Fiore di Loto

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Occhi di rugiada riluciono sotto un manto di stelle luminescenti. Sinuosamente la linfa sgorga abbondante irrorando con un dolce rivolo i luoghi che percorre. In un tempo indefinito la mente torna a momenti di vita passata. Si rivivono come punti salienti dell’esistenza trascorsa. Fintanto che un ultimo botto dà luogo a un enorme calore che avanza e divampa. Un dolore misto a terrore infinito esplode e quei dolci rivoli di rugiada vengono estinti all’istante. Un lacerante dolore dilaga e in quei brevissimi istanti che sembrano infiniti e contemporaneamente fugaci tutto viene sospeso. Mente, cuore, tutto non esiste più. Tutto sparisce. Resta solo un ricordo di chi si era e forse una piccola rimanenza che riconduce a chi apparteneva il nostro contenitore. L’unica sopravvivenza, per chi crede, è il nostro reale contenuto che ripercorre un ciclo che si ripete finché non giungerà all’ultimo gradino della sua evoluzione.

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Ricordo come fosse ieri il giorno che mi hanno condotto fra queste mura. Interiormente ero annientata dalla paura. Non avevo mai pensato che potesse accadermi. Sin da quand’ero bambina sapevo che non avrei avuto una vita facile, tantomeno serena. Sapevo, anche se non so come, che la mia vita sarebbe andata da male a sempre peggio, ma mai avrei immaginato così tanto peggio. Nell’infanzia pensavo di essere speciale, con capacità che i miei compagni di classe non possedevano, invece con il tempo ho capito che la forza del pensiero, anche d ed soprattutto quello negativo, poteva creare. Sempre con il passare del tempo e con ulteriore conoscenze scoperte o ragionate da altri, venni a conoscenza di reincarnazione di anima, registri akashici, karma e darma e molto altro. Se potessi tornare indietro vorrei tornare al giorno in cui nacqui e modificare tante cose. Innanzitutto sarei l’amica e la protettrice della me stessa bambina, al fine di fornirmi gli strumenti per comprendere il mio viaggio. Oggi invece mi ritrovo prigioniera e con un orgoglio troppo forte da smussare che mi ha condotta ad una “vacanza” forzata in cui non ho più libertà, convivenza forzata con persone sgradite e rancio da punto interrogativo. Qui se non evadi con i pensieri muori giorno dopo giorno.

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Distesa sul letto, abbracciata dal sopraggiungere del calore estivo, emetto sonori respiri, mentre le mie riflessioni dipingono nella mia mente un “film”, così come i pennelli di un pittore colorano la candida tela di un futuro quadro. Braccia e gambe coprono le lenzuola che mi avvolgono. Il suono del ventilatore acceso mi culla come una insolita ninna nanna. Il debole oscillare delle sue pale muove l’aria attorno a me, facendomi sentire una leggerissima frescura. Guardando il soffitto immagino che sia uno schermo su cui proiettare la pellicola che la mia mente sta elaborando. È una rappresentazione lente e piovosa a momenti. In altri solare e ricolma di sogni, di desideri. In altre circostanze è avvolta da nuvole di ricordi che si intrecciano nelle altre trame. Mi agito sul letto per gli sbalzi di temperatura che avverto. Il mio corpo emana molto calore, il quale si scontra con la leggera brezza portata dal ventilatore. Lentamente gli occhi si chiudono e un altro film inizia. Buonanotte

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