Sento come pesantezza su di me Non riesco a muovermi Poi la mente mi ricorda che non so dove mi trovo Provo ad alzarmi, ma il mio corpo non risponde Una piccola sensazione di paura mi percorre Riprovo Niente. Il corpo non fa una mossa. Riesco a spostare solo il braccio destro e a muovere la mano Provo a toccarmi il torace, ma qualcosa blocca il passaggio Cerco di capire cosa sia con il tatto Sembra un pezzo di cemento Poi il ricordo mi colpisce come un lampo e tutto riaffiora Stavo facendo una passeggiata e la terra ha tremato I pensieri che facevo si sono fermati e sono stati sostituiti da altri Penso che questo sia accaduto anche alle altre persone che hanno vissuto la stessa cosa Cerco di capire come poter uscire Provo a parlare ma non sento la mia voce Istintivamente mi porto la mano alla gola Prima di riuscirci sento una voce No, sono diverse voci Chiedono se c’è qualcuno Provo ad emettere un urlo per segnalare la mia presenza La voce timidamente riemerge, come impaurita Sento dei passi avvicinarsi a me nell’oscurità Le voci sempre più vicine Un brivido di speranza mi sommerge DRIN - DRIN Mi sveglio di soprassalto, ansimando, con il cuore in gola e bagnata di sudore Era solo un incubo.

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Lentamente i pensieri scivolano nei sogni Come i passi di una ballerina . Dolcemente i passi sfumano nella nebbia E non si vedono più. Solamente qualche ticchettio si ode Finché tutto è silenzio. ...i pensieri dormono.... Finalmente

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È un suono martellante e costante. Non smette di accompagnarmi. È con me da sempre, a volte in modo più pesante, a volte in modo più leggero. In questo momento è una musica invadente che mi rende inquieta. Sento la sua forza comprimermi, schiacciarmi. Rende difficile respirare e muovermi. Questa sensazione dovrò domarla e posare una fragile maschera di vetro, fra le tante che possiedo, sullo scheletro lacerato che grida silenziosamente. Tutto deve essere rinchiuso nel sacello. Tutto deve tacere per offrire solo tinte pastello. Tutto deve coprirsi per tentare di non udire il suono martellante che investe impetuoso. Una barca taglia il cielo e per un attimo, un solo attimo, i tuoni non vengono uditi. In quell’istante troppo breve il niente. In seguito i tamburi riprendono la loro musica con un altro ritmo. I suoni sono sempre presenti ma non feriscono come prima. Un po’ alla volta il respiro riprende una musica più leggera e la barca riprende il suo viaggio scivolando fra le gonfie nuvole d’argento

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