Scrivere che passione

Founder Junior

Tsundoku: siete curiosi di conoscere il significato di questa parola giapponese?

2020-08-24 13:19:43

Chi di voi ha mai sentito parlare di “Tsundoku”? Questa parola, di origine giapponese, indica l’acquisto compulsivo di libri. Se mi seguite vi spiego meglio il tutto (magari potreste scoprire di essere anche voi un accumulatore seriale di libri non letti).

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Come da tradizione non pubblicherò un post per celebrare le ferie. Le parole più belle le ha usate qualche giorno fa Fabio Fanelli, e quindi le riporto: "Si va in ferie non dal lavoro, ma dai suoi flussi. Flussi che sono un modo giusto di far funzionare i processi, i metodi e le scadenze. Un modo giusto di rispondere alle domande, alle sfide, alle gare. Ma che sono sempre, per tutti, compromessi di libertà". Credo sia così per tutti quelli che amano il proprio lavoro. Si stacca dalle call, dalla necessità di incastrare appuntamenti, di incrociare le agende, di consegnare un lavoro entro una certa ora. Da tutto il resto, personalmente, non mi interessa andare in ferie. Magari sostituire una videochiamata ad una chiacchierata di fronte al mare, un articolo online con un libro, la scrittura di un post con quella di una pagina di un romanzo che non pubblicherò mai. E poi, ancora, la telefonata ad un amico per dire che ho un'idea, un pensiero su un progetto che è rimasto lì e che vorrei tanto riprendere. Non si fugge dal lavoro, e se si fugge - mi spiace dirlo - è perché sotto sotto non ci piace. Non è una tragedia, si può cambiare, si possono rivedere delle cose, si può mettere in discussione anche una cosa che per tanti anni abbiamo considerato la migliore che potessimo fare. Godiamoci il battito diverso di questo tempo, la destrutturatezza che porta spesso meraviglie, l'idea che c'è un lavoro scevro dalla fatica, dall'abitudine, dalla ripetitività delle azioni, dei faticosissimi allineamenti, dei report. E quindi piuttosto che ferie - nell'anno in cui sembrava le ferie non potesse farle nessuno - preferisco chiamarlo intervallo. Dai luoghi, dalle persone, dalle abitudini. È un tempo attivo, da coltivare, non da lasciar passare. Un tempo in cui pensare molto (vanno bene i libri, i film, gli amici, le passeggiate), altro che "non pensare a niente". Celebriamo gli intervalli, ma facciamolo con garbo, ricordandoci che se possiamo "staccare da qualcosa" in un anno così, siamo pur sempre persone fortunate. Buon intervallo a chi vorrà. (Cristiano Carriero)

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Scrivi come Mangi: cinque consigli per rendere più semplice la tua Scrittura

2020-08-04 14:40:24

Per avvicinare le persone devi scrivere nel modo più semplice possibile. Non ti stai screditando, tutt’altro! Sei comprensibile, tranquillizzi il lettore ed entri meglio in empatia con lui. Sarà più propenso a comprare da te perché gli avrai trasmesso fiducia.

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