L'Alkekengi o alchechengi o alchechengio (Physalis alkekengi L.) è una pianta perenne che produce bacche commestibili; appartiene, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae.
Generalità
L'Alkekengi ha origini in Europa e Asia. Date le sue proprietà medicinali è coltivata fin dall'antichità. È un'erbacea perenne e si riconosce facilmente per i calici che avvolgono la bacca, simili a piccole lanterne arancioni. Al tatto il calice ha consistenza quasi cartacea e spesso è poroso. Ci si aspetta un petalo ma se si cerca di spezzarlo è molto più tenace e resistente. Nonostante questo si apre facilmente a mani nude. Non è da confondere con il Physalis peruvianus (chiamato anche Cape gooseberry) che è della stessa forma e struttura ma beige e con la Physalis ixocarpa che produce una bacca molto più grossa, verde (o porpora) e simile a un pomodoro sempre, però, rivestita da un calice verde (o porpora) con forma simile all'alkekengi.
Caratteristiche
Si coltiva facilmente, dà origine ad un rizoma strisciante interrato molto profondamente: in questo modo è permessa la propagazione e la rivegetazione conseguente alla stasi invernale.
Usi
Anche secondo l'uso popolare, possiede molte proprietà terapeutiche tra le quali spiccano azioni contro i calcoli renali e vescicali e come forte diuretico inoltre anche come integratore di vitamina C. I calici di colore arancione acceso tendente al rosso che avvolgono le bacche di questa specie rendono la pianta adatta a fini decorativi.
Bacche
Unica parte commestibile della pianta. In genere sono mature a settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia, il gusto ricorda quello del lampone o quello del pomodoro. Dalle bacche si può ricavare un'ottima marmellata. Si possono mangiare da sole o aggiunte alle insalate. Se seccate leggermente si possono mettere sott'aceto o in salamoia. Contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c'era bisogno di un'azione diuretica marcata. Vengono preparate candite o ricoperte di cioccolato fondente.
La Rudbeckia è una bellissima perenne di grandi dimensioni, originaria dell’America settentrionale, dove se ne sviluppano circa una ventina di divere specie; in giardino, in genere si coltiva Rudbeckia hirta, e Rudbeckia bilobata, così come le varietà ibride prodotte nel corso degli anni. Si tratta di una perenne che sviluppa ampi cespi di foglie, disposte a spirale, di forma lanceolata, intera o lobata, di colore verde scuro, con vistose venature. Tra le foglie, per tutta l’estate e gran parte dell’autunno, si sviluppano sottili fusticini, che portano grandi fiori a margherita; le rudbeckie appartengono alla famiglia delle asteracee, e quindi il loro fiore è un capolino, ovvero un’infiorescenza costituita da centinaia di fiori tubolari, di colore marrone scuro, con attorno una corona di fiori che presentano un singolo grande petalo allungato, di colore giallo oro. I fiori di rudbeckia sono disposti a cono, in quanto il cerchio centrale del capolino è disposto a forma di una minuscola collinetta, e i petali esterni sono in genere rivolti verso il basso. Ogni pianta produce più fiori nel corso di una stagione, e tende ad aumentare anche la quantità di foglie, dando origine ad una vera e propria macchia di colore.
Le rudbeckie sono abbastanza coltivate in Italia, ma sono molto diffuse nei giardini europei e nord americani, proprio per la loro prolungata fioritura, che prosegue fino ai freddi autunnali, donando al giardino un accento dorato. Esistono numerose cultivar di rudbeckia, alcune d dimensioni particolarmente contenute, che non superano i 20-30 cm di altezza (rudbeckia hirta può superare gli ottanta cm di altezza), altre con fiori dai colori particolari, come ad esempio l’arancione o il rosso, o con petali che presentano fiammature o zonature in colore contrastante.