Edmondo Viselli
Lilium martagon (Giglio martagone)
2018-08-13 08:13:40
Il Giglio martagone (Lilium martagon L.) è una pianta della famiglia delle Liliaceae, che cresce spontanea in Europa, Asia e Nord America. Pianta sacra al dio della guerra Marte, cui deve il nome, Lilium martagon, accompagnava gli antichi soldati sul campo di battaglia perché ritenuto valido amuleto. A dispetto di tanta bellicosità il giglio martagone è pianta discreta e di rara eleganza pur essendo annoverato di certo fra i fiori più appariscenti ed apprezzati dell’intera flora montana. Più raro che in passato, per via della raccolta indiscriminata, si trova con maggior frequenza lungo i sentieri che percorrono la parte bassa della valle. Fiorisce nei pendii esposti al sole, nei prati riconquistati dalla flora spontanea, nei pascoli umidi e, inaspettato, fra gli arbusti. In suoli calcarei, neutri e debolmente acidi, dai 300 sino a 2.000 metri di quota, sulle Alpi e sugli Appennini. Colpisce per le sue forme preziose, per il colore delicato impreziosito dagli stami ricchi di polline, e per l’alto numero di fiori, fino ad una ventina, che una pianta può portare. Fiorisce in estate, i bulbi che radicano in terreni ben esposti e a bassa quota fioriscono in giugno, anche per sfuggire alla siccità estiva, i bulbi che radicano in quota, in terreni umidi e non sempre soleggiati fioriscono in luglio, o anche più tardi. Le foglie, tipiche delle bulbose, lunghe fino a 15 cm, sono di forma ellittica, terminanti a punta. Si possono dividere secondo la localizzazione lungo il fusto in inferiori, medie e superiori. Quelle inferiori, alla base del fusto, sono poche, ma lunghe; quelle in posizione mediana sono raggruppate in verticilli che contano fino a dieci elementi, quelle superiori, prossime ai fiori, sono di dimensioni ridotte. I fusti, solo apparentemente fragili, sempre eretti, sono macchiati di scuro e raggiungono un’altezza che va dai 40 cm fino ad oltre il metro. I fiori, da tre fino a venti per la stessa pianta, di dimensioni leggermente crescenti dal basso verso l’alto, fino a 5 cm di diametro, sono raccolti in un lasso racemo terminale. Assumono la forma caratteristica perché i tepali, screziati in toni più scuri, si incurvano all’indietro fino quasi a toccare lo stelo. Talmente incurvati da far assumere alla struttura una forma quasi globosa che può ricordare per i ricchi colori quella di un turbante orientale o di un cuscino in ricchi tessuti. In questo modo, gli stami, in numero di sei, sono ancora più evidenti. La maggior parte dei fiori è portata leggermente reclinata o pendula. Il colore di fondo è rosa carico con puntinature color porpora o brune. Gli stami, grandi e pendenti verso il basso, sono di color rosso intenso. I bulbi sono gialli e squamosi, fragili e particolarmente sensibili alla disidratazione. Per questa ragione non si consiglia di separare i bulbilli, ma di lasciarli in loco per incrementare i cespi. Il giglio martagone è dotato di un fusto più robusto di quanto il diametro possa far pensare, capace di portare un gran numero di fiori. La forma del fiore rende visibile ed esalta il colore dei tepali a dispetto del portamento reclinato, i tepali sono curvati all’indietro così da formare una struttura sferica compressa simile ad un turbante turco. Tra la flora montana si riconosce anche per i grandi stami di colore giallo intenso portati penduli e ben visibili.
Edmondo Viselli
Geranium sylvaticum (Geranio silvano)
2018-08-12 15:52:03
Il Geranio silvano (nome scientifico Geranium sylvaticum L., 1753) è una pianta erbacea perenne, tipica abitatrice dei boschi, appartenente alla famiglia delle Geraniaceae. Sistematica La famiglia di appartenenza del “Geranio silvano” (Geraniaceae) è un gruppo vegetale di medie proporzioni organizzato in 12 generi per un totale di circa 700 specie. Il genere di appartenenza (Geranium) è abbastanza numeroso e comprende circa 420 specie, diffuse soprattutto nelle regioni temperate di tutto il mondo. Una trentina di queste specie sono proprie della flora italiana. Queste sono raggruppate in sezioni; la specie di questa scheda appartiene alla sezione Geranium. Etimologia L'etimologia del nome generico (Geranium) si riferisce alla parola greca ”ghéranos” che significa “gru”. Questa associazione probabilmente è nata molto anticamente ed è dovuta alla particolare forma (a becco) dell'ovario e del frutto delle piante di questo genere. In effetti già Plinio (Como, 23 – Stabia) conosceva questo nome se lo cita nel suo “Libro XXVI”, anche se è opportuno precisare che il Geranio citato dallo scrittore latino era probabilmente un Erodium, in quanto il “geranio” (Pelargonium) come lo conosciamo noi oggi venne importato dall'Africa nel XVII secolo. Il nome specifico ”sylvaticum” (e anche quello comune - “silvano”) deriva dal suo tipico habitat. Il binomio scientifico attualmente accettato (Geranium sylvaticum) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753. In lingua tedesca questa pianta si chiama Wald-Storchschnabel; in francese si chiama Géranium des forèts; in inglese si chiama: Wood Crane's-bill. Distribuzione e habitat Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico ma anche Eurosiberiano Diffusione: il “geranio silvano” è diffuso ma in modo discontinuo in tutta Italia (manca nelle isole); è comune sulle Alpi, ma raro nel resto del territorio. Sui rilievi europei è ugualmente diffuso (a parte le Alpi Dinariche). È inoltre presente in Asia, e anche nel Nord America (zone del nord-est) dove però è avventizio. Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono gli ambienti ricchi di humus nelle schiarite dei boschi, prati concimati o zone antropiche (ad esempio vicino alle stalle). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro e alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare dai 500 fino a 2300 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (in parte), montano e subalpino.
Edmondo Viselli
Hydrangea macrophylla
2018-08-12 15:48:33