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ATTENTI ALLA TRUFFA "AFFITTA PROFILO" ! Secondo alcuni resoconti presi in considerazione dalla Polizia Postale i profili presi in affitto vengono utilizzati per attivare campagne pubblicitarie normalmente bandite su Facebook , i post pubblicati a vostra insaputa citano annunci riguardanti casinò o medicinali per il benessere maschile, ma le categorie di prodotti e servizi che violano i termini del social network sono diverse. Gli algoritmi di Facebook impiegano del tempo per accorgersi dell'attività illecita, tempo durante il quale gli annunci portano comunque frutto. Nel momento in cui il misfatto viene alla luce, la campagna viene sospesa e al profilo viene impedito di avviarne altre; a questo punto chi ha preso l'account in affitto può riprendere la stessa attività su un altro account. I soggetti attivi nello sfruttare questo meccanismo sembrano numerosi e ben organizzati: reclutano i volontari attraverso siti internet, forum o video su YouTube e offrono ricompense a chi a sua volta convince altre persone a partecipare al programma. In alcuni casi questi individui arrivano a inviare ai proprietari dei profili un laptop preconfigurato per gestire in automatico le campagne pubblicitarie illecite; in altre occasioni si limitano a far installare sui computer dei loro collaboratori un software per il controllo remoto, tramite il quale è possibile fare la stessa cosa lasciando che il dispositivo già in casa venga controllato a distanza dagli organizzatori. I ricercatori interpellati riferiscono che le attività scoperte hanno sede principalmente negli Stati Uniti e sono alla ricerca di profili statunitensi, ma non è detto che il fenomeno non sia destinato ad espandersi. Facebook del resto ha raccontato di esserne a conoscenza già da un paio di anni, il che significa che non ha ancora trovato il modo di porvi fine. Inutile dire che aderire a questo tipo di proposte è un'idea rischiosa per svariate ragioni: oltre a mettere a rischio il proprio profilo (che Facebook portebbe bloccare) mette nelle mani di soggetti sconosciuti il controllo del proprio computer e di tutti i dati contenuti al suo interno. Inoltre inviare il vostro contatto e password , oltre a inviare inconsciamente i vostri dati personali potrete sicuramente essere sotto "attacco phishing" e ritrovarvi in spiacevoli situazioni come denunce e copia della vostra identità a soggetti "poco raccomandabili". Vi siete mai imbattuti con persone che vi offrono 50€ per "affittare" il vostro profilo social? Commenta,Dona e Condividi!
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RIFIUTI ELETRONICI DA SPAZZATURA A RISORSA Nei giorni scorsi Google ha annunciato il suo nuovo programma per lo sviluppo sostenibile impegnandosi, tra l’altro, entro il 2022, a utilizzare esclusivamente componenti ecologici o riciclati per la produzione dei suoi dispositivi elettronici. È una buona notizia anche perché impegni analoghi cominciano a essere assunti da molti dei grandi produttori di elettronica di consumo. Ma ammesso che piani e impegni diventino realtà, ci vorranno decenni perché producano un impatto rilevante sul benessere del nostro pianeta: quella dei rifiuti prodotti da dispositivi elettrici e elettronici è un’autentica emergenza. L’ultimo grido di allarme lo ha lanciato l’ONU, durante l’ultima edizione del Forum internazionale di Davos. L’Organizzazione internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite parla, senza mezzi termini, del rischio imminente di un mondo letteralmente travolto da uno tzunami di rifiuti elettronici, al ritmo di oltre cinquanta milioni di tonnellate all’anno. A causa di tale impennata e inoltre dei tempi di obsolescenza naturali e programmati dei dispositivi elettronici che popolano il nostro quotidiano, il dato è destinato a aumentare in maniera esponenziale nello spazio di una manciata anni. Più di frequente cambieremo il nostro smartphone, la nostra consolle da videogame, i nostri auricolari, la nostra televisione, più aumenteranno i rifiuti elettronici che produrremo. Solo in Italia produciamo circa 13 chilogrammi di rifiuti elettronici per cittadino all’anno, ottocentomila tonnellate. Ma il problema non è tanto la quantità di rifiuti elettronici che produciamo, quanto la circostanza che ne smaltiamo in maniera corretta appena il venti per cento ed il paradosso è che se smaltiti correttamente i nostri cinquanta milioni di tonnellate di rifiuti elettronici varrebbero oltre cinquanta miliardi di euro, più o meno ( tanto per contestualizzare) il prodotto interno lordo di un intero Paese come la Croazia o la Tunisia, per guardare a quelli che si affacciano sul mediterraneo. Buttiamo via tanto e in fretta, lo facciamo male, inquiniamo, peggioriamo le già drammatiche condizioni ambientali e, per di più, sperperiamo miliardi di euro ogni anno. Ci perdiamo tutti e tanto sotto ogni profilo, ecologico e economico. Cosa si può fare per correre ai ripari? La direttiva europea stabilisce che chi contribuisce a inquinare vendendo nuovi dispositivi elettrici e elettronici è obbligato a semplificare la vita ai consumatori nello smaltimento corretto dei vecchi dispositivi, ritirandoli in maniera completamente gratuita. Le regole anche in Italia ci sono! Son semplici ed efficaci: quando compri in negozio un dispositivo elettrico o elettronico chi te lo vende deve ritirare gratuitamente il tuo vecchio dispositivo che si tratti di uno smartphone, una lavatrice o una tv ed anche se hai un dispositivo elettrico o elettronico da dar via più piccolo di 25 cm, anche se non compri nulla, puoi lasciarlo a chi vende elettronica di consumo; ed infine per gli elettrodomestici di grandi dimensioni, quando ti consegnano a casa il nuovo, devono ritirare anche il vecchio e questo tanto che tu abbia comprato in un negozio fisico o in uno shop online. Per non dimenticare le isole ecologiche dove chiunque di noi può smaltire direttamente qualsiasi tipo di rifiuto elettrico o elettronico. Sembra tutto davvero semplice. Ma allora perché non funziona? Perché i cigli delle nostre strade continuano a essere disseminati di televisori, lavatrici e frigoriferi arrugginiti e le nostre cantine piene di dispositivi che non useremo mai più e che lasceremo in eredità ai nostri figli e nipoti? Cosa ne pensi di tutto questo abominio di spazzatura elettronica? Commenta,Dona e Condividi!
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