Claudia La Terra
Founder Senior
Le chiavi per prendere le giuste decisioni... Per essere felici, occorre prendere le decisioni e saper superare il confine con la paura. Non è per niente semplice farlo, lo sappiamo, perché decidere implica anche lasciarsi molte cose alle spalle. Quando il nostro cuore ci incita a fare quel passo, ma sopraggiunge la paura, bisogna razionalizzare quel timore e comprenderlo. Passare dall’emozione alla ragione, poiché soltanto la logica e il pensiero cosciente possono spingerci, con coraggio, ad abbattere le mura della paura. Quando le vostre emozioni vi portano a prendere un determinato cammino, domandatevi se state agendo in modo realistico. È una domanda che va fatta a se stessi e a nessun altro. Se vi sembra fattibile, se vi rende felice ed è una cosa possibile, non permettete a niente e a nessuno di fermarvi. Accettate la possibilità di fallire. Accettate e interiorizzate la possibilità che le cose non vadano per il verso giusto, ma cercate di comprendere che, al tempo stesso, per trovare la strada per la felicità non basta una sola opzione. Si tratta solo di una porta che vi mostrerà molti altri cammini. L’arte di essere felici sta nel saper decidere ogni giorno con coerenza e ascoltando il proprio cuore, accettando gli errori di percorso e andando alla scoperta dei propri sentieri vitali, della propria pace interiore.
Claudia La Terra
Founder Senior
Uno dei grandi misteri dell’umanità è sapere cosa accade al cervello prima di morire.. I ricercatori hanno realizzato una serie di registrazioni attraverso file di elettrodi su pazienti che avevano sofferto di una lesione cerebrale devastante, come un grave ictus. In questo modo, hanno ottenuto risultati fondamentali per capire cosa accade al cervello prima di morire di incidente cerebrovascolare. Per la prima volta, abbiamo una visione più chiara di quella che può essere definita la neurobiologia della morte. Il cervello è l’organo del corpo più sensibile all’ipossia e all’ischemia. Quando parliamo di ipossia, ci riferiamo a una mancanza di ossigeno nel sangue, e in particolare al sangue che arriva al cervello. Per quanto riguarda l’ischemia, invece, questa si definisce come l’interruzione o la diminuzione della circolazione sanguigna arteriosa in una determinata zona. Questa condizione provoca una sofferenza cellulare a causa della mancanza d’ossigeno nella parte del corpo colpita. Le cellule cerebrali più vulnerabili a queste due condizioni sono i neuroni piramidali corticali degli strati III, IV e V, i neuroni piramidali CA1 dell’ippocampo, i neuroni dello striato e le cellule di Purkinje o neuroni di Purkinje Quando il flusso sanguigno nel cervello si interrompe, in meno di 10 minuti si produce una lesione irreversibile di questi neuroni. Questo avviene in caso di infarto, per esempio. Lo studio del cervello prima di morire Prima dello studio condotto dal Dottor Jens Dreier, le uniche supposizioni sui processi che si susseguono nel cervello prima di morire derivavano da studi realizzati con elettroencefalogramma (EEG). Le conclusioni alle quali si è giunti con queste ricerche sono le seguenti: La morte cerebrale avviene quando l’EEG è piatto. I neuroni della corteccia cerebrale possono restare polarizzati per diversi minuti, durante la fase di silenzio elettrico. Le fasi dell’esperimento L’obiettivo di questo studio era quello di analizzare la fisiopatologia dei pazienti che soffrono di un’ipossia ischemica improvvisa dopo aver interrotto i trattamenti per mantenerli in vita. Questi pazienti sono stati sottoposti a monitoraggio neurologico, con elettrodi intracranici, durante il trattamento in terapia intensiva. Le cause di ipossia ischemica di questi pazienti erano le seguenti: Emorragia subaracnoidea (ESA), per la rottura di un aneurisma cerebrale. Ictus o accidente cerebrovascolare emisferico maligno. Lesione cerebrale a seguito di un trauma. L’esperimento ha previsto il monitoraggio neurologico nel processo di morte dopo l’attivazione dell’ordine di non rianimare (DNR, Do-Not-Resuscitate). Neurologia del cervello prima di morire Conclusioni dell’esperimento: le fasi che attraversa il cervello prima di morire Nei pazienti con una lesione cerebrale acuta, l’esperimento ha dimostrato che gli stati persistenti di silenzio elettrico nella corteccia cerebrale sono indotti, nella maggior parte dei casi, da una depolarizzazione estesa. La depolarizzazione estesa è un’onda di depolarizzazione quasi completa delle cellule neuronali e delle cellule gliali, accoppiata a una risposta di vasocostrizione e vasodilatazione vascolare. Quest’evento avviene nei seguenti casi: Emicrania con aura. Emorragia subaracnoidea. Emorragia intracerebrale. Trauma cranio-encefalico. Ictus ischemico. In questi casi, può verificarsi uno schema di propagazione di quest’onda, in cui la depolarizzazione estesa può arrivare a invadere il tessuto. Sembra che questa depolarizzazione sia visibile solo mediante un monitoraggio neurologico con tecniche di neuroimaging. In conclusione, i ricercatori hanno potuto determinare che prima di morire il cervello risponde a un’ischemia cerebrale acuta con uno schema patologico concreto. Alcuni tipi di neuroni cercano di evitare la morte cerebrale, provocando uno squilibrio elettrico fra di loro.
Claudia La Terra
Founder Senior