Edmondo Viselli

Campanula cochleariifolia (Campanula dei ghiaioni)

2018-07-30 16:20:01

La campanula dei ghiaioni (nome scientifico Campanula cochleariifolia Lam., 1785) è una pianta erbacea perenne, dai fiori blu a forma di campana, appartenente alla famiglia delle Campanulaceae. Etimologia Il nome generico (campanula) deriva dalla forma a campana del fiore; in particolare il vocabolo deriva dal latino e significa: piccola campana. Dalle documentazioni risulta che il primo ad usare il nome botanico di “Campanula” sia stato il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Tale nome comunque era in uso già da tempo, anche se modificato, in molte lingue europee. Infatti nel francese arcaico queste piante venivano chiamate “Campanelles” (oggi si dicono “Campanules” o “Clochettes”), mentre in tedesco vengono dette “Glockenblumen” e in inglese “Bell-flower” o “Blue-bell”. In italiano vengono chiamare “Campanelle”. Tutte forme queste che derivano ovviamente dalla lingua latina Il nome specifico (“cochleariifolia”) deriva dalla parola greca "kochlarion" o dal latino "cocleare" (= "cucchiaio") e insieme alla seconda parte del nome (folia) significa "con foglie a forma di cucchiaio" e fa riferimento alle sue foglie basali rotonde (o anche "simile alle foglie di Cochlearia" dove Cochlearia L. è un genere di piante della famiglia delle Brassicaceae). Il nome comune (“dei ghiaioni”) deriva dall'habitat nel quale si trova più frequentemente questa pianta. Il nome scientifico di questa specie è stato definito per la prima volta dal naturalista, zoologo, botanico enciclopedista e chimico francese Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829) nella pubblicazione "Encyclopédie méthodique. Botanique. Paris - 1 (2):. 578 1785" del 1785. Descrizione Queste piante possono arrivare fino a 5 – 15 cm di altezza (massimo 30 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Se stropicciata o spezzata la pianta rilascia un succo lattiginoso (contengono infatti lattice lattescente e accumulano inulina). Distribuzione e habitat Geoelemento: il tipo corologico della specie (area di origine) è Orofita - Sud Europeo. Quindi si tratta di una specie montana dell'Europa meridionale; con un areale che dalla Penisola Iberica arriva fino ai Balcani ed eventualmente Caucaso e Anatolia. Distribuzione: questa specie è distribuita in Europa e in America Settentrionale con alcune presenze sporadiche nel resto del globo; in Italia è comune e si trova sulle Alpi e nell'Appennino Centro-settentrionale. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Pirenei, Alpi Dinariche, Monti Balcani e Carpazi.[10] Habitat: questa pianta frequenta in preferenza le zone alpine fra i ghiaioni e macereti; ma è possibile trovarla anche nei campi e lungo i muri (o anche rocce verticali in alta quota), oppure lungo i corsi d'acqua. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 800 ai 3000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino, e in parte quello collinare e quello nivale.

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Edmondo Viselli

Leucanthemopsis alpina (Margherita Alpina)

2018-07-30 08:25:25

La margherita alpina (nome scientifico Leucanthemopsis alpina (L.) Heyw., 1975) è una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee simile alle comuni margherite. Etimologia Il nome generico (Leucanthemopsis) deriva da due parole greche ”leucantha” (= bianco) e ”anthemon” (= fiore) e fa ovviamente riferimento al colore dei fiori. Il nome specifico (alpina) è relativo alle zone nelle quali questa pianta vegeta. Il binomio scientifico attualmente accettato (Leucanthemopsis alpina) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, perfezionato successivamente dal botanico e biologo inglese Vernon Hilton Heywood (nato il 24 dicembre 1927) nella pubblicazione “An. Inst. Bot. AJ Cavanilles 32 (2): 182” del 1975 Descrizione Sono piante dal portamento basso: 8 – 15 cm massimo. La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa (H scap); ossia è una pianta perennante con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e poco foglioso. Distribuzione e habitat Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Ovest Europeo Distribuzione: nelle Alpi è una specie comune; mentre negli Appennini è considerata rara. Oltre confine sempre nelle Alpi è comune sia in Francia che in Svizzera che in Austria. Sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei, Alpi Dinariche e Carpazi.[6] Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono i pendii franosi, i ghiaioni e rupi; ma anche nelle vicinanze dei corsi d'acqua, nelle prateria rase alpine e vallette nivali d'alta quota. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2000 fino a 3600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello subalpino.

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Edmondo Viselli

Adenostyles alliariae (Cavolaccio alpino)

2018-07-30 08:22:30

Il cavolaccio alpino (nome scientifico Adenostyles alliariae (Gouan) A.Kern., 1871) è una pianta erbacea, perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Etimologia L'origine del nome del genere è di derivazione ellenica e fa riferimento alle ghiandole che ricoprono lo stilo del fiore (adeno = ghiandole; styles = stilo). Il nome specifico si riferisce alla somiglianza delle foglie con quelle di alcune specie del genere Alliaria. Il binomio scientifico attualmente accettato (Adenostyles alliariae) è stato proposto inizialmente dal naturalista francese Antoine Gouan (1733-1821), un pioniere della tassonomia di Linneo in Francia, e perfezionato in seguito dal professore di botanica a Stoccarda Anton von Kerner (1755–1839) nella pubblicazione ”Oesterreichische Botanische Zeitschrift” del 1871 Descrizione Questa pianta può raggiungere un'altezza variabile da 4 a 7 dm (massimo 18 dm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap) : ossia è una pianta perennante tramite gemme posizionate al livello del terreno con fusto allungato e mediamente foglioso. Distribuzione e habitat Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Europeo. Distribuzione: in Italia questa pianta si trova soprattutto al nord (qualche varietà è presente anche al sud). Nel resto dell'Europa è ovunque comune. Habitat: l'habitat tipico sono le zone con alte erbe boschive, pietraie e morene; ma anche i megaforbieti, popolamenti a felci, ontaneti e saliceti subalpini. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo (ricco di nitrati) con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino ad un'altitudine compresa fra 1300 e 2000 m s.l.m. (raramente fino a 2400 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e in parte quello alpino e montano.

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