Maria Domenica
"Idillio Maremmano" di Giosuè Carducci
Maria Domenica
Poesia "Idillio Maremmano" di Giosuè Carducci Co 'l raggio de l'april nuovo che inonda Roseo la stanza tu sorridi ancora Improvvisa al mio cuore, o Maria bionda; E il cuor che t'obliò, dopo tant'ora Di tumulti oziosi in te riposa, O amor mio primo, o d'amor dolce aurora. Ove sei ? senza nozze e sospirosa Non passasti già tu: certo il natio Borgo ti accoglie lieta madre e sposa; Ché il fianco baldanzoso ed il restio Seno a i freni del vel promettean troppa Gioia d'amplessi al marital desio. Forti figli pendean da la tua poppa Certo, ed or baldi un tuo sguardo cercando Al mal domo caval saltano in groppa. Com'eri bella, o giovinetta, quando Tra l'ondeggiar de' lunghi solchi uscivi Un tuo serto di fiori in man recando, Alta e ridente, e sotto i cigli vivi Di selvatico fuoco lampeggiante Grande e profondo l'occhio azzurro aprivi! Come 'l ciano seren tra 'l biondeggiante Òr de le spiche, tra la chioma flava Fioria quell'occhio azzurro; e a te d'avante La grande estate, e intorno, fiammeggiava; Sparso tra' verdi rami il sol ridea Del melogran, che rosso scintillava. Al tuo passar, siccome a la sua dea, Il bel pavon l'occhiuta coda apria Guardando, e un rauco grido a te mettea. Oh come fredda indi la vita mia, Come oscura e incresciosa è trapassata! Meglio era sposar te, bionda Maria! Meglio ir tracciando per la sconsolata Boscaglia al piano il bufolo disperso, Che salta fra la macchia e sosta e guata, Che sudar dietro al piccioletto verso! Meglio oprando obliar, senza indagarlo, Questo enorme mister de l'universo! Or freddo, assiduo, del pensiero il tarlo Mi trafora il cervello, ond'io dolente Misere cose scrivo e tristi parlo. Guasti i muscoli e il cuor da la rea mente, Corrose l'ossa dal malor civile, Mi divincolo in van rabbiosamente. Oh lunghe al vento sussurranti file De' pioppi! oh a le bell'ombre in su 'l sacrato Ne i dà solenni rustico sedile, Onde bruno si mira il piano arato E verdi quindi i colli e quindi il mare Sparso di vele, e il campo santo è a lato! Oh dolce tra gli eguali il novellare Su 'l quieto meriggio, e a le rigenti Sere accogliersi intorno al focolare! Oh miglior gloria, a i figliuoletti intenti Narrar le forti prove e le sudate Cacce ed i perigliosi avvolgimenti Ed a dito segnar le profondate Oblique piaghe nel cignal supino, Che proseguir con frottole rimate I vigliacchi d'Italia e Trissottino.
Maria Domenica