Cosimo Damiano Delcuratolo
Ci si lamenta o si trattiene il fiato. Ricercatori dell’Università di Singapore hanno infatti analizzato le reazioni di 56 persone, chiedendo loro di immergere le mani in acqua ghiacciata il più a lungo possibile. Coloro ai quali era stato concesso di dire “Ahia!” resistevano di più al dolore (in media, 30 secondi contro 23). Questo accade perché esprimere verbalmente il proprio disagio interferisce con i messaggi di dolore che arrivano al cervello e la percezione risulta meno intensa. Un test eseguito all’Università di Jaén (in Spagna) mostra che anche trattenere il fiato è utile. A 38 persone sono state schiacciate le unghie per cinque secondi: quelle che avevano trattenuto il fiato riferivano un dolore meno intenso delle altre. I ricercatori avvertono però che questo metodo è valido solo se ci si aspetta di provare dolore e non per gli infortuni casuali, perché funziona solo se si inizia a trattenere il fiato prima che cominci lo stimolo doloroso.
Cosimo Damiano Delcuratolo
È un rumore di fondo udibile a Taos (nella foto), nel Nuovo Messico, sin dagli anni ’70. Anche noto come “Taos Hum”, rappresenta un affascinante mistero naturale, in quanto questo rumore è percepibile dall’orecchio umano e molto simile – secondo la descrizione di chi lo ha ascoltato – a quello di un motore diesel avviato, ma risulta impossibile registrarlo o isolarlo con un microfono. ORIGINE IGNOTA. Il brusio sembra un suono distante, ma nessuno è finora stato in grado di identificarne la fonte. L’ipotesi più gettonata è che si tratti di un rumore “infrasonico”, percepito grazie ad alcune non specificate caratteristiche ambientali. Taos non è l’unico posto dove è possibile ascoltare suoni analoghi: nel 2012 è nato un sito internet, “thehum. info”, che censisce brusii in giro per il mondo allo scopo di risolvere il mistero basandosi sulle similitudini. Sono migliaia i posti citati, ma per molti di questi si è trovata – a differenza di Taos – una spiegazione plausibile.
Cosimo Damiano Delcuratolo