Edmondo Viselli

Campanula barbuta (Campanula barbata)

2018-07-27 06:28:11

La campanula barbata (nome scientifico Campanula barbata L., 1759) è una pianta erbacea dai fiori blu chiaro a forma di campanella appartenente alla famiglia delle Campanulaceae. Etimologia Il nome generico (campanula) deriva dalla forma a campana del fiore; in particolare il vocabolo deriva dal latino e significa: piccola campana. Dalle documentazioni risulta che il primo ad usare il nome botanico di “Campanula” sia stato il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Tale nome comunque era in uso già da tempo, anche se modificato, in molte lingue europee. Infatti nel francese arcaico queste piante venivano chiamate “Campanelles” (oggi si dicono “Campanules” o “Clochettes”), mentre in tedesco vengono dette “Glockenblumen” e in inglese “Bell-flower” o “Blue-bell”. In italiano vengono chiamare “Campanelle”. Tutte forme queste che derivano ovviamente dalla lingua latina. Il nome specifico (barbata) si riferisce alle fitte barbe presenti alle fauci della corolla. Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Systema Naturae. Editio decima, reformata. - 2: 926. 1759" del 1759. Descrizione Queste piante possono arrivare fino a 1 - 4 dm di altezza. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In alcuni casi il ciclo biologico può essere bienne. Contengono lattice lattescente e accumulano inulina. Distribuzione e habitat Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Alpico, o anche Euro - Orofita. Distribuzione: in Italia questa specie è presente solamente nelle Alpi. Fuori dall'Italia è presente in tutte le zone alpine e in due areali disgiunti: Sudeti e Norvegia meridionale. Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i pascoli alpini e subalpini su terreno acido; ma anche le praterie rocciose, lande e popolamenti a Lavandula e boschi tipo peccete, lariceti e abetine. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1200 fino a 2600 m s.l.m. (massimo 2800 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino (e in parte quello montano). Sistematica La famiglia di appartenenza della Campanula barbata (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 84 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) comprendente circa 50 generi (Campanula è uno di questi). Il genere Campanula a sua volta comprende 421 specie (34 nella flora italiana) a distribuzione soprattutto circumboreale.

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Edmondo Viselli

Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata fuchsii)

2018-07-27 06:19:08

La Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii (Druce ex Soó) Hyl., 1966 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Etimologia Il nome generico (Dactylorhiza) è formato da due parole greche: “dito” e “radice” e si riferisce ai suoi tuberi suddivisi in diversi tubercoli (tuberi a forma digito-palmata). Il nome specifico (maculata) fa riferimento alle foglie macchiate. Mentre il secondo nome specifico è in onore al botanico e medico tedesco Leonhart Fuchs (1501 – 1566). Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Orchis fuchsii, proposto dal botanico inglese George Claridge Druce (1850-1932) in una pubblicazione del 1915, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii), proposto dal botanico Nils Hylander (1904-1970) nel 1966. Descrizione L'altezza di queste piante varia da 18 a 45 cm (massimo 70 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni Distribuzione e habitat Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Paleotemperato – Eurosiberiano. Diffusione: questa pianta si trova soprattutto nelle Alpi (e, un po' più raramente, negli Appennini settentrionali). Fuori dall'Italia è presente sui rilievi europei, in Mongolia, sui Monti Altaj e in tutta l'Asia settentrionale. Habitat: l'habitat tipico per questa sottospecie sono i boschi di conifere, di faggete e castagneti, ma anche i prati moderatamente umidi, torbiere e margini dei ruscelli. Il substrato preferito è calcareo anche se sembra non sia legata particolarmente a questo tipo di substrato. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare dai 900 fino ai 2300 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino. Sistematica Le Orchidaceae sono una delle famiglie più vaste della divisione tassonomica delle Angiosperme; comprende 788 generi e più di 18500 specie. Il genere Dactylorhiza comprende un centinaio di specie diffuse soprattutto nell'Emisfero settentrionale, una dozzina delle quali sono spontanee del territorio italiano. Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella a destra). All'interno del genere Dactylorhiza l'orchidea di questa voce fa parte della sezione Maculatae caratterizzata dall'avere dei tuberi profondamente divisi in diversi tubercoli e lo sperone del labello più breve dell'ovario e (ad un livello tassonomico ancora inferiore) al gruppo Goup of Dactylorhiza maculata (L.) Soó insieme alla subsp. maculata e alla subsp. saccifera. La collocazione tassonomica di questa orchidea è in via di definizione: la maggioranza degli elenchi delle specie relative alla famiglia delle Orchideaceae considera la pianta di questa voce come appartenente alla specie Dactylorhiza maculata (L.) Soó, 1962 (è quindi una sottospecie), ma altri gruppi botanici in base ai più recenti studi filogenetici la eleva al rango di specie con la denominazione di: Dactylorhiza fuchsii (Druce) Soó (1962) Il numero cromosomico di D. maculata subsp. fuchsii è: 2n = 40

Edmondo Viselli

Anemone giallo (Pulsatilla alpina)

2018-07-27 06:17:19

Nome scientifico: Pulsatilla alpina (L.) Delabre (Sinonimo: Anemone alpina L.) Famiglia: Ranuncolaceae Altro nome comune: Anemone delle Alpi Habitat naturale: Pascoli alpini e subalpini, praterie sassose, boschi radi di montagna (lariceti), spesso su suolo calcareo e talvolta nelle fessure delle rocce da 1000 a 2700 metri. E’ diffuso in Italia sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale. Scendendo verso sud diventa progressivamente più raro. E’ comunque presente sino al Lazio e al Molise compresi; è inoltre segnalato in Calabria. Assente in Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. E’ pianta in genere protetta. Periodo di fioritura: Da maggio a luglio Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta 10 – 50 cm con foglie e fusto villoso. Le foglie basali sono lungamente picciolate, incise profondamente e finemente. I fiori, in genere solitari, sono piuttosto grandi (fino a 7 cm di diametro) di colore bianco oppure soffusi di viola chiaro, pelosi esternamente con parecchi stami gialli. Note: Come tutte le piante della famiglia delle Ranunulaceae è pianta velenosa per la presenza di protoanemonina e ranuncolina. L’assimilazione può provocare nausea, dissenteria e problemi respiratori mentre il contatto può causare irritazioni cutanee.

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